Partenza

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Finalmente è arrivato il giorno della gita.

Per tutto il resto della settimana a scuola non hanno fatto altro che parlare di questa gita, sia i professori sia gli alunni, mentre Judith, rintanata nel suo angolino privato, ci fissava. Forse questo viaggio le farà cambiare atteggiamento: in spiaggia non ci sono molti angolini in cui nascondersi.

<<Sbrigati Nick. Non vorrai arrivare tardi in stazione e perderti la tua prima gita>> grida mio padre dal piano di sotto.

Questa è la mia prima vera gita e probabilmente è più emozionato mio padre di me. Per lui il fatto che "il suo bambino" vada in gita è una notizia di stato: è felice del fatto che starò per tre giorni in compagnia dei miei compagni di classe, mentre io vorrei stare solo con Toby, è lui il mio unico vero amico e mio padre vuole costringermi ad averne altri.

Ma non ho nessuna intenzione di fare amicizia con quei maschi che non fanno altro che sfottere e credersi chissà chi e quelle ochette delle femmine che stanno tutto il giorno a spettegolare.

Non ci penso nemmeno.

Mi vesto frettolosamente e porto la valigia giù per le scale.

Appena mio padre mi vede, mi avvolge in uno dei suoi abbracci soffocanti, come se dovessi andare via chissà per quanto tempo.

<<Ci vediamo tra cinque giorni, papà.>>

<<Lo so, ma mi mancherai lo stesso>> dice prima di staccarsi. <<Buon viaggio>>

<<Anche tu mi mancherai. Ciao, ti voglio bene>> lo saluto, prima di rivolgermi ai miei fratellini. <<Invece voi non mi mancherete per niente>> scherzo.

<<Che cattivo che sei!>> dice Michael fingendosi arrabbiato, ma subito dopo corre ad abbracciarmi, seguito da Susan.

<<Mi raccomando, non cacciatevi nei guai mentre sono via>>

<<Non possiamo promettertelo>> mi strizza l'occhio Micky.

Mi affaccio dal finestrino e vedo arrivare proprio in quel momento la macchina della madre di Toby.

<<Bene, io vado. Vi voglio bene>> ripeto prima di uscire.

Tobiah mi raggiunge e mi abbraccia anche lui. Per caso oggi è la giornata degli abbracci e io non ne sapevo niente?

<<Ecco qua l'uomo dai pochi vestiti. Ma come fai a tenere tutto in una valigia così piccola?>> Toby apre il bagagliaio e mi mostra le sue mille valigie.

<<Dovevi portarti solo un paio di ricambi, non tutto l'armadio>> dico ridendo.

<<Ho portato lo stretto necessario>> si difende, prima di aprire la portiera per farmi entrare. Mi accomodo sul sedile posteriore e il mio amico mi segue.

<<Salve, signora Horne.>> saluto la madre di Tobiah, seduta al posto del guidatore.

<<Ciao Nick. Come va la scuola?>> mi chiede, guardandomi dallo specchietto.

<<Oh, benissimo. Ieri ho preso 9 in scienze>> mento, mentre il mio amico ridacchia.

<<Ma che bravo. Purtroppo il mio Tob non è così bravo nello studio>>

<<O magari non è così bravo a mentire>> sussurro, mentre la donna mette in moto.

Tobiah non riesce mai a mentire su niente. Appena prova a dire una bugia comincia a sudare e diventa nervoso, quindi viene subito sgamato. Non tutti hanno un talento come me, in queste cose.

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