CAPITOLO 2

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Swami Povs

Sono passati già cinque giorni da quando sono entrata al collegio e nonostante le sgridate dei professori, dei sorveglianti e il dover viver senza qualsiasi tipo di tecnologia, trucchi e cibo normale, le cose vanno abbastanza bene.

La mia amicizia con Veronica diventa ogni giorno più forte, fin da quando i cancelli sono stati aperti, noi due siamo state sempre unite, sia nei momenti divertenti, sia in quelli più difficili dovuti, la maggioranza delle volte, alla mancanza di casa e ai ricordi passati.

Veronica è una ragazza fantastica, vive una situazione davvero complicata, sopratutto per via delle condizioni abitative e della malattia di suo padre, però nonostante ciò ha sempre il sorriso e una battuta pronta da dire per farti ridere e pensare ad altro.

Le attività in questo posto sono le solite, alle 7.30 del mattino la signora sorvegliante, come desidera essere chiamata lei, entra e ci sveglia con quella fastidiosa campanella e la sua voce altrettanto fastidiosa, beviamo quello schifoso fegato di merluzzo, andiamo a lezione, pranziamo, sapendo già che il cibo che c'è ci farà vomitare, studiamo, ceniamo e la giornata si conclude.

Certe volte non so come faccio a resistere, speravo che questa esperienza mi portasse un pizzico di novità, di cambiamento, ma l'unica cosa che mi sta lasciando è l'amicizia stupenda che ho con Vero e la conoscenza di tante altre brave persone.

Sono delusa, devo essere sincera, ma non abbandonerò mai questo programma di mia spontanea volontà, perché odio non portare le cose a termine, è un mio principio di vita, possono essere faticose quanto vogliono certe situazioni, ma non mi arrenderò mai, lotterò e questo certamente mi porterà a qualcosa, come è già successo in passato.

Questa mattina ci è stato comunicato che il preside vuole parlarci per informarci di una cosa, spero non siano brutte notizie relative ai nostri comportamenti ...
Purtroppo come penso qualsiasi altro ragazzo e ragazza della nostra età, facciamo fatica a tenere a freno la lingua o a non fare cretinate.

Abbiamo tutti quanti dai 14 ai 17 anni ed è giusto divertirsi, anche perché se non la si fa ora quando lo si potrà fare? Quando saremo adulti non potremo più essere così liberi, perché dovremo farci carico di grandi responsabilità e non ci sarà più tempo per essere bambini, per ridere fino a farci venire il mal di pancia, per sgattaiolare di notte alla ricerca di cibo, per innamorarsi perdutamente, per creare quelle amicizie, vere, solide, che oggi nel mondo dei grandi sono rare.

" hei ... Terra chiama Swami "
" mhh? Che c'è Vero? "
" eri così persa nel tuo mondo che non hai sentito che ti ho chiamato due volte "
" scusa, stavo pensando ... Cosa volevi dirmi? "
" ho visto, comunque niente dobbiamo prepararci e andare in aula magna, se no ce tocca subire le sgridate non solo dei sorveglianti, ma anche dei professori e del preside "
" si hai ragione è meglio muoverci. "

Dopo esserci messe la divisa, aver fatto le solite treccine ai capelli, scendiamo insieme a tutti gli altri, nel solito luogo dove ci incontriamo con il dirigente.

" chissà che vorrà dirci " esclama Jenny.
Una ragazza molto simpatica e carina, ma non proprio compatibile con me.
" non lo so, ma se vuole punire qualcuno, dobbiamo essere pronti a difenderlo tutti, chiunque esso sia "
risponde Filippo Moras, un ragazzo con i capelli castani, nato secondo me per aiutare le persone, perché di fronte ad ogni tipo di difficoltà, stende la sua mano e cerca di sollevare chi è caduto, che poi è ciò che fa un vero amico.
" ragazzi magari non è niente di così terribile, cerchiamo di essere positivi su " dice Dimitri.

Appena il preside incomincia a parlare non fa nessun accenno a qualche tipo di punizione e ciò solleva tutti quanti, ma è quando inizia a parlare di gita che come succede tutte le volte a scuola, una sensazione di goia riempie l'aria. Sono consapevole che non sarà meravigliosa, forse ci faranno andare in mezzo a dei campi, ma anche il solo uscire da questo collegio, per una giornata, mi fa stare meglio.

" le sorprese non finiscono qui ... Sono arrivate delle lettere, da parte della vostra famiglia " ci informa la Signora Sorvegliante.

