La notizia si era sparsa in fretta. Emily Williams, la ragazza data per dispersa, presumibilmente morta, era tornata a casa.
Dopo aver abbracciato la madre, la donna le aveva messo una coperta sulle spalle sentendo la figlia tremare.
Le aveva preparato un bagno caldo ed un thè per scaldarla e tranquillizzarla, mentre Richard chiamava la polizia per comunicare loro la ricomparsa della giovane.
Dissero che sarebbero venuti l'indomani per farle delle domande.«Tesoro mi hai fatto impazzire dalla preoccupazione, te la senti di raccontare cosa ti è successo?»
Emily la guardò confusa.
«Eravamo giù al lago e credo che i ragazzi mi abbiano fatto uno scherzo. Probabilmente mi sono addormentata, ma quando mi sono svegliata loro non c'erano più. Sono dovuta tornare a piedi, ma me la pagheranno.» disse ridacchiando.Clelia la guardò sconvolta.
«Sono stanchissima, oggi è stata davvero una giornata sfiancante, per fortuna manca ancora qualche giorno all'inizio della scuola...» Emily si interruppe guardando il viso della madre: «Mamma, ti senti bene?»
«Emily, che giorno è oggi?»
Emily la guardò strana: «Oggi è giovedì, no? Anzi, ormai credo che sia venerdì, chissà che ore sono...»
La ragazzina si portò una mano alla testa, nel punto in cui le duoleva.«Tesoro, oggi è domenica, domani è il LaborDay, sei sparita per tre giorni...»
«Cosa? Non è possibile.»
«I tuoi amici hanno denunciato la tua scomparsa, hanno trovato una tua scarpa ed io credevo che... credevo che...» Clelia si mise a piangere ed abbracciò la figlia.Quest'ultima iniziò a capire lo strano comportamento della donna, ma non riusciva a spiegarsi come mai non ricordava nulla e se fosse possibile rimanere senza coscienza per così tanto tempo, in mezzo all'umidità ed al freddo.
Per tanto una domanda si fece strada nel suo cuore, fino a quasi congelarlo: com'era possibile che fosse ancora viva? Era davvero un semplice miracolo?«L'unica cosa veramente importante è che tu sia qui con me adesso» disse Clelia sottovoce e poi aggiunse «Domani andremo dalla polizia e vedremo di chiudere quest'orribile avventura. Sei pronta per andare a letto?»
«Sì.»Clelia l'aiuto ad alzarsi ed osservò il corpo della figlia, che si apprestava a diventare una donna a tutti gli effetti, alla soglia dei suoi diciotto anni.
Notò dei piccoli segni rossi sui fianchi e sulla nuca, e li attribuì alla caduta, anche se in realtà le preoccupava la ferita alla testa, che dava l'impressione di essere una lesione da corpo contundente, come se qualcuno o qualcosa avesse colpito la propria figlia.«Tesoro, sei sicura di non ricordare nulla? Non ricordi come hai fatto a ritrovarti dentro una caverna se prima eri con i tuoi amici?»
Effettivamente era strano, penso Emily, se prima era con Kate e gli altri, come aveva fatto a svegliarsi nella piscina, tre giorni dopo?
Voleva concentrarsi per portare alla memoria le parti mancanti, ma un fortissimo mal di testa si fece strada nella sua mente.«Mamma ci pensiamo domani, adesso voglio solo dormire.»
«Sicura di non voler mangiare qualcosa? Posso farti un thè e dei biscotti...»
«Sì, va bene, me lo potresti a letto?»
«Assolutamente.»Clelia aiutò la figlia a mettersi a sotto le lenzuola e le medicò la ferita alla testa, prima di scendere in cucina per preparare il thè.
Emily si sentiva così stanca. Eppure era rimasta svenuta per tre giorni.
Non riusciva a capire, ma ci avrebbe pensato l'indomani, anzi, dopo qualche ora visto che erano le quattro del mattino.Circa cinque minuti dopo tornò Clelia con la tazza di thè e qualche biscotto. Il thè era il suo preferito, al limone con un pizzico di miele.
«Io vado a dormire, buonanotte amore mio, più tardi dobbiamo andare dalla polizia, anche se non ricordi nulla. Ti sveglierò io. Ora riposati. Ti voglio bene.»
Clelia abbracciò sua figlia.
«Anche io te ne voglio, buonanotte.»Emily finì in fretta il suo thè e si mise in posizione per addormentarsi, cullata dalla familiarità della sua cameretta.
Nonostante fossero i primi di settembre, sentiva ancora freddo, il bagno caldo non le era bastato.
Il freddo che sentiva era interiore.
Si mise in posizione fetale e tutta la stanchezza le piombò addosso facendole chiudere gli occhi. Coperta dalle sue adorate lenzuola, e con una strana sensazione allo stomaco, si addormentò.* * *
Dov'è finito il mio braccialetto?
Sento dei passi dietro di me.
«Chi sei?» chiedo spaventata.
Non risponde nessuno, sarà stato qualche animaletto.Continuo a cercare il mio braccialetto, mi avvicino al bordo dello strapiombo che porta alla piscina. Potrebbe essermi caduto quando facevamo i tuffi. Illumino il prato ma mi blocco prima di controllare tutta la striscia di terra.
Sento altri passi, l'ansia mi prende lo stomaco.
«Ok, adesso basta, questo scherzo non è divertente.»
Una figura fa un passo avanti.
«Fiù, mi hai fatto spaventare! Potevi anche avvertire che fossi qui. Dammi una mano, magari finiamo prima, ho la sensazione di essere vicina, deve essere qui.»Mi giro e continuo a cercare.
Un profondo dolore alla testa mi colpisce all'improvviso, mi giro con le lacrime agli occhi e l'unica cosa che riesco a chiedere è «Perché?».
Poi sento il vuoto intorno a me e cado. Non riesco a sentire più nulla perché quando ormai tocco l'acqua, ho già perso i sensi.

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Fino all'ultimo respiro
Fantastique|completa| Emily è una ragazza fortunata: ha una madre che l'adora, ma soprattutto un gruppo di amici che farebbero di tutto gli uni per gli altri. Ma la vita di Emily è destinata a cambiare: dopo una gita al lago nulla sarà più come prima. Quando...