Capitolo 12 - Amnesia

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Ho bevuto qualche shot di tequila.

Magari più di qualche shot. Credo di averne bevuti in tutto 15, poi il barista si è rifiutato di servirmi ancora credendo che fossi troppo ubriaca.
Ha chiamato un tipo dal palco, gli ha lanciato le chiavi della sua auto e mi ha fatta riaccompagnare a casa.

Conosco il barista da tanti anni. Prima era il capo di Harry. Venivo sempre qui quando non stavamo ancora insieme e lui lavorava ancora in quel bar. Potrei dire che lui è una delle persone di cui mi fiderei in una situazione come questa.

In effetti è quello che ho appena fatto.

Entro in casa, seguita dal ragazzo del quale non conosco il nome. Non so se è per la tequila, per il tumore o perché non me l'ha detto, ma non conosco il suo nome.

"Posso fare qualcosa per te?" Chiede il ragazzo.

Avrà al massimo 19 anni, dei grandi occhi neri, come i capelli. È alto, molto. Forse più alto di Harry.

Harry.

Cazzo. Sono stata a fissare il mio caffè per un'ora cercando di capire se fosse successo davvero o se era solo uno scherzo della mia testa. Purtroppo il caffè non ha saputo darmi risposte, ma l'odore di Harry che ancora annebbiava i miei sensi mi ha confermato che era tutto vero.

"Credo che adesso me la caverò da sola" dico ad alta voce, senza voltarmi verso il ragazzo. Molto probabilmente lo sto dicendo a me stessa.

"Allora vado. Spero tu stia bene" mi domanda gentilmente.

"Dopo una doccia starò meglio. Grazie per avermi accompagnata" mi volto per dirigerlo alla porta.

"Buonanotte Ella."

"Buonanotte... mh..."

"Calum" mi aiuta.

"Certo, Calum. Buonanotte" chiudo la porta dietro le sue spalle.

Tolgo la giacca dalle spalle e la lascio cadere a terra con non curanza, incamminandomi verso il salotto.
Le luci sono tutte spente e non vedo niente nella stanza. Vado a sbattere contro un paio di mobili prima di trovare il divano e buttarmici sopra a peso morto. Prendo il telecomando dal tavolino davanti a me e inizio a fare zapping attraverso i vari canali.
Alle due di notte trasmettono solo film d'amore, ricordandomi ancora di più lo schifo che è la mia vita.

Lancio il telecomando contro il mobile della televisione, facendo cadere alcuni dvd che si trovavano sul ripiano e il decoder di Sky.
Se si è rotto dovrò correre veloce quando tornerà mia madre.

Mi alzo dalla mia comoda postazione e mi trascino fino al piano di sopra. Tolgo le scarpe sulle scale, accogliendo il freddo del pavimento contro i piedi caldi. Entro in bagno, facendo sbattere la porta contro il muro quando la apro con troppa violenza.

Mi guardo allo specchio. Il mio trucco e colato sulle guance, e senza volerlo l'ho trasportato fino ai lati del viso. I capelli potrebbero sembrare naturali così spettinati. Tanto nessuno sapeva che ci ho messo venti minuti per passare la piastra prima di uscire. Tutto lavoro sprecato adesso.

Ho le labbra rosse e gonfie e gli occhi ancora lucidi. Cazzo, finirò mai di piangere?

Accendo il getto di acqua calda e faccio riempire la vasca. Sembra così invitante tutto quel vapore, non posso aspettare che si riempi.

Tolgo velocemente il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e mi immergo completamente vestita nella vasca.

Sono talmente confusa al momento che potrei addormentarmi in questa vasca se non fosse che l'acqua sarebbe troppo fredda al mio risveglio.

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