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Cammino per il cortile della scuola con lo zainetto in spalla e qualche libro sotto il braccio, scalciando i sassolini che incontro con i miei piedi. I miei anfibi neri sono un po' rovinati in punta.

«Ciao Michela.»

Alzo lo sguardo e noto Federico davanti a me. Ha tagliato i capelli e ora li porta in un ciuffo, prima erano più lunghi.

«Ciao, Federico.» rispondo, assumendo un'espressione interrogativa. Federico, l'ex di Sara, ed io non ci parliamo da molto tempo.

«Uhm...ti stai chiedendo perché sono qui...volevo sapere cos'è successo a Sara.»

Ci sono due opzioni: a Federico importa di Sara o Federico si sente in colpa e vuole rimediare. Sara ha sofferto molto per lui. Sara sta soffrendo molto per Nicolò e non va bene.

«Sara si è fidata di Nicolò e lui l'ha tradita.»

Federico annuisce e si guarda attorno, come se dovesse dirmi qualcosa di importante. «Lo sai che io sono stato sempre fedele a Sara. C'è un motivo per cui l'ho lasciata andare.»

Ridacchio. «No, c'è che l'hai usata e ti sei stancata e poi l'hai lasciata andare. Non fare il finto santarellino, caro, perché sono stata io a vedere Sara soffrire mentre tu te la spassavi.»

Elimino direttamente la prima opzione dalla mia testa. Sono quasi sicura che Federico si sente in colpa e vuole rimediare, venendomi a chiedere di Sara con uno sguardo preoccupato.

Mentre sono persa tra i miei pensieri arriva Herman, che poggia un braccio sulla spalla di Federico, sorridendomi. «Hey! Di che parlate?»

«Ciao, di niente.» rispondo e me ne vado.

Avevo promesso a Sara di andare a casa sua subito dopo scuola. Maria è andata lì da stamattina, io non potevo: le mie assenze erano già numerose.

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«No! Non si può chiudere ad Uno con una carta oggetto!» urlo, alzando la mano. «Sembri un imperatore romano che annuncia al popolo che sta per iniziare una guerra.» mi fa notare Maria.

È dal mio arrivo che Sara sorride lievemente, invece di ridere come lei è solita fare. Io e Maria abbiamo proposto di giocare a carte Uno e lei, stranamente, ha accettato.

Alla fine vince Maria, anche se entrambe avevamo fatto di tutto per far vincere Sara, ma non ci siamo riuscite. Sembravamo più o meno quelle zie che cercano di far vincere il nipotino a tutti i costi.

Tutte e tre non abbiamo neanche accennato all'accaduto. Come se fosse tabula rasa. Ma nell'aria la sentiamo la tensione. Sara si alza dal letto dove stavamo giocando e apre un'anta dell'armadio, guardandosi allo specchio e appoggiando la testa sull'altra anta.

«Lo so che state pensando.» inizia Sara. «Che io mi voglia suicidare o cose simili e che mi sento uno schifo. Ma no. Sto bene. » continua, girandosi poi verso di noi e sorridendo. «Seriamente.» Ci fa l'occhiolino.

Io e Maria sorridiamo di rimando, alzandoci e andando ad abbracciare Sara. «Continua così.» le dice Maria.

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La casa di Herman è quasi più grande di quella di Marco. Appena entrata mi si presenta davanti un salotto letteralmente enorme, con una rampa di scale a sinistra. È tutto molto moderno e mi piace molto. Presumo al piano di sopra ci siano le stanze da notte e i bagni.

C'è molta gente in salotto, è il centro della festa. Decido direttamente di spostarmi in cucina o in un posto più appartato per cercare Maria e Sara.

Mentre passo accanto ai divani, noto Herman. Anche lui mi vede. «Michela.» fa lui alzandosi dal divano e raggiungendomi. «Ciao.»

«Come stai? La festa sta andando alla grande!» dice entusiasta. Annuisco. «Eh, si...comunque, sto andando in cucina a cercare Maria e Sara.»

Appena sente il nome di Sara sbianca. Ci metterei la mano sul fuoco che le voci si sono sparse per tutta la scuola; ora capisco perché all'entrata mi guardavano quasi tutti.

In risposta Herman sorride e mi fa un cenno, per andarsene. Entrata nell'altrettanto enorme cucina vedo Leonardo seduto su uno degli sgabelli attorno all'isola. C'è anche Nicolò e per finire in bellezza anche mio fratello.

Paolo ha una vista da aquila, e proprio per questo mi vede. «Oi!! » dice urlando e sorridendo. Secondo me è ubriaco. Gli faccio un cenno, e lo sento dire a Nicolò «È quella che ti ha picchiato!!». Sorrido.

Di Maria e Sara neanche l'ombra. Esco velocemente dalla cucina e mi appoggio al muro lì vicino, per scriverle un messaggio.

Prendo il cellulare dalla tasca e mi guardo intorno, poi inizio a scrivere.

Michela, 21:34

Oi, dove siete?

Blocco il telefono e lo metto di nuovo in tasca. Questo jeans nero mi blocca l'anima. È veramente molto stretto e nonostante io porti una 38, avrei dovuto prendere una taglia più grande.

Faccio per andarmene quando qualcuno mi tocca il braccio e mi giro. È Leonardo. Aggrotto le sopracciglia e abbasso il braccio. «Andiamo a fumare fuori?» mi chiede e annuisco.

Usciamo dalla porta principale e svoltiamo a sinistra. C'è un semplice giardinetto, è abbastanza piccolo ma mi piace. Subito noto una bellissima pianta di rose in un angolino, mi fermo a guardarla e vedo che sono rosse.

Mi avvicino ad una di loro e le odoro, e hanno un profumo meraviglioso, fresco. Primaverile.

Mi sciolgo dai miei pensieri e vedo che Leonardo è già andato a sedersi sull'unica panchina presente, quindi mi affretto a fare lo stesso.

Si sta accendendo una sigaretta ed è veramente bellissimo. È come se il mondo girasse attorno a lui. «Tieni.» dice prima di passarmi una sigaretta. La accendo e inizio a fumare.

Mi guardo intorno: la pianta di rose sembra la cosa più entusiasmante, fin quando Leonardo parla. «La sai Lego House di Ed Sheeran?» porta la testa di lato e mi guarda.

La luce della luna stasera è bellissima. Non riesco a guardare Leonardo negli occhi, sembra che mi scavi dentro. Sembra riesca a vedere fino in fondo. Ad ogni modo, annuisco. Ed Sheeran è il cantante. Adoro ogni singola sua canzone.

Leonardo prende il suo telefono dalla tasca e la fa partire, alzando il volume al massimo. Le mie spalle coperte incontrano la panchina e istintivamente chiudo gli occhi e mi lascio andare a quella melodia.

I'm gonna pick up the pieces,
And build a Lego house
If things go wrong we can knock it down

Leonardo ispira dalla sua sigaretta e sorride. «Sarebbe bellissimo poter creare qualcosa e distruggerlo se le cose vanno male. Anche solo provare e lasciare andare tutto quando non ci va bene, capisci che intendo?» dice lentamente, come se volessi farmi concentrare su ogni parola.

«Come se lo capisco, Leo.» dico, sospirando.

My three words have two meanings
But there's only one thing in my mind
It's all for you

COOL KIDS • young Leonardo DiCaprio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora