Capitolo 5

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Sento il suono della sveglia e mi rendo conto che sono già le 6

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Sento il suono della sveglia e mi rendo conto che sono già le 6.30. So che solitamente i ragazzi della mia età si alzano sempre all'ultimo secondo ma io preferisco fare tutto con calma ed avere anche del tempo per ripassare prima di uscire di casa. Questa mattina però faccio veramente tanta fatica. Sarà tutta l'agitazione di ieri sera. E così il mio pensiero corre subito a lui. Accendo immediatamente il telefono sperando di trovare qualcosa ma nulla. In effetti è troppo presto. Starà sicuramente dormendo. Come una specie di zombie mi alzo dal letto e vado in bagno per lavarmi un po' il viso e per cercare di aprire bene gli occhi. Mi vesto velocemente con i vestiti che fortunatamente avevo preparato ieri pomeriggio. Se avessi aspettato la sera per sceglierli come al mio solito a quest'ora starei disperatamente cercando qualcosa da indossare... infatti ieri sera avevo ben altri pensieri per la testa. Dalla cucina sento il "drin" del microonde. È mio padre che mi ha riscaldato il latte.

"Ciao papi grazie"

"Ciao Sofi ti vedo bella sveglia questa mattina..." mi dice in tono ironico.

Non ho certo intenzione di raccontargli quello che è successo... è vero che con me è sempre disponibile ma non è abituato a questo genere di cose. È un padre e di conseguenza rimarrà sempre geloso di sua figlia.

Per questo decido di sviare anche se non sono per niente brava a dire le bugie e non mi piace neanche farlo. Questa sarà però una piccola bugia a fin di bene.

"Si è che ieri ho fatto un po' tardi per ripassare..."

"Ah già oggi hai la prova di matematica. Dai poi fammi sapere"

"Sisi certo".

Sinceramente oggi quella verifica è l'ultimo dei miei problemi ma dovrò cercare di concentrarmi il più possibile.

Finita la colazione vado in bagno a sistemarmi un po' il trucco. Per la scuola mi limito ad una matita nera nell'interno occhio, che mi valorizza un po' lo sguardo, e un lucidalabbra di un rosa quasi trasparente.

Mi rimangono gli ultimi 10 minuti per dare una ripassata rapida e poi via a scuola.

Mentre aspetto in macchina sento la vibrazione del mio telefono. Credo che il mio cuore abbia perso un battito. Respiro e prendo in fretta il telefono. Un messaggio su whatsapp:

"Ciao tesoro buona scuola"

È solo mia madre. I miei genitori si sono separati a settembre. Per anni hanno vissuto insieme più che altro per me ma adesso, da quando la mamma ha trovato una nuova casa per lei in affitto, l'atmosfera è decisamente migliorata. Il rapporto con mia madre non è proprio un granchè. La vedo poco e non mi va di parlarle anche se lei cerca in tutti in modi di coinvolgermi e di farmi trascorrere più tempo con lei. Non so neanche io perché mi comporti così. Non è per cattiveria. È che forse i nostri caratteri sono troppo diversi e quello che è giusto per me non lo è per lei e viceversa. Comunque non le ho mai mancato di rispetto perché ritengo che sia sempre mia madre. Per quanto io mi sforzi non riesco proprio ad aprirmi con lei ed a rinsaldare il nostro rapporto perché per qualsiasi cosa ha sempre da dire facendoti passare la voglia di raccontarle "cose interessanti della mia vita". Anche se, a parte la chat di ieri, non credo però che io viva queste cose interessanti.

Rispondo al suo messaggio ogni giorno allo stesso modo:

Ciao sono arrivata a scuola. Grazie.

A volte mi sento male per le mie risposte molto fredde ma con mia madre non riesco a fare di meglio.

Decido di entrare anche se mancano 10 minuti al suono della campanella. Forse stare con gli altri mi permette di pensare ad altro. A qualsiasi cosa che non sia Samuel.

La verifica non è stata poi così difficile. Nonostante il mio livello di concentrazione che mi ritrovo oggi, credo che sia andata abbastanza bene. Sempre meglio però non pensare prima all'esito finale visto che tutte le volte accade il contrario di quello che penso. In ogni caso questo doveva essere un recupero quindi non ho problemi.

Sembra che questa giornata non passi più. Prendere appunti diventa molto difficile quando in testa ti ritrovi solo Samuel e ti verrebbe da scrivere solo quel nome in caratteri cubitali.

Alle 11 ringrazio infinitamente la campanella che segna l'intervallo. Inizio a mangiare un pacchettino di tarallini portati da casa e poi accendo il telefono.

I miei occhi si illuminano all'istante e spero che quelle indiscrete delle mie compagne non l'abbiano notato. Meglio che in quella classe nessuno sappia niente:

Buongiorno :)

Ora che leggo il tuo messaggio è davvero un buongiorno.

Rispondo a mia volta con un messaggio del buongiorno.

Purtroppo non posso continuare perché l'intervallo è già finito.

Se lui vorrà mi sfogherò oggi pomeriggio tanto non ho compiti e sono sola in casa.

Non vedo l'ora di ritornare a casa e vedere cosa accadrà. Mi chiedo solo se vorrà e quando vorrà vedermi. Questo non mi da proprio pace. Fortunatamente nelle prossime ore guarderemo un film visto che la nostra prof di italiano è assente. Mi sa che per una volta proverò a scollegare completamente il cervello durante l'ora scolastica per riuscire ad estraniarmi da tutto e non pensare a niente. Sarà dura ma ci devo provare altrimenti questo chiodo fisso mi tormenterà troppo. E siamo solo all'inizio...

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