Capitolo 3 - Il GreenDeer Centre

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Mentre mi guardavo attorno, all'interno del fioraio, il signore che mi aveva aperto parlò:- Sei Kira Reyes, giusto? Mi chiamo Maximilian Jackson, Max se vuoi. Sono il proprietario.
Sarah ti dirà cosa fare, apriamo tra 15 minuti.

Detto questo, andò dietro al bancone e aprì una porta, scomparendo dietro ad essa. Sentii delle voci e poi mi venne incontro una ragazza giovane, bionda e con gli occhi verdi, non troppo alta, che mi salutò allegramente.

-Ciao Kira! Io sono Sarah Angels, piacere di conoscerti! Non sai quanto sia felice di non essere più sola qua! Ci si annoia a morte!

-Uh... Piacere Sarah. Bel posto, davvero magnifico! Da dove si comincia?

-Sei una a cui piace lavorare eh? Vai nel retro e cambiati, poi vedremo cosa farti fare!

Feci come mi diceva. La conoscevo sì e no da due minuti e già mi aveva sorpreso per quanto era vivace.

Ci mettemmo al lavoro, con lei che mi diceva ciò che dovevo fare: potare delle piante, innaffiarne altre, accogliere dei clienti.

Questi erano persone di ogni genere: ragazzi che volevano comprare una rosa per l'amata, giardinieri o semplici appassionati, persone che si recavano in visita alle tombe dei loro parenti, bambini con le madri, uomini d'affari, sportivi, anziani.
Pareva che tutta la città amasse i fiori e i loro splendidi colori.

Quando arrivò l'orario di chiusura, salutammo Max e io e Sarah ci avviammo.

-Ehi, ti va di andare a fare un po' di shopping?- mi chiese lei.

-Un po' di?

-Di shopping! Non dirmi che non sai cosa vuol dire! D'accordo che mi hai detto di venire dalla Periferia, ma pensavo che i centri commerciali ci fossero anche lì!

-Aaah, ho capito! In realtà ci sono solo dei piccoli negozietti...

-Allora vuol dire che ti porterò a vedere il più grande luogo che tu abbia mai visto!- detto ciò, mi prese per un braccio e mi trascinò dietro di lei.

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Quando vidi dove mi stava portando, sgranai gli occhi: era un enorme edificio in vetro e acciaio, probabilmente un vecchio palazzo restaurato. Fiumi di persone andavano e venivano, dentro e fuori.
Sulla facciata, sopra alle ampie porte d'accesso, torreggiava una scritta:

GreenDeer Centre
Se non c'è qui, non esiste!

Quando entrammo rimasi ancora più sbalordita: centinaia di negozi, posti su tre piani, erano presi di mira dalle persone all'interno. Al centro della pianta a croce del palazzo si trovava una statua in bronzo raffigurante un cervo, il simbolo del centro e di tutte le varie proprietà della Federazione GreenDeer.

Sarah mi condusse verso un negozio di vestiti, dicendo:- Questo è il mio preferito, vedrai che troveremo qualcosa che ti piace!

Io la seguii esitando, tutta la gamma di colori e fantasie degli abiti esposti mi facevano andare insieme i sensori ottici...

-Allora... Provati questi pantaloni... E questi! Che carina questa maglietta! E guarda quella felpa laggiù, stupenda!

Dopo avermi messo in braccio una montagna di vestiti, Sarah mi spinse verso il camerino:-Su dai entra e provali! E non ti preoccupare per il prezzo, pago io!

-Grazie, ma... Non so se prenderò molta roba, mi basta giusto qualcosa.

-Insisto! Sei appena arrivata in città e voglio che tu venga accolta nel migliore dei modi! E ora cambiati!

Sì, Sarah era decisamente troppo vivace...

Finalmente un attimo di pace.

Pensai una volta all'interno del camerino. Con calma passai in rassegna i vestiti che avevo davanti.
Ne scartai un paio che non mi piacevano e cominciai a provarne qualcuno.

Non mi piacevano le magliette troppo attillate o appariscenti, stessa cosa per i pantaloni. Preferivo invece dei comodi jeans, felpe un po' scure e magliette a mezze maniche, magari con qualche scritta.

Stavamo andando verso la cassa a pagare, quando per sbaglio urtai contro un manichino.
Lo vidi cadere al rallentatore, mentre finiva addosso ad un altro, e così via come un domino.

Tutti si girarono verso di me, Sarah, e la scia di manichini a terra.

La commessa era infuriata, ma riuscimmo a trovare un "accordo".
Dico soltanto che uscimmo di lì che gli addetti alla pulizia del GreenDeer Centre ci ringraziano per il negozio in meno da dover pulire, quel giorno.

La mia avventura nel mondo degli umani cominciava davvero bene. Dopo aver passato un mese chiusa in casa a raccogliere informazioni, il primo giorno in cui uscii combinai i peggio disastri.

È normale, no? Capita a tutti.

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