Σωτήρ//Daniil Kyvat

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"Been rusting in the rubble
Running to a faint
Need a brand new coat of paint
I found myself in trouble
Thinking about what ain't
Never gonna be a saint
Saying float like an eagle
Fall like the rain
Pouring in to put out the pain
Oh again and again"

Mi appoggiai alla rete metallica che divideva la stazione dai campi. Chiusi gli occhi per qualche secondo ascoltando la musica che la mia playlist aveva deciso di suonare. La musica era una delle poche cose che mi facevano stare meglio, mi permetteva di dimenticare il passato, i pensieri negativi e le dicerie. Insieme alla lettura mi faceva entrare in mondi a me proibiti, ma che mi facevano sentire ancora viva, con una ragione per essere ancora qui.
Quando riaprì gli occhi vidi davanti a me una bambina che giocava con una bambola.
Ecco come mi sentivo: una bambola di porcellana che sarebbe potuta andare in frantumi in qualsiasi secondo anche solo per un minimo urto.
A parte noi la stazione era vuota. Non soltanto perché il primo treno sarebbe arrivato in un'ora. Era la stazione di un paesino dimenticato dal mondo, in cui ogni tanto passava qualche turista che però scappava quasi subito, spaventato dalle storie che giravano sul conto degli abitanti del luogo. Era una frazione fantasma, ormai. Vi regnavano le ombre.
Eliminando i pensieri macabri dalla mente tornai a guardare la bambina. Mi guardava speranzosa, ma con gli occhi pieni di lacrime. Spensi la musica e lei mi si fece incontro.
Non riuscivo a capire come fosse possibile che fosse sola... come me, del resto.

- Ciao- aveva mormorato timidamente -potresti recuperare la mia bambola? È finita sui binari, ma non riesco a prenderla e nella stazione non c'è nessuno.

Rimasi sorpresa al suono della sua voce. Era docissima e si esprimeva in modo sbalorditivo rispetto a quanto mi sarei aspettata. Da vicino i suoi occhi erano verdi con sfumature lilla.
Non pensavo che mi avrebbe chiesto aiuto

- Certo. Potresti indicarmi dove ti è caduta?

- Vieni.

La bambola era esattamente nel mezzo dello spazio tra due binari. Diedi un'occhiata veloce alla tabella dei treni in arrivo. Mancava mezz'ora al prossimo, avrei avuto tranquillamente il tempo di recuperarla.
Lentamente scesi sui binari cercando di evitare di lasciare tracce. Arrivata nel mezzo per poco non persi l'equilibrio a causa dell'irregolarità dei ciottoli, ma riuscii a restare in equilibrio facendo un passo indietro.
Presi la bambola. Appena la osservai per poco non mi cadde di mano. Era il contrario della bambina che avevo appena visto. Il suo volto era sfigurato, sembrava raccontare i ricordi di mille dolori. Aveva la sua bellezza, ma mi sembrava troppo macabra...
Alzando lo sguardo rimasi impietrita. Stava arrivando un treno a tutta velocità. Non riuscivo a muovere un muscolo.
Ero già stata vicino alla morte, ma non pensavo che mi sarei mai ritrovata in una situazione del genere.
Non mi importava molto di morire, solo che... avevo solo rimpianti. Non potevo dire di aver mai gioito in vita mia. Il massimo dei contatti che avevo avuto con l'esterno erano gare sportive viste in televisione. Non avevo mai avuto il coraggio di andarmene e adesso che finalmente ci avevo provato...
Il treno stava per arrivare. Chiusi gli occhi. Non volevo guardare la morte in faccia, l'avrebbe solo resa troppo realistica.
Improvvisamente sentii qualcuno che mi circondava con un braccio la vita e mi tirava indietro, lontano dal binario.
Riaprendo gli occhi vidi il treno che scompariva all'orizzonte.
Non avevo il coraggio di girarmi, vedere in volto il mio salvatore, sorbirmi critiche per la mia spericolatezza.
Vidi la bambina che mi si avvicinava con gli occhi spalancati.

-Grazie- disse, prendendo delicatamente la bambola dalle mie mani.

Mi accorsi che chi mi aveva salvata mi stava ancora tenendo stretta. Raccogliendo tutto il mio coraggio mi voltai. E rimasi sbalordita per la seconda volta nel giro di pochi minuti.

"Now I'm hyp, hypnotised
Yeah I trip, when I look in your eyes
Oh I'm hyp, hypnotized
Yeah I slip and I'm mesmerized"
- Scusa- aveva detto imbarazzato ritirando il braccio.

- No- lo interruppi- grazie. Grazie mille. Non so come sarebbe andata a finire se tu non ci fossi stato, cioè lo so, ma... - per poco non balbettavo per l'imbarazzo.

- Beh, che ne dici di presentarci, a questo punto?- un magnifico sorriso gli illuminò il viso.

Non mi aspettavo che mi chiedesse qualcosa di normale.

- Aspetta... Ma tu sei Daniil Kyvat? O mio Dio.

- Wow, non pensavo che qualcuno mi potesse riconoscere qui.- rise- Come ti chiami?

- Mi chiamo Alice.

- Piacere di fare la tua conoscenza.

- Piacere mio- arrossii.

- Cosa ne diresti di lasciare questo luogo?

- Tu non devi prendere il treno, vero?

- No, sono entrato solo perché il luogo aveva un aria strana...
Vieni? Sinceramente ho fame...

Silenziosamente lo seguii verso la sua auta. Non riuscivo a credere...
Avevo incontrato il mio idolo. Anzi ci stavo andando a pranzo insieme.
Forse avevo finalmente avuto l'opportunità di vivere?

"It's easy to be lethal
I'm learning from the news
It's a guidebook for the blues
Saying it's the very same steeple
People wanna chose
They just see it from different views
And threading the needle
Fixing my flame
Oh, oh now I'm moved to exclaim
Oh again, and again

Now I'm hyp, hypnotised
Yeah I trip, when I look in your eyes
Oh I'm hyp, hypnotized
Yeah I lift and I'm mesmerized"
____________
I primi raggi di Sole mi svegliarono.
Per pochi secondi pensai che fosse tutto stato un sogno. Che fossi ancora nella mia gabbia.
Guardai l'alba e l'uomo vicino a me, che stava ancora dormendo.
Alla fine avevamo fatto un pic-nic nel prato vicino a casa sua.
Mi sentivo una regina, finalmente non ero più un "fantasma". Forse adesso qualcuno teneva a me. Avrei potuto avere la vita che davvero desideravo o era solo un'illusione?

Spazio autrice
So che non ho scritto un granché, anzi, sinceramente pensavo di aver scritto qualcosa di maggiormente decente, ma la scuola non mi lascia un secondo di respiro.
Nonostante ciò spero che sia almeno gradevole come lettura.
Grazie mille per i voti e le views
Lucia ❤

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