Capitolo 2

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Thomas Pov's
Apro gli occhi, mi guardo attorno: non so dove mi trovo. Intorno a me c'è solo bianco...inizio ad agitarmi, ma poi mi ricordo: sono nella mia nuova camera. Beh, sempre se una stanza piena di scatoloni con brandina situata in un angolo si possa chiamare camera. Fortunatamente oggi, in mattinata, dovrebbero arrivare i mobili.
Guardo l'orologio sul mio cellulare: sono solo le 6.30! So che non riuscirò a riaddormentarmi, così mi alzo. Raggiungo il mio zaino, abbandonato dall'altra parte della stanza, e frugo dentro finché non lo trovo: per prima cosa sento sotto le mie dita le pagine, leggermente ruvide. La copertina invece è liscia e lucida. Tiro fuori il libro dallo zaino. Ed ecco che arriva: chiudo gli occhi, e il profumo delicato delle pagine mi riempe le narici. Per un momento mi dimentico chi sono e dove sono, lasciandomi trasportare dalla bella sensazione che che mi sento dentro. Apro gli occhi e mi soffermo a contemplarlo: The Maze Runner, Il Labirinto (Vol. 1), di James Dashner, prima edizione. È il mio libro preferito, ormai lo so a memoria, è la quarta volta che lo leggo, ma non riesce mai a stufarmi. Amo il genere fantasy, immergersi in un'altra realtà mi permette di distaccarmi dalla mia vita e dai miei problemi. Mi butto sulla brandina e apro il libro. Mi immergo nella storia, mi immedesimo nei personaggi, e mi sembra che sia passata a stento una mezz'ora quando sento suonare alla porta. Possibile che siano già arrivati i mobili? No, non è possibile, dovevano arrivare verso le dieci o le undici! Ora saranno a malapena le ott...non posso crederci! Sono le 10.49! Ma è impossibile che abbia letto tutti questo tempo, mi sembra quasi  di aver appena aperto il libro. Va beh, me ne dovrò fare una ragione. Infilo il segnalibro e chiudo accuratamente il libro, poi mi alzo e mi infilo frettolosamente dei jeans e la prima t-shirt che ho sotto mano. Poi scendo i gradini. Nel frattempo sento che mia madre ha aperto la porta e sta parlando con un omino tozzo sull'uscio della porta. Dalla finestra intravedo un grosso camion bianco parcheggiato davanti a casa nostra, e un altro omino impegnato ad aprire il portellone del veicolo. <<Ah eccoti Tom! Credevo quasi che non ti fossi ancora svegliato>> <<Mamma, lo sai che sono un tipo mattiniero, stavo leggendo>> <<Comunque menomale sei sceso. Sono arrivati i mobili, e devono portarli in casa>>.

I due uomini cominciano a portare i mobili in casa mentre mia madre li controlla, così decido di farmi un giro. Cammino un po' finché non arrivo in un parco. È quasi vuoto, ci sono solo un paio di bambini sullo scivolo, e un gruppo di ragazzi seduti su un muretto. Una nuvola di fumo li circonda, probabilmente stanno fumando. Mi tengo a una certa distanza, l'odore del fumo mi dà la nausea. Ad un tratto uno dei ragazzi si alza. Viene verso di me. Poi lo riconosco: è Newt.

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