CAPITOLO 3

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Sono passate due settimane da quando ho parlato del mio compleanno con Francesco e tra 5 giorni dovró festeggiarlo in qualche modo.
Questa mattina, quando mi sono svegliata, mia mamma non era a casa, ma la sera prima non mi aveva avvisata, strano.
Come d'abitudine scrivo alla mia migliore amica e le dico che oggi prendo l'autobus con lei. Gaia mi risponde dopo qualche minuto, mentre io sto bevendo un bicchiere di spremuta.
Alle 7:25 prendiamo il bus per miracolo e dopo circa quindici minuti scendiamo da quell'inferno. Ci accendiamo una sigaretta e ci dirigiamo verso scuola. Seduto sulle scale troviamo Francesco che sta parlando con dei suoi compagni di classe, lo saluto, lascio finire la sigaretta a lui e salgo per andare in classe.
La giornata passa troppo lentamente e quando suona l'ultima campanella che ci libera da quella prigione, sono troppo entusiasta. Scendo le scale di corsa, e mentre cerco Gaia, incrocio gli occhi di uno sguardo famigliare, è Davide.
Aveva in una mano un mazzo di fiori, e nell'altra un pacchetto di sigarette e una lettera. Mi viene incontro e mi abbraccia e mentre si stacca da me io sto tremando. Si scusa, non so bene per cosa, e mi porge i fiori, le sigarette e per ultima la lettera. Mi chiede di leggerla lí davanti a lui e io faccio come mi chiede. Non mi accorgo che quando finisco di leggerla ho gli occhi pieni di lacrime e gli salto addosso senza pensarci due volte.
Io: "Perchè me lo dici solo ora?"
D: "Non trovavo il modo giusto, e avevo paura"
Io: "Paura di cosa?"
D: "Di non essere ricamb..." senza lasciarlo finire di parlare, gli prendo il viso tra le mie piccole mani e lo bacio con delicatezza. Aspettavo quel momento da una vita e ora che sta succedendo non mi sembra vero.
Metto le sigarette in tasca, lo zaino in spalla e tengo i fiori sotto braccio, lui prende la mia mano e la intreccia con la sua, ma la mia è talmente piccola che scompare.

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