Capitolo 1

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Il mio nome è Alice. Alice Withman. Si legge Elis, non provate a sbagliare.

Sono una di quelle ragazze che nessuno nota, di quelle che passano la pausa pranzo in bagno da sola a ingozzarsi di cibo.

Ogni dannato giorno vedo le cheerleader passarmi davanti e sogghignare, molto spesso con aggiunta di commenti stupidi su di me.

Già dal primo giorno avevo notato un ragazzo, scoprii in seguito che si chiamava Thomas, e che ovviamente era fidanzato, con chi? Mi chiederete voi, semplice, con Britney: il capo delle perfidissime e perfette cheerleader. Invidio quel gruppo dalla prima volta che ho messo piede in questa scuola: Los Angeles Secondary School.

Mio padre è il capo di una famosa industria alimentare e in poche parole è ricco sfondato, ma questo non mi cambia assolutamente niente, se non fosse che è grazie ai suoi soldi che frequento la LASS ( Los Angeles Secondary School ), famosissima scuola.

Di mia madre non so niente, se n'è andata quando avevo qualche mese e mio fratello qualche anno. Ora io ho 16 anni e lui 19.

Papà non ne parla mai, credo che ne sia stato traumatizzato.

Non assomiglio molto a mio padre: lui è moro con occhi castani, mentre io rossa con occhi verdi, e le lentiggini, quanto odio le lentiggini, soprattutto le mie.

Il weekend era appena passato e mi aspettava un terribile lunedì.

Imposto la sveglia alle 7.30, ovviamente non dedico tempo a preoccuparmi del mio aspetto.

Solitamente metto la prima felpa ed il primo paio di jeans che trovo nell'armadio e un po' di mascara giusto per non far spaventare i miei compagni che lancerebbero l'allarme zombie.

La sveglia suona e sento mio padre imprecare di spegnarla, mi alzo controvoglia e mi dirigo in bagno per farmi una doccia veloce.

Appena mi chiudo dentro sento bussare alla porta, mio fratello Ed : "Alice, cazzo apri la porta devo pisciare." Con che grazia.

"Piscia in giardino, stronzo!" Io non son da meno.

Sento da lontano mio padre che dice: "Moderate il linguaggio o vi spacco il culo!" Che bella famiglia.

"Si papà" Urliamo sia io che Ed in contemporanea.

Finisco di farmi la doccia esco e vado a prepararmi, come ho già detto, mi vesto a caso e mi metto il mascara.

Esco di casa e, come sempre, vado verso la fermata  dell'autobus per andare a scuola.

Giustamente lo perdo.

Non trovando nessun altro modo, torno dentro e chiedo a mio padre se può accompagnarmi. Non lo farei mai se non in casi assolutamente estremi perchè mio padre ha una fottutissima Lamborghini che darebbe troppo nell'occhio se mi portasse a scuola.

Arrivata a scuola scendo dall'auto e prendo lo zaino svogliatamente, come temevo tutta la scuola si è girata a guardarmi anzi a guardare quella dannata auto.

Passo davanti a tutti a testa bassa e sento commenti e fischi.

Disagio a mille, che situazione imbarazzante.

Faccio finta di niente anche se so che in faccia son tutta rossa.

Al suono della campanella entro in classe, ed i miei compagni smettono di chiacchierare e mi lanciano occhiate.

Uno per la prima volta prova anche a parlarmi, credo che si chiami Christian, ma non ne sono del tutto sicura.

Tutta la giornata prosegue così, con mormorii e occhiate rivolte a me.

Ma perchè ho perso quel cazzo di autobus?!?

Non vedo l'ora di tornare a casa e stendermi sul letto con le cuffiette nelle orecchie.

La campanella suona, e ciao incubo.

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