Capitolo 9 - Need to go

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"C'è qualche problema con la mia ragazza?" dico con tutta la poca calma che mi è rimasta. Non posso litigare in una fottuta discoteca con un idiota che sicuramente è ubriaco.

"Hey amico, l'ho vista prima io." E posso attestare dal suo alito che ha bevuto troppo stasera. "Posso essere ragionevole okay? Possiamo divertirci tutti e tre insieme. Immagina le cose che sa fare con queste labbra" tocca le labbra di Ella con il pollice, mentre con l'altra mano le palpa il sedere facendola sobbalzare, e a questo punto non posso più essere calmo.

Allontano con fastidio Ella dal tizio, e prima che questo possa dire qualcosa gli tiro un pugno in pieno visto. Ella sussulta dietro di me, ma la ignoro, e fisso in cagnesco il tipo che non riesce neanche a reggersi in piedi, perdere sangue dal naso. Prova a colpirmi, ma la sua poca lucidità non lo aiuta affatto. Afferro il suo pugno prima che possa colpirmi e lo spingo indietro, facendolo finire a terra. La mano di Ella che ferma il mio braccio mi tranquillizza, e mi accorgo di essere stato troppo violento nei confronti del tizio. Avrei potuto evitare di spingerlo: già non capiva niente dopo il primo pugno.

"Che cazzo hai combinato?" chiede Luke emergendo dal bagno, con Cassidy al seguito. "Cazzo, Harry!"

Due ragazzi si avvicinano a me, e penso che siano gli amici di quello che ho appena steso.

"Fermi! Sono un poliziotto" urla un uomo bassino in borghese, mostrando il distintivo.

Quante probabilità c'erano di trovare un poliziotto in un locale l'unica sera che prendo a pugni un tizio?

"Non succederà niente di male, eh Luke?" chiedo retorico, ripetendo le parole di quel coglione del mio amico.

La situazione è ridicola: la prima volta che litigo con un tizio per difendere la mia ragazza, mi trovo a litigare con due omoni e rischio di essere arrestato. Ma siamo fottutamente seri?!

"Metti le mani in alto!" urla il poliziotto.

Quello che succede dopo accade talmente velocemente che neanche me ne accorgo. Un secondo prima sono con le mani in alto, che cerco di mascherare la mia ira contro il poliziotto che evidentemente non capisce qual è il vero problema qui, e un secondo dopo mi trovo a correre fuori dal locale trascinato dalla mia ragazza con al seguito i nostri amici. Il poliziotto ci rincorre, urla qualcosa che non riesco a capire per la troppa lontananza, o forse tutta l'adrenalina che mi pompa nel corpo, accelerando il mio battito cardiaco facendomi rimbombare il suono del cuore nelle orecchie.

Giriamo l'angolo e attraversiamo la strada. Mi volto un secondo per vedere se siamo riusciti a seminare il poliziotto, ma è ancora dietro di noi. La mano di Ella si stacca dalla mia, e quando mi giro per cercarla la vedo scendere le scale per raggiungere la metropolitana. Luke mi incita a fare lo stesso, e dopo poco ci troviamo tutti a correre per raggiungere il primo treno che parte dalla stazione. Saliamo sul treno giusto in tempo per vedere le porte chiudersi davanti al poliziotto, che sbatte contro la fiancata del treno con i pugni stretti, probabilmente imprecando i peggiori insulti rivolti verso di me e i miei amici. Ha del sangue secco vicino al labbro, e penso che forse potrei avergli fatto male io, ma non è possibile. Non l'ho neanche sfiorato. Forse è andato a sbattere da qualche parte mentre ci rincorreva.

Quando il treno prende velocità sento che finalmente l'aria rientra nei miei polmoni e riesco a respirare. Non pensavo di essere così fuori forma: prima io e Luke scappavamo per più di due-tre chilometri senza mai fermarci con i commercianti a cui rubavamo la merce alle calcagna, adesso invece non riesco a correre neanche un isolato e scendere quattro gradini.

Mi siedo accanto ad Ella e lei mi sorride. Ci guardiamo per un po', e ripenso a quello che è appena successo. Penso che lei stia pensando alla stessa cosa dato che inizia ridere. La seguo in una risata liberatoria, leggera. Fino a dieci minuti fa avevamo paura di essere arrestati, invece adesso stiamo ridendo dopo essere scappati dalla legge. Guardo Luke e Cassidy, e anche loro stanno ridendo, seduti di fronte a noi.

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