2°capitolo

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É arrivato sgommando. Scende dalla macchina sbattendone la portiera. O è ubriaco o è arrabbiato. Pensa Elisa terrorizzata. In effetti tiene troppo alla sua macchina, una porche bianca lucido, per trattarla così.
Simon si avvicina alla porta e armeggia con le chiavi che gli cadono a terra ogni 5 secondi. Si arrende.
«AMORE» si, é ubriaco. «APRI LA PORTA» Lei scende e apre. L'odore di alcool le da alla testa. Tra quello della sera prima e il forte tanfo di ora, il mal di testa non la lascerà per un pò.
«Simon, sei ubriaco fradicio» gli dice Elisa con una smorfia.
Lo fa entrare e lo porta sul divano beige di pelle. Lui l'attira a se e la bacia. Il tanfo é insopportabile e il sapore di acido le tira su un conato di vomito. Inoltre i sensi di colpa l'assalgono. Si rifiuta di continuare ciò che Simon ha in mente.
«N-no Simon, aspetta»
«Eddai vieni qua... Mi manchi»
Simon si alza e la trascina nella camera da letto. Comincia a baciarla sul collo afferrandole un seno e stringendoglielo fino a farle male.
«No, non voglio» Elisa non riesce. I ricordi sono troppo vivi.
Si stacca da lui con dolcezza con la speranza di non farlo arrabbiare.
Tentativo fallito.
«ti ho detto di venire! » grigna Simon. L'afferra per i polsi e l'attira nuovamente a se lambendole il collo con la lingua.
«Ahi! Mi fai male! Lasciami!» Elisa ritrae con forza i polsi e lui la colpisce con uno schiaffo. Il silenzio avvolge la casa mentre il rumore dello schiaffo rimbomba nelle orecchie di lei.
Elisa si porta, automaticamente, la mano alla guancia strofinadosela. Non é lo schiaffo ad avergli fatto male. E lei lo sa.
Gli lancia uno sguardo di fuoco, si avvicina alla tavola e afferra le chiavi della sua macchina.
«cresci, Simon, cresci». E lo lascia lì, stordito da quella frase detta con rabbia.
«vieni subito qua. ELISA!» la sua reazione, però, non tarda ad arrivare. Simon grida il suo nome ma Elisa é già  fuori di casa e sta entrando nella macchina. Non arriva a mettere a mettere in moto che lui bussa con forza alla portiera.
«dai scusa, non volevo» Elisa mette in moto e se ne va lasciandolo solo e disorientato

••

Elisa comincia a correre con la macchina. Vaga senza alcuna meta. Le lacrime le rigano il viso bruciandole gli occhi. E corre, corre, corre piangendo.
É solo uno schiaffo. É solo uno schiaffo. No! Non è solo uno schiaffo.
É stato troppo forte per lasciar perdere e, cosa peggiore, non era il primo.

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