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Il giorno dopo venni svegliato dal rumore della mia gabbia che si apriva, e vidi Daniel che mi tirava fuori, tenendomi per il collare pieno di punte, ringhiai ma lui mi ignorò e tentò di mettermi una museruola, ma io iniziai a tirare: la museruola non potevo sopportarla, l'unico animale che ne aveva bisogno era Daniel, ma alla fine, con l'aiuto di Lorenzo, riuscì ad infilarmela, con non pochi problemi.

Mi misero un guinzaglio e mi trascinarono fuori, rimasi abbagliato, era tanto che non vedevo la luce del sole, mi soffermai anche a guardare il panorama, ma come al solito venni strattonato via, provai a scappare, e come al solito i miei tentativi furono vani.

Non sapevo dove stessimo andando, di sicuro non a fare una passeggiata, ma di una cosa ero certo: non sarebbe stato niente di buono.

Salimmo sulla macchina nera e viaggiammo per un po', ogni tanto Lorenzo si voltava per controllarmi e io ringhiavo.

Arrivammo in città, in una piazza, Daniel mi fece scendere e dato che ero stufo di essere picchiato, non feci tante storie.

Camminammo per un po' e ci fermammo vicino ad uno studio veterinario, e io misi la coda tra le zampe, avevo sempre avuto paura del veterinario anche quando veniva a controllarci all'allevamento.

Lorenzo mi costrinse ad entrare spingendomi da dietro.

Era pieno di altri animali, soprattutto cani io mi avvicinai ad un cocker, ma la padrona lo prese in braccio e mi lanciò un occhiataccia, poi si rivolse alla ragazza vicino a lei: "Questi cani...Dobermann, pitbull, dovrebbero sopprimerli tutti, sono pericolosi!"

Non capivo perché avesse detto così, piuttosto bisognava sopprimere Lorenzo e Daniel, io non avevo mai fatto niente a nessuno (tranne che a Lorenzo)!

Quando arrivò il nostro turno il veterinario chiese:" Avete una prenotazione?"

"No, ma è urgente." Rispose Daniel.

Il veterinario ci fece entrare nel suo studio, e mi fece salire su un tavolo, mi sembrava simpatico, ma non mi fidavo, dopotutto se aveva a che fare con i miei "padroni", difficilmente poteva essere una brava persona.

"Ditemi!" Disse l'uomo.

"Vorremmo fargli tagliare le orecchie..." Rispose Daniel, un po' titubante.

"Signore, mi dispiace ma questa pratica è diventata illegale in Italia già da un po'!" Disse scandalizzato il veterinario.

Ci fu un attimo di silenzio.

"Siamo disposti a pagare molto, la prego!" Lo supplicò Lorenzo.

Daniel lo fulminò con lo sguardo, evidentemente non era molto contento di spendere tanti soldi.

"A cosa vi serve?" Domandò sospettoso il veterinario.

"Ha un parassita e l'unico modo per eliminarlo è l'amputazione delle orecchie!" Mentì Daniel.

"Avete un certificato medico?" Chiese l'uomo.

"In questo momento no." Rispose Daniel.

"Ok, portatemelo giovedì prossimo e provvederemo." Acconsentì il veterinario.

La settimana seguente, tornammo e Daniel presentò al veterinario un certificato, ovviamente falso.

 Il veterinario fece sì con la testa, e prima che potessi accorgermene mi fece una puntura e mi addormentai.

Quando mi svegliai mi sentivo diverso, c'era uno specchio e vidi che parte delle mie orecchie non c'era più, ora erano dritte e ricoperte da una benda.

Daniel mi diede una patta che sarebbe dovuta sembrare una carezza, facendo finta davanti al veterinario, di volermi bene.

L'uomo gli diede indicazioni su quanto tempo tenere la benda e tante altre cose che né a Daniel né a Lorenzo interessavano minimamente.

Tornammo indietro e mi sbatterono con la grazia di un elefante nella gabbia, ma tolsero il telo.

Passai la giornata a pensare a quello che mi avevano fatto, come si erano permessi? Perché non se le tagliavano loro le orecchie?

Quelli che mordonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora