Secret kisses (Fake relationship sequel)

Zalika one shot - Long lost list

Un foglietto dall'aspetto malandato spunta dall'album di foto che Zayn tiene tra le mani. Lui non deve essersene accorto, il suo sguardo è puntato su una delle fotografie vecchie di pochi anni. Essa ritrae noi due nel nostro appartamento a Dublino, dove ci siamo trasferiti non appena sono stata ammessa al college. Da allora è passato molto tempo, ma lo ricordo come fosse ieri.
Zayn che, con il sorriso sulle labbra, mi porge le chiavi di casa e lascia che sia io la prima a mettervici piede. Io che gli stampo un bacio sulla guancia non appena chiudo la porta dietro di noi. 

Se ci ripenso ora, quasi rido della mia stessa ingenuità. Non avrei mai creduto che potessimo arrivare fin qui. Osservo Zayn e mi accorgo che non è cambiato affatto dal quel primo giorno. Porta i capelli allo stesso modo (e ne è ancora terribilmente geloso, tanto da impedire a chiunque, eccetto me e Kayden, di toccarli) e i suoi occhi castani sono ancora luminosi e vispi come lo erano la notte in cui ci siamo ufficialmente conosciuti. Certo, adesso è molto più maturo rispetto ad allora, o almeno è questo che fa credere ai suoi fan. Se solo potessero vedere la sua espressione quando andiamo a fare visita alla sua famiglia a Bradford e gli concedo una nottata alla gelateria per cui va pazzo...

Rido tra me e me e, senza alcun preavviso, mi allungo verso di lui e gli rubo un bacio, mentre, con un movimento rapido della mano, afferro il pezzetto di carta riposto tra le ultime pagine. Mi è sufficiente una veloce occhiata per capire di che si tratta. La nostra lista. Quello stupido giochetto che facevamo ai primi tempi, la sfida che Zayn aveva accettato con lo scopo di trovare almeno cinquanta cose che ci accomunassero. Non posso credere che sia ancora intatta.

"Hey, quella è...?" In un attimo, l'album, che prima giaceva sulle gambe stese di Zayn, finisce accanto a lui sul pavimento. Le pagine svolazzano appena, il rumore leggero provocato da esse attira la mia attenzione per pochi istanti. Ora Zayn è al mio fianco e fissa le parole scritte in nero con interesse. 

"Te la ricordi?" Gli domando io, senza riuscire ad impedire agli angoli delle mie labbra di sollevarsi a formare un sorriso. Lo guardo di sfuggita, i suoi occhi stretti a due fessure e le dita a sfiorare la bocca serrata. Questa opera d'arte è tutta mia e lo sarà per sempre. Questo pensiero è tutto ciò che mi serve per tenere lontana la paura del futuro. Lui è la mia certezza.

"Come potrei non ricordarla?" Scuote appena la testa, poi avvicina la mano alla mia per sfiorare i segni incisi sopra la carta. Ne traccia delicatamente i contorni, ripercorre intere frasi composte da lui poco meno di dieci anni fa. Nella mia mente è ancora piuttosto nitida la memoria di quando lui, una notte, nel buio di camera mia, mi ha consegnato quel biglietto. Erano giorni difficili, quelli. Giorni che ci hanno messi alla prova, in cui il mondo ci voleva divisi ma noi non potevamo accettarlo. E così ci vedevamo di nascosto, scacciando abilmente il timore di essere scoperti da qualcuno che potesse demolire la carriera di Zayn usando me come mezzo per farlo. Abbiamo parecchia storia alle spalle, noi.

"Punto numero otto: entrambi vorremmo che i muri insormontabili tra di noi crollassero." Leggo ad alta voce. "Sono crollati quei muri?" Gli chiedo, trattenendo a stento una piccola risata. 

"Dovrei controllare." Afferma lui, fingendo poi di rifletterci su per qualche momento. Un sorriso si disegna successivamente sul suo viso. Mi sfiora il mento con le dita, prima di avvicinarsi alle mie labbra e lasciarci sopra un bacio dolce, di pochi secondi. "Posso confermare che sono crollati." Annuisce con sicurezza. 

"Punto numero dodici: siamo entrambi bellissimi. Hai ripensamenti in merito?" Appoggio la testa sulla sua spalla, incastro il mio braccio con il suo. Esso ha molti più tatuaggi, ora. Li disegna Zayn stesso, talvolta proponendo a me di farlo al suo posto, nonostante sappia che sono totalmente negata in questo. Lui si rifiuta di crederlo, ma in fondo sa che ho ragione.