Per J_Livingstone, spero che ti piaccia
"When ... When we came home
Worn to the bones
I told myself
This could get rought
And when ... When I was off
Which happened a lot
You came to me
And said that's enough"Ashley chiuse gli occhi appena iniziò una delle sue canzoni preferite, piena di ricordi ... rimpianti e nostalgia.
Un raggio solitario di luce le illuminò il volto. Un venticello leggero le scompigliava i capelli, mentre il Sole stava tramontando su New York illuminando tutti i grattacieli.
Era la sua città preferita, dove aveva vissuto fino a quando si era scatenato un vero e proprio inferno.
Era solo una bambina quando era avvenuto, ma si ricordava ancora ogni momento.
Sua madre era americana, lavorava negli uffici delle Torri Gemelle.
Ricordava come aveva guardato sbalordita quegli aerei, l'impatto degli edifici col suolo e la polvere che si era alzata offuscandole per qualche momento la vista. Le grida di terrore della gente, le persone che per avere ancora una minima speranza di salvezza si gettavano nel vuoto.
Era morta salvando la vita di un suo collega, si era sacrificata per lui perché non voleva che la sua famiglia soffrisse.
Peccato che non avesse pensato alla sua stessa figlia.
All'inizio non aveva capito cosa fosse successo. Per molti giorni si era rifiutata di credere che sua madre l'avesse abbandonata.
Ma aveva dovuto affrontare la realtà, per ricominciare a vivere. E si era giurata di essere fedele solo a se stessa.
Una lacrima le percorse il viso.
Aveva imparato a lottare ed era riuscita a realizzare ogni suo obiettivo.
Quel collega l'aveva adottata e si erano trasferiti a Londra."Oh I know that this love is pain
But we can't cut it from out these veins, no"Con un ultimo sguardo all'orizzonte scese nella hall, si sedette su un divanetto e si mise a leggere un libro in attesa della sua migliore amica.
Amava leggere, sopratutto "classici" e fantasy.
Mentre era immersa nella lettura sentì improvvisamente un gran fracasso. Alzando lo sguardo notai moltissimi giornalisti fuori dalla hall e una figura familiare e solitaria entrare dall'ingresso.
Un sorriso leggermente ironico le incurvò le labbra alla vista del pilota che si dirigeva verso di lei.
Lewis Hamilton.
- New York? - le chiese.
- Vivevo qui. Prima dell'attacco. - altre immagini di morte le balenarono in mente, ma le scacciò subito.
- Tu?
Lewis le si avvicinò ancora e le sussurrò in un orecchio - Sono venuto per vendicarmi. Mezzanotte, 5th Avenue. Non mancare.
Il sorriso di Ashley si allargò al ricordo di quella domenica in Germania.
Era appena finito il gran premio sul circuito di Hockenheim e Lewis era arrivato terzo dietro il suo attuale compagno di squadra (e al futuro). Si conoscevano da tempo, fin quando lei aveva lasciato l'america. Lei lo aveva preso in giro per il piazzamento. In fondo se lo meritava, andava sempre in giro a vantarsi del suo fisico e della sua bravura. Dopo le prove libere del sabato aveva assicurato al team che avrebbre ottenuto la pole. Risultato? Era uscito in Q1. Alla Sachs. Così si eravano sfidati, su una delle tante autostrade tedesche senza limiti di velocità che lei amava.
Avevano auto quasi sullo stesso livello, lui migliore, ma solo leggermente. Del resto Lewis poteva permettersi qualsiasi macchina.
L'autostrada era quasi deserta e con quel sole guidare era un piacere.
Lo aveva battuto. Lui aveva commesso diversi errori e lo sapeva perfettamente.
Perciò lui le aveva promesso che si sarebbe vendicato.
E lei non vedeva l'ora di ribadirgli la sua superiorità.
________Ashley si osservò brevemente allo specchio. Era una sfida notturna eppure ci teneva particolarmente al suo aspetto. Soprattutto perché gareggiava contro un certo inglese che faceva cadere ai suoi piedi ogni ragazza senza un minimo sforzo. Sfruttava la sua 'aura' da bad boy. In realtà era molto gentile, sbruffone, ma ogni persona ha i suoi difetti. Un ego smisurato, eppure nel complesso piacevole.
Scosse la testa intimandosi di non pensare ad altro che a guidare nel migliore dei modi. Per fortuna l'hotel in cui entrambi alloggiavano era piuttosto vicino a central park.