Appena viene fatto il mio nome corro per prendere la lettera e leggere ciò che mi hanno scritto i miei genitori, mi mancano così tanto, mi piacerebbe poterli abbracciare in questo momento, ma resisterò.

Adriano Povs

Una lettera da parte dei miei? È stranissimo anche solo pensarlo.
La mia famiglia non è una di quelle dove l'amore regna, stile mulino bianco, anzi è l'opposto, le liti sono all'ordine del giorno e certe volte diventa veramente difficile restare a casa con loro.
Sono certo che sì sono amati in passato, ma ora credo che non ci sia più quella passione di anni fa tra mia madre e mio padre.

Quando si tratta di manifestare sentimento nessuno di noi si è mai sforzato di farlo. Credo di non sentirmi dire un ti voglio bene da anni, forse l'ultima volta è stato quando avevo sei anni ed ero appena uscito dall'operazione alle tonsille.

Sono fatti così e non posso dargliene una colpa, posso solo accettarli come sono e poi bisogna ammettere che io non ho reso le cose facili.
Sono un ribelle, proprio come dice mio papà, ma cosa ci posso fare? Sono cresciuto così e forse tante volte il mio non voler rispettare le regole è stato un modo per richiamare la loro attenzione su di me, ma tutto questo con scarsi risultati.

" ciao Adri, come stai? Spero bene, qui le cose vanno avanti. Sia io che tuo padre speriamo che questa esperienza ti possa aiutare a crescere e maturare. Manchi tanto alla nonna e aspetta impazientemente la puntata di lunedì per vedere come stai. Mi auguro che tu ti stia comportando bene. Non voglio fare brutta figura o avere dei problemi Adriano, ok? Papà ora si trova in Trentino per lavoro e quindi sono sola, quell'uomo non fa altro che abbandonarmi, ti sembra un marito buono? Non ha nemmeno pensato a scriverti una lettera e ciò mostra anche che padre sia.
Va bene, ora ti lascio perché devo andare a sistemare casa.
Ci vediamo presto e comportati bene.
- Mamma "

Che mi aspettavo? A lei importa solo di se stessa e del suo dolore, non pensa a quanto io possa stare male, a quanto mi possa far soffrire il sentirla parlare di mio padre così.

Cinque giorni che non ci vediamo e non gli sono neanche mancato.
Che mi sarei dovuto aspettare? Me lo continuo a ripetere per cercare di spazzare via quella delusione che mi è ha colpito come uno schiaffo in pieno viso.

Tutti i ragazzi e le ragazze intorno a me piangono, dalla gioia o dalla tristezza per la mancanza delle loro famiglie, io invece sono l'unico che guarda questo foglio con rabbia e con il solo desiderio di non tornare a casa mai più da loro.

" belle parole? " Swami parla e si siede accanto a me, neanche l'avevo vista avvicinarsi.

Dall'ultima volta che ci siamo scontrati non abbiamo più parlato. È così timida ... a volte quando i nostri occhi in questi giorni si incontravano lei arrossiva e cambiava direzione, eppure adesso eccola qui accanto a me, con quel leggero rossore sul viso.

" insomma ... Tu? "
" si, beh è una lettera di mia madre e si sa che le madri sono smielate, però mi ha fatto davvero molto piacere " risponde guardando davanti a se sorridendo.
" non tutte le madri sono così " mi sento di risponderle, purtroppo il rancore per le parole lette prime continua ad essere presente.
" la tua non lo è? " chiede quasi sussurrando come se avesse paura di farmi questa domanda.
" no, a lei non importa di me. "
" non può essere vero, tutti i genitori amano i loro figli, a loro modo certo ... "
" la mia no. Leggi pure " dico dandole in modo brusco, la lettera che mi è stata consegnata.
" Non sono venuta qui per farmi gli affari tuoi e leggere la lettera Adriano"
" e cosa sei venuta a fare allora Swami? " rispondo seccato.
" ti avevo visto qui solo e niente volevo vedere se stessi bene, ma ho capito che forse è meglio che me ne vada, magari vai a parlare con Filippo, Alessio o Jenny così ti liberi, perché si sente che non stai bene e sono sicura che sfogarti ti aiuterà. E non voglio leggere la lettera è una cosa tua ed io non sono nessuno per poterlo fare "
mi risponde velocemente senza nemmeno prendere respiro, l ho offesa ne sono consapevole, ma ora non importa perché l'unica cosa che sento nella mia testa sono quelle parole scritte dalla donna che avrebbe dovuto amarmi, ma che non l ha mai fatto.

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