Take me Home

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Take me Home.
Portami a casa
Cap.6

Draco non lo avrebbe mai immaginato.
Mai e poi mai.
Lui, un Malfoy, un Purosangue, un riccone viziato, potente, colto, intelligente...
In un parco babbano.
E non era il classico parco babbano dimenticato da tutti.
No no.
Il parco babbano più grande di tutta Londra, L'Hyde Park.
E tutto questo perché? Perché aveva promesso ad Harry, il giorno prima, che se avesse fatto il bravo, l'avrebbe fatto uscire dal manor.

"Draco cos'è quello?" il corvino aveva indicato uno stormo di gabbiani posati sulle acque del lago ed il biondino ridacchiò, fissandolo strizzare gli occhi. La riccia ancora non gli aveva mandato gli occhiali e per questo Harry doveva rimanere costantemente attaccato all'altro.
"Sono dei gabbiani."
Il corvino annuì, avvicinandosi al lago.

Il Serpentine Lake si estendeva per tutto il parco e Draco trovava davvero buffo quel nome. Aveva provato a convincere Harry che il giardino del suo manor era abbastanza fuori dalla sua camera, ma il corvino si era impuntato e, per un secondo, sembrava quasi esser tornato completamente lucido.
Così, alla fine, Draco aveva optato per la Londra babbana. E se n'era pentito ancora prima di mettere piede nell'Hyde Park.

"Cosa sono quelli?"
Il biondo si avvicinò alla sponda del lago e fissò ciò che il dito di Harry puntava.
"Gondole. Barchette. Ti fanno fare un giro sul lago."
"Ci andiamo dopo?"
Draco contò fino all'infinito sperando di non affogare il corvino nel lago durante la conta. Già odiava i babbani, ora doveva anche mischiarsi con loro?
"Va bene. Basta che però non ti allontani."

Harry aveva camminato stretto a lui per tutto il tempo. Non vedeva una beata ciolla e quando qualcosa gli interessava, costringeva il biondo a seguirlo ed ad indicargli nome e forma della macchia di colore che vedeva. Per quanto detestasse la cosa, Draco preferì assecondarlo e farlo divertire.

Aveva osservato i suoi occhi. Per quanto Harry fosse dannatamente cieco come una talpa, l'aria pulita, il sole, i colori, le figure, la luce... Tutto stava rallegrando quel buio in cui il corvino era stato costantemente costretto per tutti quegli anni. Draco voleva farlo tornare com'era una volta. Con quello spirito di sfida, le sfumature verdi che lo caratterizzavano, il coraggio e la voglia di mettersi in gioco.
Draco voleva che Harry tornasse tutto quello.

"Che c'è lì?"
Harry aveva indicato una distesa rosa e rossa, che Draco riconobbe come un giardino di rose. Tirò il corvino con lui e lo fermò accanto ai profumati fiori.
"Sono rose. Un giardino pieno di rose."
"Sono belle."
Molto... si ritrovò a pensare il biondo, guardando il corvino, prima di maledirsi in una lingua appena inventata.
Harry si mise a camminare per tutto il percorso. Sorrideva e rideva, guardava e strizzava gli occhi, annusava i fiori e li accarezzava, meravigliandosi di quanto i petali di essi fossero così morbidi.
Attraversarono tutto il parco lungo la distesa delle rose.

"Harry attento!" Draco bloccò il corvino prima che egli potesse fine dentro un piccolo canale ripieno d'acqua. Harry sospirò e guardò il biondo con fare interrogativo.
"Stavi per-" Draco non finì di parlare che un bambino si tuffò nel canale, schizzando acqua qua e là. Harry tentò di asciugarsi gli schizzi con le mani, mentre il biondo aveva ripreso a contare per non affogare il marmocchio.
"Mi scusi..." si avvicinò una signora, sorridendo garbatamente "Sa com'è... Sono bambini..."
"Che si fanno il bagno in una fontana?!" chiese Draco, reprimendo la voglia di affogare anche la signora.
"Questa è la fontana in ricordo della principessa Diana!" affermò quella, tirando indietro il figlio "Ci si può giocare. I bambini si divertono, vede?" e girandosi, indicò molti bambini e ragazzi che giocavano nei cunicoli della fontana, schizzando acqua qua e là.

"Siamo a Dicembre..." cominciò Draco "Com'è possibile che i babbani hanno voglia di schizzarsi acqua adesso!"
Harry, anche se cieco, poteva benissimo vedere quanto il biondo fosse arrabbiato. Si avvicinò a lui fissandolo con sguardo torvo, allungando le mani verso il suo viso.
"E' per questo che i babbani non devono mischiarsi con noi maghi! – Harry, cosa..." prima che potesse finire di parlare, il corvino si era avvicinato così tanto da poggiare le labbra sulle sue e baciarlo. Draco avrebbe voluto scostarlo, ma quel tocco così caldo e dolce...
"Draco... Non- Non arrabbiarti."
"No, non mi arrabbio..." sospirò il biondo.
"Se... se vuoi, puoi... Puoi farmi quel che vuoi."
"Come?" l'aria stizzita del biondo si sentì fino a qualche chilometro di distanza.
"Per tornare felice... Faccio quello che vuoi."
Draco lo guardò così confuso che quasi dubitasse di essere un Malfoy. Lo acchiappò per un polso e lo trascinò per il prato, fino ad un piccolo bar.

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