________Lewis era già uscito dalla sua stanza. Non aveva bisogno di osservarsi per sapere di essere perfetto. Lo era sempre. Roscoe e Coco avevano provato a fare di tutto per convincerlo a non uscire. Non ci sarebbero mai riusciti. Piuttosto aveva bisogno di fare una ricognizione in auto e scaldare i motori della sua bellissima Ferrari. Sinceramente era sorpreso del fatto che producessero auto da strada così spettacolari, ma che in Formula 1 fossero dietro di loro senza dubbio, ma dietro le RedBull! Non riusciva proprio a capirlo. Ed era piuttosto infastidito dalle voci che portavano il suo ex compagno di squadra al Cavallino Rampante. Rosberg era molto più debole di lui, molti dati lo confermavano.
Eppure lo aveva battuto.
Un sospiro di frustazione gli sfuggì nel momento in cui saliva a bordo.
E poi c'era quella ragazza, Ashley, con cui doveva regolare i conti.
________Negli anni in cui aveva vissuto a New York non aveva mai visto la 5th Avenue deserta. Era a dir poco stra-sorprendente. Insomma, la 5th...
Lewis era già arrivato. Era appoggiato all'auto con un certo fare da sbruffone.
Lei arrivò molto silenziosamente. Improvvisamente suonò il clacson facendogli quasi fare un salto. Lui non si apettava di vedere sua Tesla evidentemente modoficata.
Lei scoppiò a ridere, mentre inarcava un sopracciglio.
- Hai paura Lewis?
- Ho mai avuto paura di qualcosa?- le rispose con un sorrisetto.
Lei sbuffò.
Erano allineati su una linea e a bordo delle rispettive vetture. Un cronometro avrebbe dato il via.
Lei era tesa, voleva assolutamente vincere.
Lui era più rilassato, ma vigile. Pensava di avere la vittoria in tasca ma non ne era così sicuro.
Ancora pochi secondi ... 3 ... 2 ... 1 ... din.
Lei partì meglio, per pochissimo evitò una falsa partenza.
Lui si bloccò un momento mentre stava per premere l'acceleratore.
Lewis doveva recuperare solo un metro, aveva una velocità di punta più elevata.
Mezzo metro. Lei lo aveva visto avvicinarsi, ma doveva resistere molto poco, mancavano solo pochi metri.
Erano quasi appaiati. Non sarebbe stato facile determinare il vincitore.
Ce l'aveva fatta. Non riuscì a trattenere una risata di soddisfazione, ma anche di sollievo. Lo aveva battuto nuovamente. Aveva temuto che lui avesse pareggiato i conti.
Lui si sentì molto male. Aveva perso contro l'unica persona con cui voleva vincere.
Si voltò e si avviò lentamente verso l'auto. Mentre stava chiudendo la portiera sentì qualcuno che la bloccò. Per poco non rimase a bocca aperta. Ashley ...
Lei non sapeva cosa stesse facendo. Semplicemente lasciò che i suoi sentimenti prendessero il sopravvento sulla sua mente.
Gli si sedette sopra a cavalcioni e si guardarono negli occhi per qualche istante. Lei sapeva di apparire determinata. Lui era sorpreso.
Lo baciò. La passione divampava tra di loro, le sue fiamme li animava.
"Oh I know that this love is pain
But we can't cut it from out these veins, noSo I'll hit the lights and you lock the doors
Tell me all the things that you couldn't before
Don't walk away, don't roll your eyes
They say love is pain, well darling
Let'hurt tonight"Quella notte fu l'ultima volta che si videro. L'anno successivo lei ebbe un incidente. Entrò in coma, i medici non sapevano se avesse alcuna possibilità di sopravvivere.
Lui rimpianse sempre quella notte di essersene andato senza dirle tutto quello che provava.
La andava spesso a trovare, ma non sapeva se lei lo sentiva.
E un giorno lo abbandonò lasciandolo con una convinzione fortissima.
Si sarebbero ritrovati prima o poi.
Sarebbe stata solo una questione di tempo.S. A.
Lascio che la canzone dica tutto al posto mio.
In queste settimane avrò pochissimo tempo per scrivere, non so quando riuscirò a pubblicare. Nel frattempo, la settimana prossima ci sono i test invernali. Quali sono le vostre previsioni? E l'auto esteticamente più bella?
Alla prossima
Lucia❤
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Don't forget me//F1
FanfictionChristine vuole dimenticare il passato. Ma cosa accadrebbe se fosse più vicino a lei di quanto mai desideri? Anne desidera scrollarsi di dosso il nome che porta. C'è solo un uomo che la capisce, ma non ha il coraggio di farsi avanti. Ogni ragazza o...