"Strumming my pain
with his fingers;Singing my life
with his words;Killing me softly
with his song;Killing me softly
with his song..."Questa canzone, questo fottuto ritornello, era il richiamo della morte, per il piccolo moro. Era quasi la chiamata di battaglia di Sangwoo, il rumore dei suoi passi che echeggiavano per il solitario corridoio, la porta che si apriva, e le parole della musica che rimbombavano in quella stanza chiusa, solo popolata dal corpo di Yoonbum.
Quanti altri giorni erano passati dal giorno in cui il biondo lo aveva lasciato stare, nella sua camera da letto? Due? Tre? La sua mente era vuota, il tempo aveva preso un ruolo secondario nella sua vita, da quando era rimasto vittima dell'uomo. Era cambiata solo una cosa, però: il corvino non era ancora tornato nel seminterrato, era sempre rimasto nella stanza del futon, dove dormiva, ogni notte, da solo. Non sapeva dove il più grande andasse, a volte, non tornava nemmeno, e lo faceva stare a stomaco vuoto svariato tempo.
Ma non era il problema, il cibo. Era tutt'altro che quello. Il rimanere perennemente solo, la paura crescere dentro di lui, il timore di vederlo tornare a casa, magari arrabbiato o di malumore, era quello che lo teneva continuamente in ansia. Nella sua testa regnava un singolo rumore, ed era quello del silenzio. L'attenzione che portava nel sentire il più alto avvicinarsi, lo rendeva matto, non avrebbe potuto continuare ancora così.
Che aveva fatto di male, si chiedeva. Perché era proprio dovuto entrare nella sua casa, eh? Perché si era innamorato di lui? Perché era gay? Perché cazzo era nato? Nessuno lo aveva mai voluto realmente, aveva passato totalmente la sua vita da muto, da asociale, a cosa sarebbe servita una persona così al mondo? Era forse la sua punizione, per essere messo sulla terra? Sarebbe morto qui, maltrattato da colui che amava?
Quando Sangwoo non c'era, poteva fare molte poche cose. Non poteva muoversi, non poteva urlare, se neanche parlare, non poteva mangiare, andare in bagno o qualsiasi altra attività. Gli era concesso respirare, bere l'acqua che gli lasciava sempre e prendere gli antidolorifici. Quando tornava, però, il basso non sapeva se essere felice.
Il cigolio della soglia faceva eco in tutta la dimora, ed il suono delle scarpe, appoggiate poi a terra, riempiva il freddo nulla. I piedi che cominciavano il loro cammino, lungo il legno del pavimento, e la sua entrata maestosa, davanti Yoonbum. «Oh, sei ancora vivo, sei resistito più delle altre» Affermò, con il suo solito ghigno stampato in volto, accompagnato dai suoi costosi vestiti ed il suo perfetto aspetto fisico.
«Avrai fame, no? Sai.. ho fame pure io. Prepara tu la cena, Bum» Gli ordinò, prendendogli il polso, come per i giorni prima, per portarlo nella stanza da letto. Lo trascinò fino alla cucina, poggiandolo poi su una seggiola ed avvicinandolo ai fornelli. Il posto aveva lo stesso parquet del resto della casa, i mobili erano chiari, ornati con utensili per cucinare.
Sangwoo passò un coltello e delle verdure al corvino, mettendosi poi dietro di lui, con le mani sulle sue esili spalle. «Cosa mi prepari, piccolo?» Ridacchiò, come al solito, quasi maleficamente, e non in modo amichevole. «V-va bene un m-minestrone.. S-sangwoo?» Chiese, ruotando di poco il capo, per scorgere i suoi occhi, da lui sempre tanto piaciuti. Il biondo annuì, alzandosi poi dal busto di lui, cominciando a camminare per lo spazio.
Yoonbum aveva quasi cominciato a sudare freddo, da quanta paura avesse di sbagliare ed essere picchiato. Lentamente, cominciò ad affettare il verde cibo, tagliandolo sia a fettine che a cubetti. Man mano, il più alto portava le varie pentole riempite d'acqua ed il mestolo a lui, aiutandolo a preparare il tutto.
