2. Perdite

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Nell'anno 845, qualcosa di inaspettato accadde: l'umanità, piccola e impotente, davanti a quella tragedia che diede inizio a una serie infinita di catastrofi.
Di morti.
Di ferite.
Di perdite.
Ciò che si mostrò agli uomini come una battaglia impossibile da vincere, vide cadere, uno dopo l'altro, i vili e i codardi.
I soldati, ai quali era affidata la protezione delle città e che avevano il compito di sacrificare la propria vita per quella dei cittadini, anche loro, erano soltanto dei vigliacchi: mossi da nessun senso di giustizia, il loro cuore era spinto da nessun valore, in grado di farlo battere per davvero.
Non erano veri soldati, ma vegetavano su una terra che sarebbe potuta non spettare più agli uomini.
Su una terra che sarebbe potuta venire presto distrutta.
Quegli uomini non provavano a essere forti, dinanzi al nemico, e la loro era soltanto un'ostentazione del coraggio,che mai avrebbe potuto appartenere a gente tanto spoglia di sentimenti e ideali.
Ma quella strage, dagli occhi dei pochi sopravvissuti, non venne mai dimenticata.
Tale catastrofe, vive ancora nei cuori di chi, quello stesso giorno, scelse di vivere, perché voleva farlo.
Nei cuori di chi scelse di combattere, perché sarebbe stato meglio morire in guerra, consapevoli di aver lottato, che in casa, senza accorgersene.
Nei cuori di chi scelse di diventare un soldato.
Un vero soldato.
Quel giorno portò tristezza e paura nei cuori dell'umanità e negli animi di una razza, che sarebbe potuta scomparire.
Tuttavia, quello stesso avvenimento spinse alcuni a scegliere di percorrere la strada del sacrificio: l'unica che conduce alla vittoria.
Tre bambini.
Tre bambini completamente diversi tra loro per aspetto, colore degli occhi e dei capelli, per statura.
Tre bambini con uno stesso sogno.
Tre bambini guidati da un solo e unico desiderio: quello di vedere il mondo fuori dalle mura, che ne impedivano la completa padronanza.
Tre bambini uniti dal fatto di aver subito a causa della stessa battaglia, la guerra contro i giganti, diverse perdite.
Nelle menti di quei bambini, oramai adulti, la figura del Gigante Colossale non incuteva più così tanta paura e questo perché i loro cuori gridavano vendetta: Armin, Eren e Mikasa non dimenticheranno mai di aver subito delle perdite, di aver perso tutto a causa dei giganti.
Ma come loro, nemmeno Yuno potrà mai perdonare una simile crudeltà.
È grazie a quella tragedia, dunque, che parte dell'umanità decise, finalmente, di ribellarsi a una morte non meritata.
Ed è grazie a quei pochi, che la razza umana riuscì a sopravvivere.

Soldato [Completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora