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É sabato, finalmente. Ariana si sveglia e striscia verso la cucina.

Beve una tazza di caffè, ma finisce per addormentarsi. Immerge il naso nella tazza, e si sveglia quando sente il calore della bevanda sulla pelle.

«Cazzo!»

Bussano alla porta, ma quando Ariana apre, trova solo una scatola.

«Oh, mio, dio. E se qualcuno si fosse suicidato ed io fossi colpevole?»

Nella scatola c'é scritto:"festa a casa mia. Domani sera.  -Chris.

Ad Ariana sono sempre piaciute le feste, ma non andrà mai, mai e poi mai alla festa di Chris.
squilla il cellulare. È zia Madison.

«Ciao, zia. Tutto bene?»

«si zuccherino. Hai sentito della festa di Chris vero? Ci andrai?»

«Come fai a saperlo? Comunque no, non ci andrò.»

Sua zia ridacchia.

«Oh, tesoro. Ci devi andare! Potreste fare amicizia. Comunque, me l'ha detto sua madre.»

«Ci penserò.»

Ariana chiude la telefonata e prende in mano l'invito. Non sa cosa fare.

Bussano alla porta.

«Ma che palle. Perché la gente si presenta a casa mia sempre di mattina?»

Apre la porta, è Luke.

«Ciao! Scusa se mi hai sentito imprecare, se sono in pigiama e se il mio naso sembra una melanzana ma mi sono svegliata da poco. »

Luke sembra arrabbiato.

«Dobbiamo parlare. Seriamente. »

«Ehm...okay. Okay. Ti preparo un caffé? Del té? Latte? Cioccolato? Latte al cioccolato? Caffè con té latte e cioccolato?» Ariana parla così veloce da sembrare un robot.

«No.»

Luke si siede su una sedia, ed Ariana fa lo stesso. È piuttosto agitata.

«So tutto.»

«Tutto ? Cosa?»

«Del tuo passato, Ariana.»

«Ah...»

«Me lo dovevi dire prima. Mi sento profondamente deluso. Io non ti avrei detto nulla, Ariana. Non ti avrei giudicata. Perché non ti fidi di me?»

«I-Io...non lo so, Luke.»

«Non lo sai? Che cazzo di risposta è?»

«Volevo aspettare il momento giusto per dirtelo... »

Luke non risponde, e va via, sbattendo la porta.

Ariana si sente in colpa. Perché non gliel'ha detto? Perché non si fida di lui? È confusa.

Inizia a piangere. Inizia a piangere e non riesce a smettere.  Vorrebbe avere qualcuno con cui parlare. Qualcuno a cui raccontare tutto. Tutta la verità.

Prende il telefono e chiama Shawn.

Sta facendo la cosa giusta?

«Pronto, Ariana, tutto bene?»

«Potresti venire un attimo a casa mia? Ti prego, ho bisogno di parlare.»

«Okay, sto arrivando.»

Nel giro di qualche minuto, Shawn è a casa.

Entra e si siede con Ariana sul divano.

«Ehi, perché piangi?»

«E' successa una cosa terribile, Shawn.»

«Cosa? Raccontami tutto.»

Shawn appoggia la mano sulla spalla di Ariana e l'accarezza.

«Ho litigato con Luke. Ha scoperto tutto...perché non gliel'ho detto prima? Sono un disastro cazzo.»

«Mi dispiace...»

«Non ce la faccio più... Non ce la faccio a tenermi tutto dentro.»

«Tenere dentro cosa?»

«Quello che è successo. »

Shawn guarda verso il basso.

«Io ho ucciso mio padre. Ma nessuno sa quello che mio padre ha fatto. Ho sbagliato. Non dovevo farlo. Ma ero solo una povera  quindicenne in cerca di aiuto. Se avessi avuto degli amici, se avessi avuto qualcuno a cui raccontare i miei problemi, se avessi avuto una famiglia fottutamente normale, non sarebbe successo quel che è successo. »

«Mio padre era una merda. Beveva, fumava, non faceva un cazzo per la nostra famiglia e maltrattava mia madre. Tutti i bambini vedono loro padre come un eroe, quello pronto a difenderli, pronto ad uccidere i mostri sotto al letto e pronto ad asciugare le lacrime se necessario. Io no. Lo odiavo sempre di più. Mi faceva sempre più schifo. Ogni sera tornava a casa tardi ed era andato chissà dove.

Nessuno nella mia famiglia aveva il coraggio di ribellarsi. Nemmeno mio fratello Frankie.
Spesso ha picchiato anche me. Tutti i soldi dello stipendio che prendeva mia madre li spendeva per sigarette, alcool, droga e svago.
Soffrivamo. La mia famiglia soffriva. Ma nonostante ciò, mia madre continuava ad amare mio padre. Continuava a sperare in un cambiamento...»

Ariana non riesce a continuare per via delle lacrime, così Shawn l'abbraccia.

«Ehi, se non te la senti non fa nulla.»

«No, Shawn. Devo togliermi questo peso.»

«Cosí, un giorno, presi uno dei fucili da caccia di mio nonno e sparai. Avevo le mani che tremavano e non riuscivo a stare in piedi. Le ultime parole di mio padre furono:"Fratello." Non so cosa significhi precisamente, é da anni che provo a capirlo...
Quando mia madre e mio fratello mi videro rimasero scioccati. Piangevano. Mia madre chiamò la polizia, e da quel giorno lei e Frankie non mi parlarono più. Solo dopo un po' di tempo mi resi conto di ciò che avevo fatto. Mi resi conto che avevo ucciso una persona.»

Spazio autrice
I'M ALIIIIIIIIIIIIIIVEEEEEE
SONO VIVA
Non aggiornavo da 927372882373 anni i know, scusatemi

questo capitolo fa abbastanza schivo ma ook
A breve posterò il prossimo capitolo eee succederanno cose

love uuuuu

Baci alla pesca (cit.)🍑

Killer»sharianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora