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Quando mi svegliai, sperai che tutto fosse solo un brutto sogno e che mi trovavo con la mia mamma e tutti gli altri cani nell'allevamento, ma non era così.

La mia gabbia non era neanche due volte me, ed era buia a causa del telo che la copriva, ero spaesato ed ero solo, avrei preferito essere con Lorenzo, nonostante non fosse gentile con me, ma era sempre meglio che restare solo in una gabbia buia. Un latrato assordante interruppe i miei pensieri. Notai che il telo era messo male, ed era rimasto un punto scoperto, da cui potevo vedere fuori.

Mi avvicinai e, titubante guardai oltre le sbarre di metallo...Vidi tantissimi altri cani in gabbia: davanti a me c'erano un rottweiler e accanto un pitbull come me, loro non avevano la gabbia coperta, ma a sinistra del rottweiler, ne vidi una come la mia e, da sotto un lenzuolo che la avvolgeva spuntavano delle piccole zampine bianche...

Sentii dei passi e tornai velocemente a rannicchiarmi in fondo alla gabbia.

I passi si arrestarono vicino a me, e sentii che una gabbia veniva aperta, ma non era la mia. Sbirciai fuori e vidi l'uomo pelato che metteva una museruola ad un cane e lo tirava fuori, il cane ringhiava, allora l'uomo prese un piccolo aggeggio e ci soffiò dentro, era un fischietto, ma faceva un rumore strano, e il cane si accucciò immediatamente. L'uomo allora gli mise un guinzaglio e lo portò via.

Era un doberman pieno di cicatrici, e senza un occhio: "Che cosa gli è successo?" Mi chiedevo, e la risposta non si fece attendere.

Pochi istanti dopo vidi passare Lorenzo con un cane corso.

Sentii che parlava con l'uomo pelato, mentre si avviava in una parte più ampia dell'edificio. Non riuscivo a vedere cosa stessero facendo.

"Pronto?"

"Pronto!"

"Via!"

Sentivo i cani che abbaiavano e ringhiavano.

"Dai, così!"

"Che cosa fai!? Mordi!!"

Dopo qualche minuto tornò il silenzio.

"Secondo me è meglio che portiamo Satana." Disse l'uomo pelato.


"Sì, secondo me è più in forma." Confermò Lorenzo.


"Allora è deciso." Disse alla fine l'uomo pelato.

Vidi che Daniel che tornava con il dobermann.

"Sarà per la prossima volta!" Disse mentre tentava di far entrare il cane nella gabbia.

"Entra, deficiente!" Gli urlò prendendo un frustino da equitazione e usandolo per picchiarlo.

Il cane obbedì e Daniel chiuse la gabbia.

Nel mentre Lorenzo aveva rinchiuso Satana

Il giorno dopo, quando mi svegliai andai subito a guardare fuori: era tutto come ieri.


Avevo fame e sete, erano due giorni che non mangiavo e non bevevo.


Passarono un paio d'ore e sentii la voce di Lorenzo.


"Daniel, do da mangiare ai cani?"


"Sì, vai!"


Sentivo le gabbie che si aprivano e chiudevano.

Quando fu il mio turno, sperai che il telo non venisse sistemato, sennò non avrei potuto più guardare fuori e fortunatamente, Lorenzo ne alzò solo una piccola parte. Dopodiché aprì la gabbia e io, istintivamente, tentai di scappare, ma appena misi una zampa fuori, mi afferrò per la collottola, mi colpì con la mano due o tre volte e mi risbatté nella gabbia.

Avevo paura, ma avevo anche fame e sete,quindi aspettai che mi venisse dato del cibo.

 Lorenzo prese una ciotola con dell'acqua e la mise vicino a me, mentre bevevo, prese una piccola scatola con dei buchi e la aprì: con mia grande sorpresa, saltò fuori uno scoiattolo, a quel punto, chiuse la gabbia.

Ero immobile, ad un certo punto, saltai addosso allo scoiattolo, e lo vedevo saltare da una parte all'altra, credevo che fosse stato messo lì per farmi giocare.

Dopo un po' riuscii a catturare il roditore, e lo tenevo fermo con le zampe, scodinzolando, ma vidi il suo sguardo terrorizzato e lo lasciai andare.

"Perché non mi hanno dato da mangiare?" Pensavo.

Qualche ora dopo il telo si alzò un pochino e vidi le facce stupite di Lorenzo e Daniel. Non capivo cosa avessero da guardare.


Lorenzo scoppiò a ridere, ma Daniel invece si arrabbio.

"Non c'è niente da ridere!" Urlò.


"Magari non ha fame..." Ribatté Lorenzo, ironicamente.


"Mi avevi detto che aveva la stoffa del campione!"


Lorenzo non rispose, e i due se ne andarono.

Qualche ora dopo, non ci vedevo più dalla fame. Guardai lo scoiattolo, che se ne stava dal lato opposto della gabbia. Avevo capito...mi avevano dato da mangiare.

Tremante, balzai sull'animale.



Quelli che mordonoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora