CAPITOLO 6

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Quando arriviamo a casa sua, non troviamo nemmeno una luce accesa quindi lui mi dice che possiamo fare con calma e io mi rilasso un pochetto.
D: "Mettiti comoda, fai come se fossi a casa tua! I miei non ci sono, sono fuori per lavoro. Passerai la notte qui con me, voglio farti diventare mia"
A quelle parole rabbrividisco. Davvero vuole questo? Siamo sicuri che per lui non sia solo un gioco? Non ne sono proprio convinta, ma non lascio trasparire le mie paure.
Io: "Va bene, ma avrei una cosa da chiederti"
D: "Dimmi pure, non aver paura"
Io: "Posso farmi una doccia?" e soffoco una risatina che mi esce spontanea.
D: "Ma certo! E tu che mi fai preoccupare, pensavo fosse qualcosa di piú serio haha. Allora gli asciugamani sono nel mobiletto del bagno, mentre per pigiama puoi usare qualcosa di mio, ora vado a vedere cosa puoi metterti, tu intanto vai pure a fare la doccia"
Io: "Grazie mille!"
D: "Di nulla, se hai bisogno chiamami!"
Salgo le scale e trovo subito la porta del bagno, in fondo a sinistra. Ci entro e noto con piacere che c'è anche uno shampoo femminile, probabilmente di sua mamma o di sua sorella. Mi spoglio velocemente ed entro nella doccia, apro l'acqua e la faccio scivolare sulla mia pella fredda, cerco di non pensare a quello che mi ha detto poco fa Davide e quindi provo a liberare la mente e a rilassarmi.
Finita la doccia, vedo che vicino alla porta ci sono dei boxer di Davide e una sua maglietta abbastanza larga, mentre li guardo sorrido e non aspetto neanche un momento per mettermi addosso i suoi vestiti. Noto che i boxer mi evidenziano il culo e che la maglietta, essendo bianca, lascia intravedere il seno, cosí decido di rimettermi il reggiseno per non sembrare troppo volgare. Appena esco dalla porta mi trovo Davide appoggiato al muro con indosso dei pantaloncini da calcio e senza maglietta. Mi squadra con un sorriso malizioso e mi fa fare un giro su me stessa per vedere come mi stanno i suoi vestiti.
D: "Sei veramente bellissima e devo ammettere che ti stanno alquanto bene i miei boxer!" e dopo questa affermazione mi assesta uno schiaffo sul mio fondoschiena, ma senza farmi male. Dopo quel gesto gli faccio la linguaccia come una bambina e vado a cercare la stanza in cui poi avrei dormito. Lui si limita a seguirmi, senza dirmi nulla mentre io gli chiedo ad ogni stanza se era quella che mi spettava per quella notte. Poi arrivata sulla soglia della sua stanza, lui mi da una piccola spinta, ma abbastanza forte da farmi inciampare e cadere sul letto. Mi si avvicina sempre di piú e prima di affiancarmi sul letto, resta di fronte a me qualche secondo a guardarmi.

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