Capitolo 8

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«Emily!!»
Kate si lanciò tra le braccia della sua migliore amica.
«Sono così felice che tu sia viva, lo siamo tutti! Credevo di averti perso! Ma tu lo sai che ti voglio bene? Ero così preoccupata!»
La ragazza dai capelli neri e ricci scoppiò a piangere mentre continuava a stringere la sua migliore amica.

«Kat, anche io sono felice di vederti, ma così mi soffochi...» disse Emily mettendosi a ridere.

Era tardo pomeriggio di quel lunedì infernale che ancora non si apprestava a terminare, quando suonarono il campanello.
Emily, che era seduta sul divano nel salotto vicini l'ingresso, si era alzata per aprire la porta e si era vista catapultare tra le braccia quello scricciolo dai capelli voluminosi, che era Kate, seguita da tutti i suoi amici.

In men che non si dica, la ragazza dai capelli rossi si ritrovò circondata da sei paia di braccia.
C'erano proprio tutti: Kate, Mike, Noah, Louis e persino Julia e Caleb.
Emily era felicissima e dopo essersi stretti forte da quasi far mancare l'aria, si staccarono.

«Anche noi siamo contenti che tu sia viva, Em! Se te ne fossi andata chi avrei avuto come spalla per le ragazze?» disse Louis scuotendo la testa mora come a scacciare un brutto pensiero e chiudendo gli occhi verdi per un attimo.

Lui e Caleb si assomigliavano molto, ad eccezion fatta degli occhi, quelli di Caleb erano castano scuro.
Anche lui le era molto affezionato, la ragazza lo proteggeva ogni qual volta si mettesse nei guai con il fratello maggiore.

Caleb le prese mano, per accertarsi che la sua amica stesse davvero bene; ma quando lo fece, Emily avvertì una scossa che si propagò in tutto il suo corpo tramite le vene. Era una sensazione orribile mai provata prima.

«Em, senza di te sarei rimasto solo circondato da stupidi.» disse Noah, con una risata che contagiò i suoi occhi di colore blu ghiaccio.
Mike gli diede un pugno sulla spalla.

Anche se quest'ultimo non aveva ancora detto una parola, il sollievo negli occhi verde muschio era evidentemente.
Mike rispettava Emily, era l'unica che riuscisse davvero a tenerle testa.
Prese un respiro profondo e disse: «È vero: sei mancata proprio a tutti.»

Il gruppo si ammutolì per un istante e si misero a fissare Mike.
«Oh, andiamo ragazzi...» disse il ragazzo passandosi una mano sui capelli corti e biondi, arrossendo.

«Ma allora ce l'hai un cuore!» esclamò Louis facendo ridere tutti e da lì partirono fischi ed applausi.

«Idioti...» disse Mike ridendo.

«Che ne dite se ci spostiamo in cucina? Vi offro qualcosa, andiamo.»

Si diressero tutti quanti verso la cucina di Emily, posta verso la destra dell' ingresso della casa. Era molto spaziosa si sedettero tutti intorno all'isolotto al centro della cucina.
Emily servì succhi di frutta e biscotti, felice di tutta quella allegria che si stava diffondendo nella stanza.

«Allora, come ti senti? Cos'è successo? Perché sei sparita? Vogliamo sapere tutto.» le chiese Julia ponendole una domanda dopo l'altra quasi senza prendere fiato.

«Mi dispiace ragazzi, ricordo poco e nulla di quella notte. Ricordo solo che stavamo cercando il braccialetto e poi il buio.
Sono rimasta tre giorni svenuta dentro una piccola grotta sotto la piscina; e quando mi sono risvegliata avevo rimosso tutto. Sono tornata a casa a piedi ancora convinta che fosse giovedì! Credevo mi aveste lasciato là facendomi uno scherzo...» disse Emily ridendo tentando di alleggerire la tensione, notando le facce sconvolte dei suoi amici.

«Ad ogni modo adesso sto meglio. Ho riportato solamente alcuni graffi e una lesione sulla testa, poco sopra la nuca...»

«Oh, Gesù...» Kate aveva nuovamente gli occhi neri pronti a lasciar andare un nuovo carico di lacrime.

«Per l'amor del Cielo, Kate! Sto bene, davvero! Poteva benissimo andare peggio, ma per fortuna non è stato così. Non preoccupatevi per me.»

Un po' per paura che i suoi amici si preoccupassero ancora di più, un po' perché sentiva che qualcosa era fuori posto, decise di non rivelare che probabilmente qualcuno aveva tentato di ucciderla.

«Quando tornerai a scuola? Abbiamo sentito qualche nostro compagno, anche loro sono felici che tu sia viva.»
Le chiese Noah.

«Mmh... Domani è il primo giorno di scuola, no? Non vedo perché dovrei rimandare e perdere inutilmente le lezioni.» rispose la rossa.

Emily sentiva il bisogno di distrarsi, di non pensare a quello che le era accaduto e che la stava accadendo tuttora.

«Si è fatto tardi, dobbiamo andare, è quasi ora di cena. Allora ci vediamo domani.» disse Mike alzandosi e facendole un sorriso.

«Sicuri di non voler restare? Potremmo ordinare una pizza...»
Emily non voleva vedere i suoi amici andar via, si era sentita così sola e sopraffatta che voleva solo un po' di tranquillità con il suo gruppo.

«Emy, dovresti ripensare. Hai avuto delle giornate molto impegnative; noi ci vediamo domani, sta tranquilla.» disse Kate dandole un bacino sulla guancia e abbracciandola.

«Dobbiamo riposare un po' tutti se vogliamo sopravvivere all'ultimo anno.» aggiunse facendole un sorriso.

«Va bene.» acconsentì la ragazza, «Allora a domani.»

A turno l'abbracciarono tutti, prima di uscire dalla porta.

Emily si sentiva così fortunata ad avere persone così speciali al suo fianco, che le volevano davvero bene.

Sua madre scese le scale e le si avvicinò, mettendole un braccio intorno alle spalle.
La ragazza le strinse la mano e prese un profondo respiro così che inalò un po' del profumo di Clelia, che era appena uscita dalla doccia; sapeva di sapone alla lavanda e rose, il suo preferito.

«Hai deciso di tornare a scuola domani?» le chiese.

Emily annuì.

«Ne sei sicura tesoro mio? Puoi sempre prenderti qualche giorno...»

«Va bene così mamma» la interruppe, «voglio tornare alla normalità.»

Clelia la strinse forte.
«Allora stasera pizza?» le chiese

«Pizza!» rispose Emily con un sorriso a trentadue denti.

Fino all'ultimo respiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora