"Hey bello, dobbiamo andare!"
Uff... saluto quel simpatico Husky con cui avevo fatto amicizia e corro verso il mio padrone.
Oh, giusto: voi siete rimasti a quando ero in canile! Beh, occorrerà fare un passo indietro... Come sapete il commissario ha deciso di portarmi a casa con sé: non riuscivo a credere di poter gironzolare liberamente in tutte le stanze e in giardino, senza dover essere rinchiuso in qualche gabbia o chissà dove! Finalmente ho una vita serena, ma prima ho dovuto concludere un lungo ed estenuante percorso di riabilitazione, sapete... perché non sbranassi la gente per strada e soprattutto gli altri cani.
Inizialmente mi infilavano una museruola e mi portavano vicino ad altri animali, mi ci è voluto un po' per capire che non dovevo combattere: fino ad allora mi avevano insegnato solo quello. Poi, piano piano, hanno cominciato a togliermi la museruola e poi il guinzaglio, simulando le più diverse situazioni che avrei potuto incontrare in città: un cane che mi passa di fianco, un bambino che urla (a dire il vero coi bambini non ho mai avuto problemi, erano gli unici che non mi avevano mai fatto del male, a differenza degli umani adulti).
Ora finalmente posso correre libero nel parchi di Nervi, non ho più avuto problemi con i miei simili, tranne una volta in cui mi sono imbattuto in un grosso Kangal... Sono fuggito dietro una panchina, ricordando un'esperienza poco piacevole. Per il resto sono un cane nuovo, certo, ho paura del buio, dei rumori metallici, dei cani che mi ringhiano e... del veterinario. C'è ancora molto su cui lavorare ma sono soddisfatto dei miei progressi.
Ora devo proprio andare, il mio padrone deve incontrare Sara e decidere le ultime cose per il matrimonio, oh ve la ricordate Sara? La vedevamo molto spesso e alla fine è venuta a vivere con noi... Lei e il mio padrone si leccano sempre la faccia... Io sono un po' geloso allora li raggiungo e li lecco tutti e due!
Vi saluto e spero di non dovervi più raccontare più niente, non fraintendetemi, ma spero che non mi capiti più niente che sia degno di nota: desidero solo svegliarmi al mattino per andare al parco, giocare e dormire sul divano e avere una vita tranquilla e normale... Anche se non posso cancellare il passato, spesso la notte mi sveglio guaendo, pensando di trovarmi ancora in quel luogo infernale, allora vado a grattare la porta del mio padrone e, fortunatamente, lui mi apre e mi fa dormire con lui.
Non posso neanche cambiare l' opinione che la maggior parte della gente ha su di me. A volte le persone, vedendomi, si scansano e prendono in braccio i bambini o tirano via i loro cagnetti. Ecco: quella gente sì che la vorrei mordicchiare ben bene. Cosa sanno loro di me? Cosa ne sanno di cosa ho sofferto? Come sanno chi sono io? La verità è che non importa quello che faccio (o che mi hanno fatto), non importa che mi chamo Zeus, che da piccolo i hanno strappato a mia madre per rinchiudermi in una gabbia e farmi combattere, non importa che sono stato in canile e che non giocavo con un pallina da anni. Per loro sono solo un Pitbull: i cane killer, quelli che sbranano i bambini, quelli che mordono.
Zeus
Hey, come vi avevo promesso ho concluso la storia! Innanzitutto vi ringrazio per aver letto il mio racconto (1.1k visualizzazioni yee!) Ho voluto scrivere un capitolo conclusivo piuttosto tranquillo. Ora devo solo migliorare i capitoli indietro e poi potrò dirmi soddisfatta. Devo dire che mi mancava scrivere, quindi non escludo l'opzione di scrivere un secondo volume di questa storia, anche se non voglio fare come con le serie tv: fanno tante stagioni senza senso solo per portare avanti la storia, forse andrebbe lasciato così, fatemi sapere voi. In ogni caso scriverò altre cose quindi restate attivi.
E niente, questo è tutto, FATEMI SAPER SE IL RACCONTO E IL CAPITOLO VI SONO PIACIUTI COMMENTANDO E VOTANDO.
A presto!
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Quelli che mordono
General FictionImmaginate di essere portati in un posto sconosciuto, buio e freddo, di stare chiusi in gabbia, di essere bastonati e costretti a combattere... La gente chiude gli occhi e punta il dito su chi ha sofferto, senza conoscere il suo passato... Questa è...