Appena finirono il tutto, il più alto andò a sedersi al tavolo, lasciando il piccolo moro ancora davanti ai fornelli, a capo chino. Era la prima volta che Sangwoo invitava a cucinare il corvino, forse, sarebbe stata pure l'ultima volta, da quanto fosse raro vedere di buonumore il tipo.
«Vuoi mangiare al tavolo, oppure vuoi stare dove ti spetta, cagnetta?» Il biondo rivolse un suo solito sorrisetto al basso, che, impaurito, non si degnò di proferire parola, restando nel più imbarazzante silenzio, ancora sulla seggiola. «Sei muto o cosa?! Prima mi sembrava avessi parlato» Si alzò di colpo, dirigendosi proprio nella direzione di Yoonbum, con aria abbastanza minacciosa.
«C-chiedo scusa..» Riuscì solo a sussurrare, il moro, mentre gli diede un'occhiata fugace, solo per vedere di che tipo fosse la sua espressione. Il grande sbuffò sonoramente, prendendolo ancora per un polso, sempre nello stesso modo di prima. «Sai solo chiedere scusa, puttana che non sei altro?» Gli sbraitò, mentre lo tirava su e lo poggiava al tavolo, con una gentilezza tale ad Hitler. «Stai qui e non parlare più, ne ho già abbastanza della tua voce, ed hai parlato solo due volte»
Sangwoo tornò a sedersi, sospirando ancora, e avvicinando una mano alle posate, pronte per mangiare il pasto. Nessuno mormorò più nulla, nessuno si guardò più, si sentivano solo i tintinnii della ceramica e del ferro dalla parte del biondo, dato che Yoonbum non aveva ancora mangiato e non aveva intenzione di mangiare.
«Che c'è? T'è passata la fame?» Cominciò lui, alzandosi di scatto dal posto su cui sedeva. Si sporse col busto verso di lui, facendosi quasi combaciare al tavolo, per poi afferrare l'arnese di metallo del corvino, ed immergerlo nel minestrone verde. Appena ne prese una cucchiaiata, la portò alle labbra del piccolo, sfiorandole appena.
Le insinuò dentro la sua cavità orale, imboccandolo dolcemente, senza troppa forza. All'inizio, sembrava tutto 'normale', se così si poteva dire, ma andando avanti, Sangwoo gli dava il cucchiaio molto più velocemente, senza quasi dargli tempo per respirare. Per un poco riuscì a resistere, ma istanti dopo, iniziò ad affannare, non trovando più aria.
Il più alto sospirò ancora, allontanandosi e prendendo un tovagliolo. Glielo porse, ancora con il volto schifato dalla sua reazione. «Hai bisogno del bagno, moccioso?» Domandò arrogante, appoggiandosi al mobile culinario. Bum fece no con la testa, pulendo ciò colato dalla sua bocca. Oltre al miscuglio verdastro, pure poche lacrime erano sgorgate dai suoi occhi, ed avevano percorso le sue piccole guance.
«Uff.. Sono stufo di vedere la tua brutta faccia, me ne vado. Tu, prova a strisciare fino alla stanza da letto, ciao» Concluse, alquanto arrabbiato, Sangwoo, uscendo dalla stanza, con le mani in tasca. Non gli sembrava avesse fatto qualcosa di male... Aveva solo pianto un poco, per la tosse fuoriuscita. Era tanto sbagliato? Semplicemente no, era lui un ragazzo molto lunatico. All'inizio era simpatico, almeno, ed adesso, quasi come una donna in post-gravidanza. Una cosa, però, era certa: il biondo, non si sarebbe mai innamorato di lui, nemmeno per sforzo, se avesse continuato così, in questo modo tanto timido quanto brutale.
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꽃입니다. | killing stalking.
Fiksi PenggemarFiori. "C'è un ragazzo che mi piace. Lo seguo su ogni social media che aggiorna quasi sempre. È normale che voglia conoscere qualcosa sulla sua vita personale? Non c'è niente di imbarazzante. Ma non voglio che lui sappia che faccio tutto ciò. Perché...