The Beginning of the End

8K 295 110
                                    


  The Beginning of the End.
L'inizio della Fine.
Cap.35









Ginny le aveva provate tutte quel giorno.
Tutte.
Non era riuscita neanche a farli litigare, come poteva sperare di dividerli così da accaparrarsi il corvino smemorato dagli occhi smeraldo?

Ron sembrava troppo depresso e sovrappensiero per aiutarla e, da quanto aveva capito, non l'avrebbe comunque degnata di ascolto.
Sembrava quasi che anche lui fosse d'accordo sul fatto che Draco Malfoy poteva sbattersi Harry Potter senza problemi.

La rossa divenne ancora più colorata al ricordo di Harry sopra di lei, che la abbracciava e la stringeva, dicendole così tante volte Ti amo Ginny da farle venire il mal di testa.
Le mancava.

Si lasciò scivolare sul letto e strinse il cuscino a sé.
Quante volte aveva dormito con quel ragazzo che le prometteva di aver cura di lei per sempre?
Quante volte lo aveva visto proteggerla?

Si accorse solo in quel momento che lei, di lui, non aveva capito nulla.
Non si era mai posta nessun problema, sembrava che dopo la guerra andasse tutto bene ed invece era tutto il contrario.

Si diede la colpa.
Se Harry era stato rapito, se era stato portato via, drogato e malmenato era tutta opera sua.
Non aveva capito i sentimenti del suo fidanzato.

Durante la guerra si capivano benissimo, erano come legati mentalmente e qualunque sciocchezza il corvino volesse fare, lei la sapeva venti minuti prima che lui la pensasse.
Sembravano quasi destinati a restare insieme.

Poi però erano accadute tante altre cose ed Harry si era allontanato e chiuso.
Nessuno riusciva più a capirlo e lei, in prima persona, non lo riconosceva più.
Doveva smettere di lottare per qualcuno che non poteva darle ciò che voleva.
Doveva smettere di lottare per qualcuno che, effettivamente, non amava.

§§

"Come mai sei qui a darmi una mano?"
"Pensi che i Malfoy non sappiano apparecchiare una tavola, Granger?"
"No, pensavo solo che i Malfoy non muovessero le ditine senza un aiuto perenne."

Draco storse la bocca e poggiò un altro piatto sul tavolo della sala.
Aveva deciso di dare una mano ad Hermione, l'aveva vista infelice e triste ma soprattutto attaccata alla busta di marshmellows colorati.

"Sei sicura di stare bene?"
"Mi stai preoccupando."
"Non sono così stronzo come sembra."
"Lo vedo."

Il biondo si avvicinò alla riccia e poi afferrò i marshmellows, allontanandosi.
Hermione subito lo aggredì cercando di riprendersi i dolcetti, fermandosi poi di scatto, accorgendosi del casino che aveva appena combinato.

"Ecco..."
"Chi te li ha regalati?"
"Nessuno."
"Andiamo Granger, si vede benissimo che sono importanti per te. E scommetto che non è stato Lenticchia a regalarteli."
"Malfoy."
"Lui ti rende infelice, vero?"

Hermione girò il viso e tornò a sistemare il pollo.
Draco immaginò di aver colto nel segno e poggiò i marshmellows sul bancone, sedendosi poi su una delle sedie, aspettando che la ragazza si aprisse.

"Non devi stare attento ad Harry?"
"Ci sta pensando il tuo attuale marito."
Hermione sbuffò lavando due posate per poi aprire il forno e metterci dentro l'alimento.

"Con Ron non va molto bene... Cioè, è sempre stato così, ma ultimamente non mi basta... Io aspiravo a più che a... questo" mormorò la ragazza, indicando la cucina.
"Lo immaginavo."
"Insomma, sembrava tutto così bello, le nozze, quel che provavamo e... ma perché ne sto parlando con te?"
"Perché sono l'unico che in questa casa di idioti si è accorto di una ragazza infelice."

Hermione sorrise debolmente, guardando il ragazzo che accavallava le gambe.
Non avrebbe mai immaginato di poter intraprendere un discorso di quel tipo con lui.
Non dopo tutti i lurida sanguesporco che le aveva tirato negli anni.

"Ho conosciuto qualcun altro che mi ha fatto respirare aria nuova... e sembra che Ron non se ne sia manco accorto."
"Non credo che Weasley se ne accorgerà mai."
"Poi ultimamente lo vedo scostante... come se pensasse a qualcos'altro."
"O qualcun'altra."

Hermione sgranò gli occhi e si appoggiò al bancone della cucina, cominciando a viaggiare con la mente.
Ron la tradiva?
Suo marito stava con qualcun'altra?

"No... no, Ron non lo farebbe mai."
"Ma ci hai pensato anche tu" proferì il biondo.
"Io..."

La situazione si era scaldata molto e la ragazza dovette sedersi per reggere il discorso.
Il suo matrimonio stava andando all'aria.
Tutto quello che aveva costruito stava andando in frantumi.
E lei non ne sembrava tanto dispiaciuta.

"Allora? Chi è?"
Hermione alzò il viso verso il biondo ed arrossì.
"Allora c'è davvero qualcuno" sorrise Draco.
"E-ecco..." la riccia non finì la frase. Poteva dire a Draco che il suo spasimante non era altri che Theodore Nott?

"Theodore Nott."
Il biondo sputò tutta l'acqua che si era precedentemente versato nel bicchiere e poi guardò Hermione spalancando gli occhi.
"Che cosa?!"
"Si ecco, lui è gentile e-"
"Nott ti fa la corte?!"
"Beh... sì."
Draco immaginò che se il mondo fosse dovuto finire, quello sarebbe stato il momento adatto.

§§

"Harry sei sicuro di stare bene?"
"Sì, ecco... Mi sento solo strano, come ci fosse qualcosa che non va."
"Tipo?"
"Tipo... Tipo non lo so."

I due ragazzi erano chiusi nella camera del rosso da un po' ed avevano buttato all'aria tutte le vecchie cianfrusaglie di Ron con la speranza di far sorgere qualche altro ricordo nel corvino, in modo da poterlo aiutare a ritornare quello di prima.

"Come se ci fosse un pericolo."
"Come quando ti faceva male la cicatrice?"
"Cioè?"

Ron immaginò che Harry non potesse ricordare il bruciore che gli provocava la cicatrice quando Voldemort era vicino e non sapeva se quel ricordo potesse aiutarlo a stare meglio o meno.

"Alcune volte, quando c'era un pericolo, ti faceva male la cicatrice."
"Ah... Wow, forte."
"Beh, diciamo che ti ha aiutato" ridacchiò il rosso.

"Non sento dolore, adesso."
Il rosso ricordò che con Hermione avevano capito che il dolore della cicatrice era causato dal fatto che Harry era un Horcrux di Voldemort e di conseguenza la vicinanza con esso provocava il bruciore.

"Beh... Forse è una cosa simile" tentò di capirci qualcosa Ron, sedendosi sul letto.
"Sì, probabile. Però non credo sia una cosa positiva."
"Immagino di no amico."

Si guardarono ancora un po', passando in rassegna tutta la camera.
Non avevano trovato nulla di utile, solo roba sul Quidditch.

Harry aveva ricordato qualche partita, come quella del secondo anno, quando quel bolide lo aveva seguito per tutto il campo ed alla fine gli aveva spaccato le ossa del braccio.
Aveva ricordato Allock e la sua geniale cura, quella che gli aveva reso il braccio di gomma.
Aveva ricordato Madama Chips e la sua pozione ricresci ossa.

C'era qualcosa, però, che ancora non riusciva a rammentare.
Qualcuno che ricordava essere piccolo e rompi scatole.
Qualcuno che gli aveva promesso che non gli avrebbe più salvato la vita.

"Ragazzi?" Ginny entrò in camera e sorrise ai due, guardando la marea di roba sparsa ovunque.
"Ginny, che succede?" domandò Ron, alzandosi.
"Niente, è solo pronta la cena. Scendete."

I due ragazzi annuirono e la seguirono per le scale, già pregustandosi la cenetta di Hermione.
Se c'era una cosa che Harry aveva ricordato quel poco tempo che era stato lì, era di sicuro la cucina della riccia.

Il tempo passato fra le mani dei mangiamorte l'aveva segnato dalla fame e dal disgusto.
Certe volte aveva mangiato qualsiasi cosa potesse definirsi commestibile, anche se non gli piaceva, anche se faceva schifo.

Il trio arrivò in cucina e davanti a loro si presentò una strana coppia: Hermione e Draco che bevevano prosecco, ridacchiando davanti al tavolo.

A Ron caddero le braccia.
Non poteva credere che quei due potessero avere un certo tipo di rapporto.

Harry diventò furibondo.
All'inizio non capì perché ma le guance gli divennero tutte rosse.
Era geloso.

Draco si girò verso il ragazzo e ridacchiò, aprendo un braccio per farlo accomodare accanto al suo corpo.
Il corvino acchiappò un bicchiere pieno e cominciò a sorseggiarlo, guardato con la coda dell'occhio la riccia che porgeva prosecco ai due rossi.

"Che stavate facendo?" domandò Harry, senza staccare gli occhi di dosso da Hermione.
"E tutto apposto, tesoro" scherzò il biondo, baciandogli la nuca "Sei sempre tu l'unico che amo."
Harry si girò di scatto verso il ragazzo e lo spinse via, mandandolo a quel paese in modo molto poco cortese, sedendosi a tavola con il muso.

Tutti si riunirono a mangiare intorno al tavolo, Harry vicino a Draco, seduto accanto ad Hermione, sistemata alla destra di Ron, ed infine Ginny.
La cena passò in armonia, nessuno che dava fastidio a nessuno, scherzetti e robe varie furono messi da parte, sembrava quasi che la felicità fosse l'unica cosa che regnasse nella stanza.

Ma poi Ron cominciò ad avere sonno.
Tanto sonno.
Faceva fatica a tenere gli occhi aperti e Ginny sembrava avere lo stesso problema.

"Ma che avete fatto di tanto stancante, oggi?" domandò Hermione, facendo schioccare le dita davanti al viso del rosso.
"Non saprei..." sbadigliò Ron.

Draco cominciò a sentire le palpebre pesanti e si risvegliò solo quando Harry cominciò a comportarsi in modo strano.
Hermione guardò la tavolata e si sentì il corpo pesante.

"Harry?" chiamò il biondo, sbadigliando "Che succede?"
"Non lo so... c'è qualcosa che non va... E' tutto così strano..."
"Cos'è che non va?" domandò Hermione, appoggiandosi sulla tovaglia.
"Io..." si bloccò, alzandosi e guardando fuori dalla finestra. "Sono loro! Sono qui! Lui è qui!"

Draco non fece in tempo ad alzarsi che un lampo lo raggiunse, sbattendolo contro Ginny facendolo cadere a terra.
Il muro della cucina fu raso al suolo ed un forte vento entrò nella stanza.
Hermione e Ron si alzarono, indietreggiando ed Harry corse dal biondo.

"Harry Potter, è ora di tornare dal tuo padrone" mormorò un uomo, dal viso coperto da una maschera.
"Sei mancato per troppo tempo e sai bene quanto può essere cattivo quando disubbidisci" disse un altro, sempre dal volto coperto.

Il corvino si morse le labbra e si appoggiò al muro.
I ragazzi tirarono tutti fuori le bacchette e si misero in posizione d'attacco contro i mangiamorte.
Draco si posizionò davanti ad Harry, difendendolo con tutto il corpo.

"Siete solo due contro quattro" sorrise Ron "Cosa pensate di poter fare?"
"Due?" ridacchiò uno dei mangiamorte.
"Non credo che sappia contare" continuò l'altro.

Un altro pezzo del muro cadde e di lì vennero fuori altri quattro mangiamorte.
Ron subito lanciò uno Stupeficium, mentre Hermione si cimentò con degli Incarceramus.
Ginny disarmò uno dei mangiamorte e gli mollò un calcio dritto in faccia, rompendogli la maschera.

"Non posso difendermi" urlò Harry a Draco "Ho bisogno di una bacchetta."
Il biondo annuì, immaginando di poterne rubare una ai mangiamorte, ma poi si bloccò.
"Non puoi usare la magia, sei instabile."
"Ma così non posso aiutarvi!"
"Ci penserò io a te!" gli urlò di rimandò, girandosi poi verso i mangiamorte.

Ron si nascose dietro delle macerie e puntò la bacchetta in direzione dei nemici.
"Copritevi!"
Tutti si lanciarono a terra ed il rosso lanciò un Bombarda Maxima, facendo esplodere tutto.

"Weasley!" urlò Draco da dietro il tavolo "Ma sei un cretino!"
Hermione si alzò e lanciò un Pietrificus Totalus ad uno dei mangiamorte storditi e Ginny fece un Accio, prendendo la bacchetta per spezzarla.

"Chi è il cretino adesso?" domandò Ron.
Draco si alzò senza rispondere e cominciò a lanciare vari Expulso, evitando le Maledizioni che gli sfrecciavano sulla testa.
Harry fissava tutto da dietro il tavolo e pensava ad un modo per aiutare i suoi amici... Ma cosa poteva fare?

Ginny lanciò dei Flipendo e permise ad Hermione di bloccare con un Pietrificus Totalus altri due mangiamorte, così che le due parti adesso erano tornate di quattro contro tre.

"Avada Kedavra!" urlò uno dei mangiamorte verso Draco ed Harry si buttò contro di lui spostandolo, salvandogli la vita. Il mangiamorte non la prese bene e subito puntò la bacchetta al corvino, urlando un Crucio.
Ginny si buttò di peso contro l'uomo, mentre Ron lanciava un Glacius verso il nemico, che lo evitò lanciando poi un Ardemonio.
Hermione subito usò un incanto di protezione, riuscendo a salvare tutti quanti.

Draco si rialzò e lanciò un Sectumsempra contro il nemico placcato da Ginny e questo sembrò risvegliare Harry che fino a quel momento era rimasto a terra.
Il Sectumsempre gli sembrava famigliare.

"Draco..." mormorò, facendo girare il biondo "Sectumsempra... Io..."
Il ragazzo si toccò il petto distratto ed abbassò il viso ma questo gli costò caro.
In mezzo a tutto il casino ed i due mangiamorte rimasti, un aura nera lo aveva schiantato al suolo, disarmandolo.

Ginny, Hermione e Ron si bloccarono, guardando quella figura rimanere ferma e scura nella notte.
Herry si alzò ed indietreggiò, visibilmente spaventato.
"E' lui..." disse, in panico "E' Lui..."

Hermione e Ron si guardarono, annuendo all'unisono e subito cominciarono a lanciare incantesimi contro la figura. Qualsiasi cosa usassero, quella riusciva a parare tutto o addirittura a deviarla con un gesto della mano.

Ginny guardò tutto sbalordita, senza dire nulla.
"Non ci arrivano neanche gli incantesimi, a lui..." mormorò Ron, sgranando gli occhi.
Hermione si sentì spaesata: era la prima volta che le capitava una cosa del genere.

I due mangiamorte rimasti si avvicinarono all'uomo e quello guardò il corvino.
"Harry Potter" proferì, allungando la mano verso la sua direzione "Vieni con me e nessuno si farà del male."

Harry si morse le labbra e guardò i suoi amici: sapeva benissimo che li avrebbe uccisi, così decise di fare un patto.
"Verrò con te... E non fuggirò più... Se mi prometti che non farai loro del male."
"No!" urlò Draco, alzandosi e mettendosi davanti a lui "No!"
"Draco, io non voglio che-"
"Quando ti drogherà e ti dimenticherai di noi, come farai a sapere che non saremo morti? Eh?!"

Harry ammise che il biondo aveva ragione.
Hermione, Ron e Ginny si avvicinarono alla coppia e si misero in posizione difensiva.

"Combatteremo fino alla morte" cominciò Ron, alzando la bacchetta "Non lo lascerò ancora nelle tue mani."
"Anche io!" si ingrugnì Ginny, stringendo i pugni.
Hermione annuì con loro, cercando di pensare a qualcosa.

"Bene" mormorò l'uomo.
I mangiamorte puntarono le bacchette ed i ragazzi fecero lo stesso.
"Prenderò Harry Potter anche senza il suo od il vostro consenso."

Dopo la frase detta dall'uomo, un velo nero coprì la vista ai ragazzi che subito caddero a terra, ancora più stanchi di prima.
Hermione immaginò che la loro debolezza era dettata da qualche incanto e si sentì stupida per non averlo capito.

Quando il mondo tornò visibile, Harry era fra le braccia possenti dell'uomo e tentava di divincolarsi in tutti i modi.
I mangiamorte avevano la bacchetta puntata ed i ragazzi non riuscivano ad alzarsi.

"Draco Malfoy, tu e Potter siete legati da un legame a me scomodo... Ringrazia tuo padre se ti concedo ancora di vivere."
Il biondino non capì le parole fino a quando non sentì un dolore lancinante.
L'uomo col serpente li stava dividendo ed il biondo stava subendo gli effetti di quello che una magia sbagliata poteva fare se usata su un legame di schiavitù.

"Noo!" urlò Harry, cercando di scappare "Lascialo stare!"
Ma nulla servirono le urla o i calci: Draco, qualche minuto dopo, chiuse gli occhi senza più riaprirli.
I ragazzi cominciarono ad alzarsi, spinti dalla forza di volontà, ma prima che potessero fare qualsiasi cosa, l'uomo col serpente ed Harry svanirono, seguiti da un solo mangiamorte.

"Harry!" urlò Ginny, con le lacrime agli occhi.
"No..." mormorò Hermione, alzandosi.
Ron si avviò verso il mangiamorte rimasto e lo prese per il colletto, puntandogli la bacchetta.
"Chi sei? Dove avete portato Harry!"
L'uomo misterioso si tolse la maschera e capelli biondi fluenti scesero lungo le spalle.
"Lucius Malfoy..." mormorò Hermione "Tu..."
"Non potevo aiutarvi..." commentò Malfoy Senior, abbassando il viso. "Lui avrebbe ucciso tutti..."
"Ti farò rinchiudere ad Azkaban!" urlò Ron, sbattendolo a terra. "Non uscirai più di lì!"

Ginny era sconvolta, seduta a terra.
Hermione si era avvicinata a Draco e lo aveva preso fra le braccia, sentendo il suo cuore battere.
Lucius guardò il figlio e sospirò.

"Ho promesso a quell'uomo di aiutarlo se avrebbe risparmiato tutti voi... L'ho fatto per mio figlio."
"Tuo figlio è morto!" urlò Ron.
"No" lo bloccò Hermione "E' in coma... Me lo aveva detto Theodore che poteva accadere una cosa del genere."

Ron abbassò la bacchetta, senza sapere più che fare.
"Mi dispiace. Era l'unico modo."
Hermione immaginò che Lucius avesse ragione.
Quell'uomo poteva ucciderli tutti.

Harry era stato rapito ancora.
Nessuno era riuscito a salvarlo.
Draco era in coma.
Lucius non li avrebbe aiutati.
Ma lei aveva una carta in pugno: l'aveva visto sulla pelle di lui, ed il biondo gliene aveva parlato.
Quell'uomo aveva un tatuaggio lungo tutto il braccio destro.
Il tatuaggio di un serpente.


--


Note: Siamo arrivati qui. 
E' la fine della prima parte. 

Prima di continuare (creerò un altro "libro", come volete chiamarlo, quindi non continuerà su questo), volevo dirvi che la seconda parte è molto più cruenta. 
L'uomo col serpente ha preso Harry e non lo lascerà di certo impunito. 
Perciò vi avviso che ci saranno scene forti (nel limite). 
Ho letto il regolamento e non dovrei essere andataci contro, ma se per caso non avessi letto bene e mi cancellassero la storia, potete seguirmi su EFP sempre con lo stesso nick, cioè YomiCrazy. 
Grazie a tutti quelli che sono arrivati sino qui e mi hanno aspettata. 
Questo capitolo lo dedico a voi.







SlaveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora