Capitolo 5

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*Problemi con il capo.*

Cameron's Pov.

Entrai in casa e subito sentii Hiris, mia amica, parlare con una voce infantile a qualcuno.

Sapevo chi era quel qualcuno. Quel qualcuno era mio figlio: Keegan. Aveva tre mesi, ed era un amore.

Dico davvero! Era un bambino così dolce e affettuoso. Ti veniva voglio di prenderlo e abbracciarlo forte forte. Era come un peluche.

Beh, spesso la notte si comportava come ad un diavoletto. Ma ehi! Lo amavo lo stesso.

Chiusi la porta, e mi diressi in camera mia, trovando una Hiris intenta nel far ridere Keegan.

"Ciao, Hiris." entrai in stanza.

"Ehi, Cam. Com'è andata?" Mi chiese, lei.

"Insomma. È una testa di cazzo."

"Problemi con il capo?" Chiese.

Mi avvicinai al letto e presi mio figlio in braccio. Aveva appena fatto il bagnetto. Lo sentivo dal suo odore. Era così dolce.

"Sì, tipo mi sono fatta scappare un piccolo complimento, e lui ha iniziato a tirarmi addosso della merda." Risposi, stringendo mio figlio.

*****

Dopo aver messo mio figlio nella sua culletta, mi infilai nel letto, sperando do addormentarmi presto. Ero così stanca e i piedi mi facevano male un casino.

Il mattino dopo mi svegliai di soprassalto perché Keegan stava piangendo per la fame.

Lo portai in cucina e lo feci mangiare, in quel preciso instante venne anche Hiris.

Prese mio figlio in braccio, baciandolo sulle guance cicciotelle. Risi alla scena e mi andai a lavare.

Mi vestii poi: con un jeans blu scuro e un maglione bianco. Con delle scarpe col tacco alto, con un piccolo filo di trucco.

Salutai Hiris e baciai mio figlio, andando poi a lavoro. Nel mentre, per la strada mi accesi anche un sigaretta per inganna il tempo.

Harry's Pov.

Arrivai nel mio ufficio, aspettando con pazienza che Cameron arrivasse con il mio caffè macchiato.

Nel mentre, mi accerttai di controllare più volte l'agenda per vedere gli impegni della giornata.

In quel momento arrivò Cameron, che salutava Jade la responsabile contabilità.

Cameron, entrò nel mio ufficio, sempre senza bussare prima la porta. Si comportava sempre come se fosse a casa sua.

"Buongiorno, signor Styles" Disse, lei dandomi il mio caffè.

Quando si avvicinò, sentii immediatamente l'odore del fumo: di una sigaretta.

"Hai fumato?"Chiesi.

"Sì, ho fumato".

"Non voglio che fumi sul posto di lavoro!" Mi arrabbiai.

"Non ho fumato qui!"Quasi mi urlò lei.

"Abbassa il tono" Intimai.

Lei strinse i pugni e uscì dal mio ufficio. Nel mentre che usciva non potei evitare di guardarle il didietro.

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