Capitolo 8 - Night out

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Harry's pov

Avrei dovuto ascoltare Luke molto tempo fa: la vista dal tetto è magnifica. Qui su sembra che non arrivino i problemi, il mondo si annulla a quest'altezza. Riesci a dimenticare tutto il resto, spingendolo nell'angolo più buio della tua testa. Dimentichi qualsiasi cosa, quando guardi lo spettacolo che si presenta all'orizzonte.

Dimentichi tutto finché la realtà non ti colpisce in pieno viso, come una folata di vento gelido che ti riporta alla realtà.

Oggi ci sono stati gli ultimi esami. Ella è stata fantastica: sapeva tutto, ricordava ogni cosa e ha saputo rispondere a tutte le domande senza sbagliare un verbo. Abbiamo studiato tutta la notte, ripetuto fino all'alba, e ce l'abbiamo fatta. Finalmente anche questo- orribile- capitolo della nostra vita è finito.

Il problema arriva adesso: non so cosa fare, non ho un lavoro né idee per il futuro. Quando ho deciso di intraprendere gli studi di letteratura inglese non ho pensato al futuro, mi sembrava solo una bella idea per il presente, conoscere tutto lo scibile della letteratura inglese e approfondire le mie conoscenze. Le scuole richiedono professori con esperienze, e per fare esperienze devo lavorare, quindi per un periodo dovrò arrangiarmi e mettere le idee in chiaro. Cosa devo fare?

Invidio Ella e Cassidy. Loro hanno un posto assicurato nell'impresa di famiglia di Cassidy: sono entrambe laureate in scienze dell'educazione, ed entrambe faranno le assistenti sociali in una casa famiglia. O almeno inizieranno lo stage ad ottobre, poi verranno sicuramente assunte. Potrei chiedere una raccomandazione alla madre di Ella, ormai sono della famiglia, ma non so assolutamente niente del suo lavoro, a parte che viaggia molto e lascia Ella da sola ogni volta.

Quanto rimpiango il lavoro come barista. Lì non servivano raccomandazioni o licenze per lavorare, bastava saper fare i caffè. Peccato che con la paga che guadagnavo non riuscivo neanche a pagarlo un caffè.

Oggi dovrebbe essere il giorno più bello della mia vita e invece mi trovo sul tetto di casa mia a pensare al lavoro che potrei fare e che non otterrò mai. Se Ella fosse qui mi prenderebbe in giro perché penso troppo. Non ho mai capito come faccia lei a non preoccuparsi del futuro.

La grande porta di ferro del tetto si apre con un tonfo, e Luke ne esce da dietro. Ha in mano due telefoni, uno è sicuramente il suo, l'altro potrebbe essere mio.

"Che ci fai qui, idiota? E' un'ora che ti chiamo" dice, lanciandomi il telefono. Sì, è mio.

"Avevo bisogno di stare tranquillo" dico, sistemandomi sulla sedia pieghevole. Sicuramente l'unica cosa che non ho fatto qui sopra è stare tranquillo. Il mio cervello non è stato zitto un attimo.

Luke fa un piccolo sorriso, fa per andarsene ma poi ci ripensa. Prende una sedia da terra e viene a sedersi vicino a me, ancora con quel sorriso stampato in faccia.

"Che c'è?" chiedo insospettito.

"Sai quante volte ti ho invitato qui su? Mi hai sempre preso in giro perché dicevo che un posto può essere rilassante, ed ora sei qui, senza di me."

Nessun posto è rilassante. Dipende tutto da te: se sei incazzato neanche una spa può essere rilassante. E questo posto sicuramente non è una spa. Sono venuto qui per non pensare, e invece ho fatto l'esatto opposto.

"Passami una birra" mi ordina Luke. Alzo gli occhi al cielo per la sua arroganza, ma faccio come mi dice. Prendo una lattina dalla confezione, e lui l'afferra al volo. Beve un sorso, poi fa una smorfia disgustata.

"Che cazzo è?" guarda la lattina. "Birra del discount? Harry, puoi fare di meglio" ammicca.

Lo guardo sorridendo. "Come sai che l'ho rubata?" chiedo, prendendomi una birra.

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