25

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*Spazio Autrice*: Per favore, leggetemi...Non so quali saranno le vostre reazioni ma ho scritto questo capitolo aiutandomi con queste canzoni: My immortal, Bring me to life, Castle of glass, Somebody to die for, Nothing else matters, So cold, nothing left to say, all the king's horses(non c'entrava molto  ma amo quella canzone) e tante altre che non sto qui a elencarvi...Qui su ho messo My immortals( anche se è stato difficile scegliere) Voi potete ascoltare il capitolo con la canzone più triste per voi...se lo fate potete lasciarmi anche il titolo, per condividere:). Questo capitolo non ha nessun pov...è scritto in TERZA persona.Tornando a noi... spero che avrete la stessa sensazione che ho provato io scrivendolo. Il 25 fa riferimento a quel mostro di Dashner e a quella maledetta pagina 250, inoltre...Thomas è il soggetto numero 2 e Newt numero 5. Spero che vi piaccia=)






Era tutto come doveva essere. Doveva andare così.

Non erano mai avvenuti incidenti in Street 45th East fino ad allora.

Un corpo steso sull'asfalto, con le braccia rigide lungo i fianchi e le mani che, secondo dopo secondo diventavano sempre più bianche e fredde, tenevano in una presa ferrea qualcosa di piccolo e importante.

Dopo quell'orribile scoperta, Thomas avrebbe voluto tornare a casa, riposarsi e, una volta che si fosse sentito meglio, avrebbe provato a capire le motivazioni che avevano spinto Newt a tradirlo.

Sarebbe stato difficile, sicuramente l'immagine del suo ragazzo a letto con un altro gli avrebbe fatto rivivere quell'orribile momento avvertendo ulteriori pugnalate al centro del petto, ma non gli sarebbe importato, perché anche se deluso, ubriaco fradicio e morto dentro, lui amava Newt.

Lo amava con tutto se stesso per soccombere quel sentimento profondo e indissolubile da un momento all'altro come se niente fosse.

E anche se era assurdo, anche se aveva capito che era arrivata la sua ora, non voleva lasciare la terra senza ricordare per l'ultima volta quei momenti con Newt, istanti che l'avevano reso felice e vivo. Già, gli stessi aggettivi che aveva utilizzato il "collante" per fargli capire che per lui era davvero importante.

Come un flash pensò a quel capelluto biondo dagli occhi color nocciola che, inspiegabilmente, gli aveva fatto perdere la testa. A tutti i pomeriggi dove, anziché studiare per il test del giorno successivo, come uno stalker lo seguiva per capire i suoi gusti, per vedere che luoghi frequentasse. Ricordò le tante paranoie pensando Newt etero, le pagine di diario dove di tanto in tanto annotava le informazioni che otteneva, origliando le conversazioni nei corridoi scolastici o seguendolo a casa, anche se non davano chi sa quali risultati, non si era mai arreso. Pensò con un sorriso al biglietto che gli aveva lasciato sulla sua scrivania, con su scritto scritto: Rimettiti e per la cronaca: non mi stavo sbattendo nessuna.

"Quanto sono stato stupido" dissero i suoi pensieri. Aveva ancora quel leggero sorriso sulle labbra, un  sorriso,  felice perché aveva  vissuto quegli attimi e triste perché cosciente di non viverli più.  

Rammentò il primo incontro, quando Newt l'aveva accompagnato a casa subendosi i suoi deliri, perché strafatto. Inevitabilmente gli si affiorò anche il secondo incontro nella palestra scolastica, quello ufficiale: Tommy, quel soprannome. Il nomignolo che lo aveva fatto sorridere prima di entrare in classe nel bel mezzo della lezione del professor Brown. Pensò anche quando inaspettatamente, aprendo la porta di casa, sulla soglia,  s' era trovato Newt fradicio per via del temporale. E con un nuovo sorriso rievocò  il primo bacio,  la fuga, le risate, le preoccupazioni, il solletico, l'emozione di averlo chiamato improvvisamente"amore" ed essere chiamato così con altrettanta naturalezza. Infine, con una gioia che gli pompava nel cuore, ineguagliabile e impossibile da definire, non poté non ricordare la loro prima volta.

Indelible||Newtmas||[In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora