Capitolo 15

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<<Casa dolce casa>>  disse Emily sospirando dopo  aver varcato la porta della sua abitazione.
Era rimasta tre giorni in ospedale sotto osservazione, durante i quali sia Ethan che i suoi amici erano andata a trovarla. Si sentiva molto meglio nonostante avesse un braccio e le costole fasciate e qualche cerotto sul viso . In fondo poteva finirle molto peggio e ringraziava qualunque cosa ci fosse al di fuori di lei per essere rimasta viva.
Clelia la fece accomodare sul divano e le preparò una tazza di thè, si sedette accanto a lei e prese un lungo respiro.
Emily la fissò, leggeva la preoccupazione sul volto della madre e aspettava una spiegazione.
<<Mamma va tutto bene?>>
<<Non proprio tesoro mio...  Subito dopo l'incidente lo Sceriffo ha fatto sequestrare la macchina>>
<< E allora?>>
<<L'incidente non è avvenuto per colpa tua, qualcuno ha manomesso i freni della Jeep>>

Emily non sapeva come reagire. Qualcuno aveva provato ad ucciderla, di nuovo.

<<Dovrai parlare nuovamente con lo Sceriffo, ma non adesso. Gli ho detto che hai bisogno di tempo per riprenderti>>

<<Certo mamma, grazie...>>

Clelia le fece una carezza sul viso e poi disse che avrebbe preparato la cena, mentre Emily salì in camera sua per riposarsi un po'.
Le era mancato il suo piccolo rifugio, ma ciò non bastava ad evitare di tormentarsi con le stesse domande: chi era che voleva ucciderla, ma soprattutto perché?

Emily prese il cellulare dalla sua borsa, stava per scrivere messaggio ad Ethan, quando qualcuno bussò alla sua porta.

<<Avanti>>

<<Ehi, sono passata per vedere  come stavi, ma soprattutto volevo parlarti da sola...>> disse la sua amica del cuore, Kate, entrando nella stanza.
<<Ti ascolto, dimmi pure. Devo preoccuparmi?>> rispose la ragazza con un sorriso e facendole cenno di sedersi sul letto accanto a lei.

<<So che non è stato un incidente quello che ti ha coinvolta>>
<<Ah. E come fai a saperlo?>>
<<Beh, io... io ho sentito una conversazione tra tua madre e lo Sceriffo, ma è successo per sbaglio>>
<<Capisco...>>
<<Ma non è tutto. Io in realtà credo che sia stato qualcuno del gruppo a farti questo>>

Emily rimase in silenzio, stordita da quella rivelazione.

<<E non è tutto - riprese Kate con uno sguardo addolorato - penso che nemmeno quello di Caleb sia stato... sia stato un suicidio>>

Emily chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
<<Queste sono accuse pesanti Kate, sei sicura di quello che dici? E poi sono nostri amici, come potrebbero farci del male?>>
<<Non lo so, ma da un po' di tempo mi sento costantemente in pericolo...>>

Uno strano odore arrivò alle narici di Emily, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine e lo riconobbe all'istante.

<<Kate, adesso devi ascoltarmi attentamente: vai diritta a casa, corri se devi, ma fai estremamente attenzione>> disse Emily con voce disperata.
Un forte rumore arrivò alle sue orecchie, come un impatto.

<<L'hai sentito?>> chiese Emily con gli occhi spalancati.

<<Sentito cosa Em? Mi stai facendo preoccupare>>

<<Scusami, non posso spiegarti tutto adesso, ma ti prometto, anzi ti giuro, che lo farò al più presto. Adesso vai e chiuditi in casa e... fai attenzione alle auto. Ti voglio bene>>

Kate si alzò dal letto e andò via. Avrebbe fatto qualunque cosa per mettere in salvo la sua amica. Sapeva che era in pericolo, e che questo era forte e reale. Ma non poteva perderla.
Emily si affacciò alla finestra per seguire la sua amica che tornava a casa, non troppo lontano dalla sua, quando una fitta le arrivò direttamente al cervello: era una immagine quasi vivida. Kate che stava attraversando la strada e una macchina che la prendeva in pieno.
<<NO!>>
Emily corse giù per le scale e si precipitò fuori dalla porta di casa sua. L'avrebbe impedito, non ci sarebbe stata un'altra morte sulla sua coscienza.
Accelerò il passo più veloce che poté, vide Kate che camminava tranquilla, era quasi arrivata, stava per attraversare quando sentì dietro di sé una macchina che accelerava.

<<Kate!! Attenta!>>
Kate si girò verso la voce della sua amica, ma rimase paralizzata, quando vide una macchina venirle incontro a tutta velocità: era troppo tardi.

Fino all'ultimo respiro Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora