Interferenza

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Mi trovo al parco giochi. Ho una palla in mano e la sto facendo roteare per aria, come ogni bambino della mia età. Salgo a due a due i gradini della giostra, mi metto in coda per lo scivolo e via così.
La classica routine del parco giochi.
L'altalena rimane sempre il mio intrattenimento preferito: mi piace pensare di poter toccare il cielo con un dito, pur sapendo che non sia possibile. Ogni volta ci provo, la fantasia può tutto.
Oggi non ci sono molte famiglie, posso prendere possesso del mio gioco preferito senza problemi.
Mi siedo e inizio a dare le prime spinte, sempre più verso l'alto.
Il cielo è di un blu intenso, la vista si perde in quell'oceano meraviglioso. L'aria è umida, la temperatura abbastanza alta. Dopo tutto è il 7 di Agosto.
Continuo a dondolare per alcuni minuti, senza fermarmi. Passa del tempo, non saprei dire quanto, quando sono sull'altalena mi chiudo nei miei pensieri e fisso un punto imprecisato lassù.
Un rumore mi fa uscire da quello stato catatonico.
Il parco giochi è deserto. Fermo l'altalena lentamente, guardandomi intorno sconcertato. Sono spariti tutti quanti, il nulla più totale regna sovrano.

"Sei solo?"

Sobbalzo sulla giostra. Un bambino, più o meno alto come me mi osserva svanito. Qualcuno allora è rimasto.

"Sei solo? Anche io sono solo".

Prendo fiato per rispondere, prima che un freddo pungente inizi pian piano a scendere sul campo giochi. Inizio a battere i denti.
Che cosa sta succedendo?

"Sei solo. Lo sappiamo entrambi. Smetti di fingere".

Una voragine si apre sotto i miei piedi. Denti aguzzi di ogni forma e dimensione triturano l'asfalto, tentacoli esplodono ovunque. Sento l'alito putrido di quel mostro sotto di me, sempre più vicino.
Stiamo cadendo entrambi, spaventato guardo l'altro bambino negli occhi. Il suo sorriso si fa squamoso, più lingue si muovono velocemente sulle labbra.

"Stai pur certo che ti troverò ovunque".

Mi sveglio di soprassalto in camera.
Il mio gatto si trova accoccolato sui miei piedi, dorme come se nulla fosse successo. Sento il sudore appiccicato ai miei vestiti, la gola secca.
La testa gira incredibilmente. Forse dovrei smettere di usare il dREamER. Meravigliosa scatoletta che ti permette di rivivere i ricordi migliori, scelti da un banale display touch. Si attacca alla base del collo come se fosse un cerotto e puoi essere sicuro di una cosa: quando ti sveglierai non avrai avuto incubi.
Prodigi della tecnologia e pubblicità ingannevoli.

Quel bambino malefico non esisteva nella mia memoria, dev'essere stato un malfunzionamento del dispositivo. Lo stacco debolmente dal mio corpo e lo osservo.
Il display non segna alcun tipo di errore. Come al solito è selezionato il sogno che è stato scelto in precedenza, prima di coricarsi.

Armeggio un po' con le impostazioni, sembra tutto a posto. Tutto questo trambusto mi ha comunque messo sete. Abbandono il dREamER sul comodino, scomodo il gatto dal suo posto e mi dirigo in cucina. Con le dita mi massaggio il collo. L'indolenzimento dei muscoli è un effetto collaterale. Torno in camera con la gola a posto, prendo di nuovo in mano il manipolatore di sogni e lo imposto.

"Vacanza in barca. Non deludermi questa volta, non voglio portarti in assistenza. Anche perché come lo spiego?"

Mi si illumina una lampadina: posso accedere alle attività recenti e vedere che cosa abbia combinato quell'aggeggio di metallo. Tocco "Registro", poi imposto l'intervallo di ore desiderato e tocco "Cerca".
Milioni di record compaiono sotto i miei occhi. Ci sono scritte di ogni tipo, ma noto subito un insieme di voci tutte uguali.

"Interferenza – piaciuta vero?"

Centinaia, tutte una dopo l'altra, con la stessa motivazione. Scorro fino in fondo, la mascella si contrae per il nervosismo.

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