Capitolo 5

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  Erano scoccate le 15:50 , presi di fretta e furia la mia borsa con i libri per recarmi da lei,la ragazza etichettata come "la più strana della classe" .

Suonai il campanello,dopo tre tocchi di "bussate" mi aprì un'anziana signora,sulla settantina probabilmente,i suoi capelli erano tanto grigi,grigi quanto il fumo che inquina le mura di questa città,aveva il volto segnato da un infinità di rughe,stanco,annoiato ma allo stesso tempo aveva gli occhi che le brillavano e che segnalavano un barlume di speranza.
Immediatamente mi presentai.
"Salve,sono Shay, sono venuta qui per studiare con Lesly"
"Che piacere conoscerti,sei la prima che viene da queste parti,mia nipote è sempre cosi sola. "
"Il piacere è tutto mio,lei dov'è?"
"E andata a comprare del cioccolato,in modo che io possa preparare dei buonissimi biscotti per voi"

"Non c'è bisogno" disse Lesly. "Già ne ho portati alcuni preparati da mia madre,non si disturbi per favore"
" Ohw,nessun disturbo,vorrà dire che lei assaggerà quelli di tua madre e tu mia cara signorina bella, i miei" Sorrise.

Aveva un espressione cosi amorevole e gentile che ricambiai il sorriso.
Nel frattempo mi invitò ad accomodarmi in sala da pranzo,era la prima volta che vedevo casa sua,era proprio come me l'aspettavo,moderna e abbastanza grande.
La sala da pranzo era costituita da una parete bianco latte con sopra delle copie di opere di alcuni grandi pittori,ma uno mi colpì particolarmente e cominciai a fare domande.

"Questo dipinto ha un non so che di affascinante,intrigante e... "
"Misterioso forse?" Chiese la nonna.

"Si..esatto"
Il dipinto era pieno di colori vivaci,era di un artista spagnolo,Salvador Dalì..la nonna mi spiegò che il quadro si chiamava "La persistencia de la memoria" e risale all'epoca surrealista.

Lo sfondo era caratterizzato dal marrone chiaro-scuro del terreno e l'azzurro del cielo con aperture verso l'arancio ed il rosa.

In primo piano vi erano tre orologi,rovesciati,molli,quasi liquefatti come se le lancette fossero stanche di correre e puntavano sempre sulla stessa ora,oltre a questi tre vi era un altro che al contrario era normale,diritto,rosso e divorato da formiche. Queste formiche rappresentavano la paura,in quanto l'artista ha sempre nutrito una grande fobia verso questi animaletti.

In secondo piano un albero secco,senza foglie,di un colore quasi inesistente,un albero che simboleggia la morte.
Continuavo a fissarlo.
"E inquietante e allo stesso tempo misterioso,vero Shay? " Chiese la nonna.

"Si" Risposi. "Cosa rappresenta?"

"Lo scorrere del tempo"
"Può spiegarmelo meglio?"
"Che bella sorpresa,una ragazzina giovane come te interessata a questo genere di cose..beh,secondo Dalì gli uomini sono convinti che il tempo si possa misurare attraverso un orologio , eppure questi strumenti tecnici sono messi in crisi dalla memoria umana, un dato né quantificabile né tangibile che è alla base della soggettività del tempo. "
"Vuole dire che il tempo non fa dimenticare i ricordi?"

"Qualcosa del genere" sorrise.
Mi offrì un caffè e facemmo due chiacchiere sulla vita in generale,la scuola,gli amici e tanto altro..erano le 17:30 ma Lesly ancora non aveva fatto ritorno,cominciai a preoccuparmi.
"Sta tranquilla,è solita andare via per molto tempo,non è successo nulla"
"Avevamo un appuntamento però.."

Mi accarezzò la guancia e disse: "Non abbandonarla anche tu,lei ha bisogno di una persona come te,lei ha bisogno di te"

"Di me ? "
"Certo,ho parlato molto poco con te,ma il necessario per capire come sei fatta e ti assicuro che ho tanta esperienza nell'indagare l'anima delle persone,sono o meglio ero una psicologa ma qualche particella di conoscenza e intuito ancora mi è rimasta"
"La ringrazio,lei mi lusinga"
Sento abbaiare.
Lesly è tornata e con lei il suo cagnolino.

"Eccomi,scusa il ritardo Shay,avevo bisogno di pensare"
"Non ti preoccupare,dove sei stata" ?

"Non posso dirtelo,altrimenti non sarei più strana ai tuoi occhi" Fece l'occhiolino e già cominciai a vederla in altro modo.
"Beh..hai le tue ragioni suppongo,studiamo? "
"Si,ma prima perchè non aiutiamo mia nonna a fare i biscotti?"






Dopo un ora di lavoro in cucina tra pasticci,crema per tutto il davanzale,grembiuli di cucina sporchi di cioccolato,risate e balli imitando i cuochi della televisione,i biscotti erano pronti.

La nonna prese un guanto da cucina per tirare fuori i biscotti dal forno,le sue mani erano cosi robuste ma allo stesso tempo delicate,non so perchè ma adoravo quella signora ed è stato proprio un peccato non averla conosciuta prima. L'odore dei biscotti ormai aveva conquistato ogni angolo della casa,anche quello più nascosto,era passato attraverso la serratura delle porte per poi raggiungere anche le altre stanze.
Li posò sulla tavola e cominciammo a decorarli con della glassa di tutti i colori,blu,viola,rosa,verde e dei confettini colorati sopra che rallegravano il tutto,erano squisiti!
"Vi piacciono?"
"Nonna sei la migliore,un giorno insegnerai anche me a farli,vero? "

"Sicuro,un giorno riuscirai a farli senza il mio aiuto e senza sporcare tutta la cucina" Rise.
"Ti voglio bene piccolina"

"Anche io nonna"
In quel momento era così diversa,direi quasi dolce,come non l'avevo mai vista..o meglio come mai nessuno l'aveva vista. Rimasi sorpresa e allo stesso tempo contenta,speravo diventassimo vere amiche.

Mangiati i biscotti,ci sedemmo su delle sedie di legno pregiato che circondavano la tavola rettangolare,spostammo il vassoio di porcellana che c'era sopra e aprimmo i quaderni,ci aspettava molto lavoro da fare ed eravamo determinate a finire entro le otto,così ci siamo permesse solamente una pausa di 15 minuti. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 10, 2017 ⏰

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