~CAPITOLO 5~

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Nash PoV

Stiamo camminando per il corridoio quando Helen si ferma a parlare con un tipo. Cominciano a litigare da subito. Il ragazzo a quanto pare si chiama Connor Mitchels e i due non sembrano ad avere un bel rapporto.

Dopo vari pugni schivati, Helen prende un coltello dalla tasca dei pantaloni un....coltello?! No cazzo. Cosa vuole fare? Sono rimasto con la bocca del tutto aperta. Vedo i suoi occhi cambiare da un grigio a un verde-giallo. Mi ricordano quelli di un lupo. Fanno quasi paura...
"Non so se ricordi la mia situazione? Di mio padre? Della mia vita?....Della mia occupazione?"dice Helen con uno strano sorriso. Prende per il collo Connor e appena gli punta il coltello, arriva il preside. Grazie al cielo. Non immagino cosa sarebbe successo se arrivava un minuto più tardi.

Siamo nell'ufficio del preside Collins e non so neanche perché sono qui. Stanno parlando di Helen di quando era più giovane. Direi che è veramente cambiata tanto da quello che sento.
A quanto pare viene in questa scuola da sempre. Mi chiedo se la conoscevo prima che cambiasse.
Prima di andare il preside mi consegna il foglio con tutte le lezioni. C'è le abbiamo tutte in comune io ed Helen.

A ginnastica vedo Helen che si allena nel combattimento. Chiedo al prof se potevo andare da lei. Mi guarda un po' stranito, ma accetta subito. Vado da lei e passo un'ora sempre sdraiato a terra. Da dove trova tutta quella forza?

Arriva l'ora di pranzo e le presento i miei vecchi amici.
"Sappiamo già chi è" Mi dice Cameron con un impronta di tristezza.
"E io li conosco già tutti uno ad uno" dice Helen.  Vado a prendere da mangiare ma Helen non prende niente. Stranamente non lo mai vista mangiare perché mangia sempre fuori o da sola.
Quando ritorno li vedo parlare insieme. Appena arrivo, Helen se ne va con la scusa del malessere. I ragazzi mi guardano e quando Matt sta per parlare suona la campanella e mi dirigo verso la classe ma mi ricordo che avevo l'ora buca. Passo l'ora con  Matt, Carter e Cameron. Giriamo un pochino per la scuola per sconfiggere la noia. I tre avevano uno sguardo triste ed erano sempre distratti.

Dopo l'ultima ora vado a casa.  C'era silenzio ovunque. Entro in camera sua e la vedo addormentata sul suo letto.
Quando dorme e così carina...
Già..aspetta. No, cosa? Ricordati perché siamo qua.
Lo so, lo so.

Ad un tratto comincia a parlare o per meglio dire, gridare.
"No mamma! Nonono! Questa è solo colpa mia! Non doveva succedere a te! Doveva colpire me! Ti prego svegliati..." Alcune lacrime le rigano il volto, così decido di svegliarla:"Hel...Helen svegliati". Si alza di colpo e in quel momento l'abbraccio:" Dai è stato solamente un sogno, un bruttissimo sogno"  "Magari fosse solo un sogno" la sento mormorare.

La accompagno al parco per farla distrarre da ciò che aveva sognato. Non so di preciso cos'ha visto ma so che c'entra sua madre. È silenziosa e guarda sempre in basso. Da quando si è svegliata i suoi occhi sono neri, pieni di paura. In lontananza vedo Taylor che si avvicina. Gli faccio segno di no e poi indico Helen.

"Possiamo andare sugli scogli dell'altro giorno?" dice a voce bassa, quasi difficile da capire. Ci avviamo e una volta entrati nella grotta ci sediamo a guardare verso il mare. "Come mai sei ritornato qui a LA?" I suoi occhi erano cambiati di nuovo: ora erano un azzurro più calmo, come il mare. "Sai, avevo conosciuto questa ragazza. Era la più dolce, simpatica, vivace e la più bella. Sono riuscito a dichiararmi solo all'ultimo perché credevo non avesse ricambiato i miei sentimenti, ma chiaramente avevo torto marcio. Il giorno dopo partii e le avevo promesso che sarei ritornato. Ed ora eccomi qua a cercare la ragazza a cui ho pensato giorno e notte". Mi guarda e quando sta per parlare le suona il cellulare. Si allontana, ma mentre parla riesco a vedere i suoi occhi grigi. Mi dice che deve andare e che sarebbe tornata fra un'ora.

Torno a casa e non mi rendo conto del tempo che passa. Era già passata un'ora e lei era già qui. Mi aveva portato un po' di KFC (Kentucky Fried Chicken). Quella sera guardiamo un film. Dopo un po' lei si addormenta e senza accorgersene, appoggia la sua testa alla mia spalla e io, preso dalla stanchezza la seguo nel mondo dei sogni.

La mattina dopo mi sveglio con una secchiata di acqua congelata. "Brutta stronza. Sai che non si sveglia la gente in quel modo?" Dico ridendo
"Io faccio come mi pare" Bel suo viso si accenna un lieve sorriso e i suoi occhi sono di any azzurro bellissimo.
"Ora me la paghi" Comincio a correrle dietro ma, appena tira fuori il coltello, indietreggio. "Calmati scherzavo!" Dico alzando le mani in segno di resa. Si mette a ridere e la sua risata è qualcosa di stupendo. Si ferma subito:"Dai. È meglio che ci prepariamo. Poi tu devi fare una doccia... o l'hai già fatta" Comincia a ridere di nuovo.

Arriviamo a scuola e di Connor nessuna traccia. Beh dopo ciò che è successo, chi si farebbe vivo in giro. Vado al muretto, seguito da Hel, verso  i ragazzi. Lei si tiene a distanza e nel frattempo guarda il telefono.

Durante l'ora di storia, Hel finge di stare male per poi andare a casa a dormire, come il suo solito...
Le ore passano lentissime e non vedevo l'ora di tornare a casa.

Entro nell'appartamento e non sento nessun rumore ma vedo sola più confusione di quella che c'era prima. Cerco Hel solo che non c'è. Cosa cazzo è successo qui?! Comincio a chiamarla e a mandarle messaggi ma niente.
In camera sua per terra trovo delle foto.  Su una c'era una donna e una bambina, entrambe sorridenti, che si abbracciavano. Le due si assomigliavano molto.
Su un'altra c'era una ragazza sui 16/17 anni che aveva addosso un cappuccio nero e la bocca e il naso coperti da una bandana nera e si riusciva a vedere solo gli occhi con le pupille ristrette di un azzurro profondo da cui si poteva intravedere solo un cuore di pietra e senza pietà.
Guardando meglio, sul suo viso, sulla bandana e sulle sue mani ci sono chiazze rosse che sembrano quasi di sangue...
Poi c'è ne un'altra. È sempre una ragazzina di 15/16 anni. Ha un taglio lungo dall'angolo della bocca fino all'occhio. È piena di ferite e botte.

Tutte le ragazze nelle foto sono tutte simili e sembrano tutte una sola persona... Helen.

Sento la porta aprirsi e corro in salotto fingendo che non avessi visto o che non fosse successo niente. La guardo "Scusa ma ero impegnata e avevo il telefono scarico" Subito dopo se ne va in camera e sento solo un piccolo pianto un po' strozzato. Vado verso camera sua e vedo la porta leggermente aperta. È seduta, abbracciata alle ginocchia, che piange.

Non so se entrare a consolarla, con il rischio di peggiorare le cose, o di stare qui a guardarla e sentirmi stranamente in colpa anche se non so il motivo.

Infinity:Love&Pain //Nash Grier//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora