3.

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"Quando... quand'è stata...

l'ultima volta che ho visto..
il Sole?

Sangwoo... non è qui ora...
Potrei scappare via, no?
No. Non posso.

Sangwoo non vuole...
Sangwoo non mi vuole."

Erano ormai passati giorni, se non una settimana da quando era lì. Ore ed ore passate nel completo buio, in silenzio, a volte sottomesso dai lamenti di dolore di Yoonbum. Una volta al giorno, ogni tanto anche due, gli portava del cibo, il suo solito ed orrido porridge scaduto, un po' d'acqua, tanto per tenerlo in vita, e delle pillole antidolorifiche, per farlo smettere di urlare.

Ogni pomeriggio, però, Sangwoo si presentava giù nello scantinato, e cominciava ad allenarsi, per tenersi in forma, forse. Cominciava a fare qualche addominale o qualche flessione, proprio davanti al più piccolo, che sbavava nel vederlo peggio di un animale eccitato.

Però, nemmeno la visione del bel ragazzo riusciva a togliergli il male che provava in corpo, così da disturbare la concentrazione del biondo, che ogni volta gli tirava addosso qualche oggetto lì nelle vicinanze, per farlo tacere una volta per tutte.

«Non sei stanco di lamentarti, umh? Non sei nemmeno un bravo ascoltatore, ti ho già detto di stare in silenzio tante di quelle volte, fai più casino di una troia» Smise di fare i suoi esercizi, mettendosi in piedi, alle sue spalle. Cominciò a camminare verso di lui, raccogliendo tutte le scatolette vuote del porridge di tutta la settimana. «Ti ho anche fasciato le caviglie e ti ho dato tutte le cazzo di cure che volevi, cosa ti devo dare per farti chiudere quella fottuta bocca? Ti ci devo ficcare il mio pene, mh?» Si sedette davanti a lui, continuando a parlare.

Gli prese un polso, ora legato con una catena. «Guardami» Affermò, serio, facendogli girare il volto verso di lui. Cominciò ad accarezzargli il petto con una lentezza snervante. «Sei pelle e ossa.. Dov'è il grasso? Dov'è il seno?» Con le dita, iniziò a prendere un po' di pelle, giocandoci leggermente, intanto che avvicinava al lembo di carne i contenitori di ferro le porridge.

«Fa niente.. Anche se sarebbe più divertente palpare delle belle tette, posso comunque tagliarti, dato che non posso toccarti come vorrei io» Premette il freddo metallo sul sue petto, cominciando a lasciare dei segni rossi, che, dopo pochi istanti, si aprirono, diventando ferite sgorganti di sangue, del suo ottimo colore intenso e scuro.

Altri gemiti di solo male uscirono dalle labbra del piccolo Yoonbum, che cominciò a dimenarsi, e, dal terrore provato in quel momento, si lasciò scappare altri liquidi, oltre a quelli venerei. Si era pisciato addosso, letteralmente. «Sei proprio un bimbo del cazzo. Ti pisci pure addosso. Mi toccherà lavarti, o puzzerà tutto il seminterrato» Sospirò, alzandosi in piedi, andando a togliergli le catene dai polsi, dopo aver preso la chiave.

Sangwoo lo prese tra le braccia, stando attendo a non bagnarsi. Subito il moro appoggiò la testa sul suo ampio petto, chiudendo maggiormente gli occhi, più di quanto non fossero già sbarrati. Si avviò alle scale, salendole con calma, per non far cadere Yoonbum.

Lo portò al bagno, con una smorfia di schifo sulle sue labbra, fino ad entrare nella stanza, e poggiare il più piccolo a terra, proprio sul pavimento, davanti alla vasca. Sangwoo restò in piedi, a guardare il corpo del moro.

Si teneva coperta la ferita aperta, procurata prima dal biondo, con la speranza di non far uscire altro sangue, e magari di non procurarsi un'infezione. Nel mentre, il più alto aveva preso il telefono della doccia, e lo aveva puntato proprio in volto a lui.

«Ehi, Yoonbum.. ti piace l'acqua calda?»Accese il rubinetto, puntando tutto sulla faccia del piccolo. Lui, d'istinto, si coprì il volto con le mani, mugolando fortemente, sentendo il grande calore bruciargli la pelle. «Togli le mani, frocetto. Non riesco a lavarti, così» Yoonbum non lo ascoltò, continuando a coprirsi. «Ho capito, ti laverò lì sotto» Puntò il getto d'acqua sul suo pube, più precisamente sul suo membro, mettendo al massimo il caldo fuoriuscito.

«Lo so, lo so. La pressione dell'acqua è molto forte.. Ora.. insaponati i capelli» Sangwoo prese lo shampoo, avvicinandone il contenitore si suoi capelli corvini, cominciando a farne uscire un poco. Yoonbum portò le mani al suo capo, massaggiandomi dolcemente la cute.

Dopo qualche istante, il più grande tornò a guardarlo. «Basta, hai finito di lavarti, ora torna di sotto!» Affermò, prendendo un braccio del moro, pronto a farlo alzare. «S-sangwoo...! Ti prego! Non dirò nulla! Non farò nulla! Il seminterrato è così buio e chiuso! Ti supplico... Non portarmi ancora lì...» Continuò ad implorarlo, a capo chino e tenendosi aggrappato ad una sua gamba. «Ovvio che è tutto buio... È un seminterrato» Fu la risposta che Yoonbum ricevette, mentre vedeva il biondo allontanarsi, poco interessato.

Il più basso concluse di insaponarsi, tenendo ancora lo sguardo basso, ed aspettando che Sangwoo tornasse. Quando arrivò, aveva tra le mani vari tessuti, molto probabilmente vestiti di quella ragazza morta, ed un asciugamano. Gli sciacquo i capelli, cominciando poi a sfregarglieli, asciugandoli velocemente.

«Mettiti questi vestiti.. sono gli unici che non ti stanno troppo larghi» Sangwoo gli passò gli indumenti, osservandolo. Lentamente, lo costrinse anche a mettere una gonna, non avendo altri pantaloni della sua misura. Gliela strinse in vita, facendolo tornare a sedere sulle piastrelle blu. Gli fece segno di uscire dal bagno, mentre il biondo si dirigeva in cucina, sospirando.

Yoonbum si guardò intorno. Non vedeva quel corridoio in legno da giorni a venire, non ricordava nemmeno perfettamente come fosse la casa. Sapeva solo, che l'uscita era a pochi passi da lui, pochissimi. Anche se aveva le caviglie sfasciate, avrebbe potuto gattonare fino alla porta, aprirla, uscire ed essere libero da quella prigionia.

Non si mosse, però. Non voleva andarsene? Non lo sapeva nemmeno lui. Fatto stava che continuava a fissare la porta. La guardava, ma non aveva il coraggio di uscire. Non aveva il coraggio di lasciare la casa di Sangwoo, perché, sotto sotto, lui lo amava ancora. Lo voleva ancora anche dopo tutto ciò che gli aveva fatto, e lo avrebbe amato sempre, pur soffrendo come un cane.

꽃입니다. | killing stalking.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora