Unless...

il giardino segreto

~Gommarosa

Mi sveglio sentendo un fresco venticello sulla pelle. Mi metto seduta sul divanetto giallo e mi stracchio sbadigliando. <<Marceline?>> chiamo. Nessuna risposta. <<Marcy?>> faccio alzandomi e vado a controllare in giro.In casa sono sola. <<Sarà uscita>> mi dico e sento una porta aprirsi piano.Mi volto leggermente guardando la porta in nero cigolare.Vedo delle scale che portano verso il basso e mi avvicino alla porta. Sbircio dentro. È tutto buio. Trattengo il fiato e scendo piano le scale. Al mio passaggio si accendono delle luci. Piccole lanterne appese al muro mi illuminano il lungo e stretto corridoio. Qualcosa mi passa ai piedi e io urlo. Sospiro cercando di calmarmi appena mi accorgo che è solo un topo.
In fondo, vedo una luce. È debole e leggera.Mi avvicino sempre di più e scorgo un varco. La luce mi riempie gli occhi tanto da doverli chiudere per non rimanere abbagliata.Uno splendido giardino decorato in rose, gigli, tulipani e tanti altri fiori, dolci coniglietti corrono in giro, api che svolazzano,accompagnate da altri insetti,posano il miele sui loro alveari. Sorrido a trentadue denti e gli occhi scattano di qua e di la per riuscire a vedere tutto.
Un muretto circonda il maestoso giardino.
Un solo albero, una quercia, vista su tutto fiero.In uno dei loro rami sporge un'altalena e proprio li, seduta su ella, con la testa clina, coperta da un enorme cappello giallo, c'è Marceline.
Vado piano da lei e cerco di essere naturale. <<Buongiorno>> mi schiarisco la voce stando dietro di lei. <<Oh Rosa...giorno>> si volta a guardarmi. <<Hai dormito bene?>> mi chiede alzandosi e facendosi avanti a me. La guardo in tutta la sua altezza, non è molto alta, ma più di me di sicuro.I capelli le ricadono lunghi sulle spalle pallide.Il corpo coperto da una cannottiera rossa,che le circonda alla perfezione il seno e il suo torace magro ma forzuto, e dei alti jeans blu, che le ricalcano le alte gambe muscolose e le circondano il sedere rendendola più sexy. <<Si>> rispondo sorridendo distogliendo lo sguardo dal suo corpo. <<Questo posto era il giardino dei miei veri genitori>> spiega guardandosi intorno. <<L'ho scoperto molto tempo fa insieme a questa casa e ho deciso di renderlo accogliente>> mi guarda. <<È bellissimo>> le dico sorridendo. Passiamo del tempo li. Mi insegna a coltivare i fiori e mi fa avvicinare dagli animali.
Mi sento come una principessa nel bosco, con la sua stella che veglia su di me.Solo che quella stella è una vampira, il nemico del mio Regno e, forse, la persona di cui mi sono innamorata.
La guardo alle prese con dei conigli, che le fanno i dispetti rovinandole il piccole orticello. Rido dolcemente e se ne accorge.Mi lancia contro della terra che mi sporca i capelli rosa confetto e faccio una faccia di sfida ricambiando il gesto decisa. Ride e si alza. <<Principessa questa è guerra!>>mi lancia altra terra e io corro fino a prendere la pompa dell'acqua e gliela punto contro. <<Non oserete!>>sorride la vampira. <<Mettimi alla prova!>>faccio portando la mano alla maniglia aprendo la pompa.L'acqua le arriva tutta addosso fino a farla cadere e ride porgendo le mani in avanti per coprirsi almeno un po'. <<Basta.Chiedo pietà>>ride ad occhi chiusi.Spengo la pompa e mi avvicino a lei.<<Siete perdonata>>faccio porgendole una mano per aiutarla a rialzarsi.La prende e,invece di rialzarsi,mi spinge giù dove è lei,nella terra bagnata da me causata. Inizia a farmi il solletico alla vita e non posso fare a meno di ridere rigirandomi su me stessa e chiedere pietà. Me la ritrovo sopra e ridiamo insieme ma...appena i nostri sguardi si incrociano le nostre risate vaniscono.Non avevo mai sentito il cuore battermi così forte,le mie guance farsi così rosse.

Trattengo il respiro mentre alzo di poco la testa per riuscire a baciarla. <<E' meglio rientrare>>mi fa alzandosi e pulendosi a caso i jeans dal fango.Rimango un secondo lì,ferma,impalata come una fessa,poi mi alzo e guardo a terra. <<Cosa vorresti mangiare?>>mi chiede recuperando gli attrezzi da giardinaggio. <<La pizza?>>sorrido seguendola dentro. <<Mi metto subito a farla!>> esulta mentre ci avviamo nel piccolo corridoio buio.