E un urlo scatenò il panico...

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Il tempo sovrano era passato in fretta.
L'ex principe del crimine stava rigando dritto da mesi e si era impegnato al punto di ottenere una promozione a lavoro.
Harley era vicina al parto e il suo stato d'animo alternava momenti di gioia e felicità per l'arrivo della principessina di Gotham a attimi di pura ansia e paura di essere una pessima madre.

"Harley stai tranquilla. Sarai una madre fantastica, tua figlia ti adorerà." La consolavano ogni volta la rossa e il futuro marito.

Eh già! Jack aveva fatto ad Harley la proposta che lei ha aspettato per anni.
Si sarebbero sposati dopo la nascita della bambina, così il padre di Harley sarebbe uscito di prigione e, cosa più importante di tutte, lei sarebbe riuscita ad indossare l'abito da sposa senza sembrare un bombolone ripieno con sopra della glassa bianca.

"Ivy. -disse la biondina facendo girare l'amica che era di spalle a preparare qualcosa da mangiare- Secondo te vedró la mia bambina?"

Chiese Harley con una lacrima che le rigava la guancia.

Ivy si staccò dai fornelli e corse ad abbracciare l'amica.

"Ehi. Non dire sciocchezze! Certo che vedrai tua figlia. Non permetterò a niente e nessuno di privare la piccola Ivy della sua stupenda mamma."

Le asciugò la lacrima con un dito.

Harley in tutta risposta baciò l'amica sulle labbra.

"Uffi."

"Cosa c'è adesso? Prima mi baci e poi dici uffi??? Fai venire gli sbalzi d'umore pure a me!"

"Mi hai rovinato la sorpresa."

La rossa la guardò accigliata non capendo cosa le stesse dicendo l'amica.

"Volevo dirtelo dopo la nascita della bambina. Io e Jack abbiamo deciso di chiamarla Ivy."

Ivy trattene a stento dei lacrimoni e si fiondò sulle labbra dell'amica.

Le due donne si staccarono solo quando sentirono dei colpetti di tosse.

"Scusate il disturbo signorine. Ma se mi è concesso vorrei un bacio dalla mia futura sposa."
Disse Jack posando la sua ventiquattrore sulla sedia e sfoggiando un meraviglioso sorriso a 32 denti verso la sua amata Harley.

Harley si alzò dalla sedia saltellando leggiadra.

Ok, non è vero. Si alzò dalla sedia sorridente ma strascinando i piedi per terra come se avesse una palla di piombo legata alle caviglie.

Dopo un casto bacio sulle labbra del futuro marito fece per tornare  a sedersi quando un urlo atroce fuoriuscì dalla sua gola facendola piegare in due per il dolore.

Quando i tre notarono che si erano rotte le acque calò il panico totale.

Ivy provò a rintracciare un dottore o un'ambulanza ma non ci fu modo di trovare nessuno dei due, poi si ricordò che erano senza corrente per i lavori in corso in tutto l'isolato.

Jack aveva preso Harley tra le braccia per portarla a letto e farla sdraiare.

Era diventato più bianco di quello che era già a normale, stava andando avanti per inerzia, non sapeva se svenire o cosa.

Ivy corse al piano di sopra e spalancando la porta si posizionò davanti alle gambe di Harley.

"Ascoltate. Non c'è corrente e nemmeno campo per i telefoni a causa dei lavori. Ho spedito una delle mie piante alla ricerca di Bruce per avere un dottore il più in fretta possibile.
Per il momento penserò io a far nascere la bambina."

Sentendo quelle parole Jack ebbe il colpo di grazia definitivo. Svenne.

Harley teneva le mani lungo i fianchi, stringeva le lenzuola bianche con tutta la forza che aveva in corpo mentre l'amica la incitava a spingere.

Dopo circa un'ora nacque una bellissima...
...aspetta ma è un...u-un maschio?

"Harley guarda è un maschietto."

Disse la rossa porgendo il bambino tra le braccia della madre.
Sentendo il pianto del bambino Jack balzò in piedi come se avesse uno scorpione nelle mutande.

Nel frattempo arrivò anche Bruce con un dottore.

Ok. Siamo sinceri. Non era solo un dottore. Ma un'intera equipe medica del reparto di ostetricia e neonatologia del Gotham Medical Centre.

Dopo un breve controllo una delle dottoresse si rivolse alla neomamma:

"Signora Napier, si prepari a spingere di nuovo. Il suo bambino sta per avere una sorellina."

Pur inziando a contorcersi nuovamente dal dolore, Harley trovò la forza di mostrare un sorriso raggiante.

Dopo circa mezz'ora di spinte e contrazioni arrivò anche la principessina di Gotham.

Dopo essere stata accuratamente pulita, la piccola si ritrovó finalmente tra le braccia della sua, piangente di gioia, mamma.

Quando tutto sembrava essere finito, la donna ripose la bambina tra le braccia di Ivy, lanciando un altro urlo di dolore portandosi le mani alla pancia.

Jack diede il suo piccolo ometto in braccio a Bruce.

"Scusa potresti tenerlo un istante."
Giusto il tempo di finire la frase e l'uomo svenne per l'emozione.

Harley era stremata.
Credeva di non riuscire a soprevvivere al terzo bambino.

"Cristo! L'elettroshock era meno doloroso."
Esclamò con il fiato corto.

Dopo un'altra buona mezzoretta di spinte e contrazioni arrivò un altro maschietto.

Harley piangeva dalla gioia.

Jack si stava riprendendo dal secondo svenimento della giornata.

Harley posò una mano sulla pancia.

"Non dirmi che ce n'è un altro?!"
Si allarmarono tutti vedendo il gesto di Harley e sentendo la frase di Jack.

Harley rassicurò tutti dicendo:

"Tranquilli. Mi stavo solo rilassando."

Un sospiro di sollievo generale non tardò a mostrarsi.

Erano stremati. Povere stelle. Era stato stancante per loro assistere alla nascita di tre bambini. L'attesa li aveva uccisi mentalmente e fisicamente.
Pensate allora alla povera Harley. Cosa avrebbe dovuto dire lei???
Lei aveva aspettato per nove mesi l'arrivo di una sola bambina per poi ritrovarsi felice con tre piccoli esserini a cui badare.
Felice dopo ore di estenuante dolore.

Harley Quinn & Poison IvyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora