Anger, Love, Confusion: Roads that go nowhere

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  Anger, Love, Confusion: Roads that go nowhere
Rabbia, amore, confusione: strade che non portano da nessuna parte.
Cap.19








Harry non poteva credere che Draco avesse detto quelle parole a Ginny.
Era stato davvero maleducato ed inoltre sembrava esser tornato il classico Malfoy stronzo che ricordava di Hogwarts.

Perché si era comportato in quella maniera?
Perché l'aveva insultata senza più un'apparente motivo?

Ginny era stata carina con lui, era tornata a trovarlo, gli aveva sorriso, l'aveva abbracciato e poi l'aveva baciato...
Già, un bacio dolce e malinconico, avventato ma bello.

Il bacio di Ginny era stato bello.
Solo quello.
Non era stato quel qualcosa che provi una sola volta nella vita, che non si dimentica, di cui non puoi farne a meno.

Come il bacio del biondo.
Il bacio dell'impertinente col naso da principino perfetto, Draco Malfoy.

Le labbra del biondo si erano più volte posate sulle sue, dei flebili ricordi dei giorni passati nel Malfoy manor stavano pian piano riaffiorando e quella sicurezza che Draco gli dava era sempre più potente, sempre più ferma.

Aveva sognato la limousine in cui Draco l'aveva trasportato e di come lui ci si fosse strusciato contro, di come l'aveva baciato ed abbracciato dopo che quello lo aveva liberato.
La dolcezza con cui il biondo l'aveva toccato ed aiutato a smaltire quel che aveva quel giorno all'asta.

Il biondo, nei suoi sogni dispersivi, non si era mai imposto.
Lo aveva sempre assecondato e toccato dove lui voleva.

E poi la rivelazione che il flusso dei suoi ricordi stava seguendo.
Draco lo aveva rifiutato.
Si era rifiutato di fare sesso con lui incosciente.

Harry si portò le mani sul viso, togliendosi gli occhiali e stropicciandosi gli occhi.
Come aveva potuto accusarlo senza pensarci?
Perché quei ricordi non era spuntati prima?

Odiava quella situazione, odiava la sua testa, odiava il suo passato, odiava Draco.
Lo odiava perché non si era ribellato, non gli aveva inveito contro, si era solo spiegato e poi aveva deciso di far scegliere tutto a lui.

"Dannazione, Malfoy, non ti sopporto!" e, detto questo, acchiappò il cuscino tirandolo verso la porta, prendendo in pieno Priscilla che si era materializzata proprio in quell'istante.
"Priscilla, scusa!" disse immediatamente il corvino, alzandosi e raggiungendola.
"Non si preoccupi signore" rispose quella, raccogliendo il cuscino "Va tutto bene signore."

Priscilla rimise il cuscino sul letto e poi si girò verso il corvino, sorridendo.
"Sta bene, signore?"
Harry sospirò, sedendosi sul letto.
"Posso fare qualcosa per lei?"

Magari... pensò il corvino, sbuffando e guardando l'elfa.
Priscilla fece spallucce e si avvicinò al ragazzo, sedendosi accanto a lui sul pavimento.

"Perché non ti siedi sul letto?" chiese Harry.
"No signore, non potrei mai."
"Non mi dà fastidio, puoi farlo."
Priscilla sorrise e si alzò, sedendosi sul letto, mentre il corvino alzava le dita sulle sue orecchie per accarezzarle.

"Sono davvero morbide..."
"La ringrazio, le tengo curate."
Harry ridacchiò e quando l'esserina lo guardò negli occhi, un senso di dolore lo pervase nel profondo.

Era qualcosa di strano, un senso di perdita.
Come se Priscilla fosse il ritratto di qualcosa che avesse perso qualche tempo addietro, un qualcosa di davvero importante che pian piano si stava trasformando in qualcuno.

Promettimi una cosa.
Qualunque cosa, signore.
Non provare mai più a salvarmi la vita.


"Signore?
Harry Potter, signore?
Signore!"
Harry tornò alla realtà spalancando gli occhi, annaspando.

A chi aveva detto quelle cose?
Chi aveva provato a salvargli la vita? E perché lui gli aveva chiesto di non farlo più?
Perché sentiva quel senso di dolore pervadergli il petto?

"Signor Harry Potter?" provò ancora Priscilla, tirando la maglia.
"Sto... Sto bene, scusami. Mi ero incantato."
"E' per colpa del signorino Malfoy?"
"Come?"

Il problema del ricordo passò in secondo piano quando la piccola elfa nominò il nome del biondo.
Draco Malfoy era lì, ancora, anche se non fisicamente, nella sua stanza.
Sospirò e si sistemò fra i cuscini, guardando Priscilla e sorridergli.

"E' arrabbiato con il signorino Malfoy?"
Harry si imbronciò un poco ed incrociò le braccia, sistemandosi gli occhiali.
"No... Cioè, si." Sbuffò.

"Perché ce l'ha con il signorino Malfoy?" domandò allora la piccola elfa.
"Perché si comporta da stupido... Crunchy lo sa."
"Crunchy ha raccontato a Priscilla cosa è successo, signore."
"Allora perché me lo chiedi?" domandò Harry, sistemando le gambe ad incrocio.
"Perché capisco i sentimenti del signorino Malfoy."

Harry alzò un sopracciglio e non capì a pieno la risposta dell'elfa.
In che senso, quella, capiva i sentimenti di Draco?
Che provava Draco?

Il corvino era pieno di domande e non riusciva a trovare neanche una risposta a tutti quei punti interrogativi.
Aveva bisogno di recuperare tutta la memoria per riuscire a trovare quel che voleva e dare una conclusione a quella storia.

Priscilla si alzò dal letto ed uscì dalla stanza, incontrando Crunchy nel corridoio.
I due elfi si guardarono e sospirarono, appoggiandosi al muro.
"Lo capirà mai, Harry Potter?"
"Non lo so, Crunchy" rispose l'elfa, toccandosi le orecchie. "Non credo che lui sappia di avere tutte le risposte alle domande che si pone già da adesso."

§§

Draco era seduto sul divanetto della sala con in mano un bicchiere di vino rosso.
Stava ripensando a quel che era successo poco prima e si sentiva così in colpa per quel che era accaduto che non sapeva come rimediare.

Non si sentiva in quello stato, di certo, per quel che aveva detto a Ginny.
No, certo che no... era per come aveva poi reagito Harry.

Il corvino, dopo che la gatta morta si era dileguata, aveva fatto marcia indietro e l'aveva sorpassato senza neanche parlare ed era salito per le scale sbattendo la porta dietro di lui, col rischio di rompere qualcosa per colpa della potenza dell'urto.

Se era ancora incosciente, avrebbe di sicuro usato della magia involontaria e gli avrebbe distrutto mezzo manor.
Allora sì che Nott sarebbe stato nei guai.

Si rigirò il bicchiere mezzo vuoto nelle mani e sospirò appoggiandolo sul tavolino, accavallando le gambe e poggiando la testa sulla parte superiore della poltrona.
Aveva appena riconquistato la fiducia del ragazzo e l'aveva mandata in fumo per la gelosia.

Draco era geloso, geloso al massimo e più ci pensava, più si arrabbiava con sé stesso per quello che stava provando per quel quell'odioso corvino dal cervello troppo piccolo.
Perché si era innamorato proprio di lui?

Poi ci pensò un po' e fece due calcoli.
Aveva cominciato a vedere Harry in quel modo durante la fase sono un cucciolo bisognoso di coccole e non prima o dopo, quand'era tornato normale.

Quindi si era innamorato di un falso Harry Potter?
Era di certo la spiegazione più probabile, anche perché con quel ragazzo ci aveva sempre e solo litigato.

Però.
C'era sempre un però in quel filo di pensieri.
Nott e la Granger gliel'avevano detto entrambi ed allo stesso modo per la stessa cosa.

Lui era ossessionato da Harry fin dalla scuola.
Harry era ossessionato da lui fin dalla scuola.

"Quanto ti odio, Potter." Borbottò il biondo, alzandosi ed avvicinandosi alla finestra. "Ti odio così tanto che..." sospirò "Che non posso far a meno di pensare a te." Finì, appoggiando la mano al vetro.
"Non posso smettere di pensare a quel che c'è stato fra noi in questo poco tempo... Perché non capisci? Perché non apri la mente? Perché non mi dai una chance?"

"Forse è lei che dovrebbe dare una chance ad Harry Potter."
La voce di Crunchy raggiunse le orecchie di Draco che si girò di scatto, arrossendo.
"Crunchy? Che... che ci fai qui?"
"Dovrebbe permettere ad Harry Potter di tornare dai suoi amici."
"No, non ci vado alla Tana."

"Non è Harry Potter ad essere nel torto, signore." Spuntò Priscilla, avvicinandosi a Crunchy "Lei gli sta vietando di tornare alla sua vita... Ora che può e lo vuole, lei non glielo permette."
Draco guardò i suoi elfi e batté le ciglia un paio di volte, cercando di capire cosa intendessero.

"Devo... portarlo alla Tana? Con i suoi amici? E gli Weasley?!"
"Si..." cominciò Crunchy.
"...e gli Weasley." Concluse Priscilla.

Draco si frizionò i capelli biondi e si girò verso la finestra.
Non voleva ammetterlo ma quei due avevano perfettamente ragione.
Stava impedendo ad Harry di tornare ad essere lui e questo lo stava allontanando da tutto quel che erano stati in quei giorni.

Sospirò immaginando il lerciume in cui i rossi vivevano e si morse il labbro al pensiero delle sue scarpe pregiate che solcavano il pavimento fradicio della catapecchia di casa Weasley.
Come aveva detto alla criceta, si sarebbe ucciso pur di non entrare nella Tana ma...

Ma.
Come il però, il ma era lì in agguato e significava una sola e vera cosa.
Per Harry, lo avrebbe fatto.
Avrebbe solcato quel pavimento per vederlo sorridere ancora una volta.

"Va bene..." mormorò, girandosi verso i due elfi. "Porterò Harry alla Tana dai suoi amichetti."
Priscilla e Crunchy sorrisero, annuendo e muovendo dolcemente le orecchie.
Avevano ottenuto quel che si erano promessi di fare.

§§

Draco bussò alla porta della stanza di Harry con accanto Priscilla che teneva un grande vassoio contenente un filo di merluzzo al sugo. Il tutto era stato guarnito con dell'insalata frasca immischiata a dei pomodorini tagliati a metà.

Il biondo indugiò molto davanti al pomello, cercando il viso dell'elfa dietro al grande vassoio.
Non voleva beccarsi un merluzzo in faccia ed era sicuro che Priscilla non l'avrebbe difeso davanti alla sfuriata del corvino.

Sospirò amaramente, mentre l'elfa si avvicinava sbattendo le orecchie, tirando piano i pantaloni del biondo.
Draco la guardò abbassandosi e prendendo il vassoio, immaginando che avrebbe dovuto fare tutto da solo, senza nessun'altro ad aiutarlo.

"Andrà tutto bene, signore." Sorrise Priscilla.
"Ah... Lo spero... Se prova ad uccidermi verrai a salvarmi?"
L'elfa ridacchiò ed annuì.

"Harry Potter non la ucciderebbe mai, signore."
"Come fai a dirlo?" chiese Draco, alzando un sopracciglio.
"Harry Potter gli deve la vita per tutto questo tempo."

Draco annuì e si alzò, guardando ancora la porta.
Priscilla probabilmente aveva ragione ma non ci sperava un granché.
L'elfa ignorava le cose che il corvino aveva fatto per lui, negli anni passati.

Ignorava tutti gli scherzi e le malefatte che Draco aveva usato per screditarlo e renderlo meno speciale di quel che Harry appariva.
Sì, perché in fin dei conti, il corvino era speciale.

Draco aveva sempre pensato che lo fosse, non serviva soprannominarlo Il Prescelto per capirlo.
In un modo tutto suo, Harry era quel tipo di ragazzo che non puoi non amare.
Nel suo piccolo, il corvino era dolce ed ingenuo e non avrebbe fatto male a nessuno.

"Okay" si disse "Andrà tutto bene. Devo solo entrare, cercare di non farmi uccidere e dirgli che domani sera lo accompagno alla... Tana... con la Granger... Lo Weasley... La... lucciola... ed il resto della famiglia."
Non era di certo il miglior incoraggiamento che Draco avesse mai pensato, ma era di certo meglio di niente.

Bussò alla porta e la spinse aprendola, deglutendo e mettendosi davanti il vassoio.
Da dentro la stanza non provenne nessun rumore e Draco immaginò che il corvino si fosse addormentato, forse stanco dalla mattina.

Abbassò il vassoio, incrociando due occhi rossi di rabbia, due braccia incrociate ed un broncio lungo metri.
Il biondo deglutì ancora, avvicinandosi come ci si avvicina ad una tigre, posando il vassoio sul comodino ed allontanandosi il giusto per non esser sbranato.

"Malfoy" pronunciò Harry, alzandosi.
"Potter..." rispose Draco, torturandosi le dita.
"Mi auguro che tu manderai una lettera di scuse a Ginny."

Draco sospirò pesantemente e appoggiò le braccia ai fianchi, facendo capire al corvino che non avrebbe mai fatto una cosa del genere in tutta la sua vita.
Harry si avvicinò, furioso, rimanendo con le braccia incrociate.

"Non mi piace il modo in cui tratti Ginny!"
"Potter, non metterti in mezzo a queste cose, la tua amichetta deve restare al suo posto!"
"Come io devo rimanere al mio?"

Il biondo alzò un sopracciglio, allungando le braccia lungo il corpo, non capendo cosa Harry intendesse.
Il corvino sbuffò e tornò seduto sul letto, guardandolo sempre con rabbia.

"Cosa intendi?" chiese Draco.
"Non fai altro che ripetere che sono tuo" mormorò scocciato "E la cosa mi infastidisce. Io non sono tuo!"
"Tecnicamente lo sei."
"Solo per il legame di schiavitù? Solo per questo? Hai il diritto di decidere come comportarti con i miei amici e con chi farmi stare?"

Draco abbassò il viso, immaginando a cosa il corvino si riferisse.
Al fatto che aveva detto che non sarebbero andati alla cena di Natale alla Tana.

"Senti, mi dispiace per quello."
"Perché mi impedisci di stare con i miei amici?"

Perché ti amo, avrebbe voluto rispondergli, perché se ti porto da loro, tu non resterai più con me. Mi lascerai nella mia solitudine, nella mia stupida vita da riccone figlio di papà. Perché la Weasley non ti lascerà più andare e tutte le belle cose, i nostri momenti ed i nostri baci, sfumeranno nel nulla come la mia vita.
Perché tu sei la cosa più bella che mi è capitata dalla guerra, sei ciò che mi ha salvato dal mondo e da me stesso.
Perché tu sei tutto per me.


Quasi si vergognò di quel pensiero ma arrossì profondamente.
Non avrebbe mai detto quelle cose ad Harry, il corvino non doveva neanche immaginare quelle parole.

Si avvicinò al letto, sedendosi e sospirando, girando il viso verso il corvino ancora imbronciato.
Quanto poteva essere tenero, anche in quell'istante?
Quanto voleva dargli un bacio?

"Non lo farò" pronunciò finalmente "Non ti terrò lontano dai tuoi amici."
"Come?" chiese Harry, stupito.
"Domani sera andremo alla cena di Natale, così da poter rincontrare i tuoi vecchi amici e... chissà, magari gioverà anche alla tua memoria."

Draco poté vedere il corvino sgranare gli occhi, alzare un sopracciglio e cercar di mettere a fuoco le parole appena sentite.
Non credeva a quel che il biondo avesse detto, probabilmente.

"Potresti ripetere?" domandò, infine.
"Hai sentito benissimo, non lo ripeterò ancora."
Harry lo guardò alzarsi.

"Quindi mi accompagnerai alla Tana? No, anzi... Entrerai nella Tana?!"
"Cosa non hai capito della frase che ti ho detto prima? Ti sei perso la parte che diceva Domani sera andremo alla cena di Natale?"

Harry ridacchiò e si allungò verso il vassoio, prendendo la forchetta ed il coltello, cominciando a mangiare con gusto il merluzzo.
Draco si tirò di lato, permettendo al corvino di stare più comodo.

Era così bello stare accanto a lui senza litigare o appiccicarsi, guardarlo mangiare e sorridere, parlare delle cose più svariate e stravaganti, come i ricordi di Hogwarts e gli scherzi degli Weasley.
Un momento magico per il biondo.

Draco riuscì a comprendere che la memoria del ragazzo non era esageratamente danneggiata, ricordava quasi tutte le persone, mancavano all'appello Granger, Silente, Diggory, Dobby, Severus ed il signor Ollivander.
Sembrava quasi dimenticare alcuni momenti scolastici, come la coppa Tre Maghi, la fine del primo anno scolastico, il sesto anno ed Azkaban.

Ma alla fine non era un granché.
La Granger se lo meritava, Silente faceva favoritismi, Diggory... beh, era Diggory, no?
Dobby se lo meritava come la Granger ed il signor Ollivander... non gli importava più di tanto di quel vecchio. Ma Severus... Perché il corvino non parlava di Severus?
Forse per tutte le cose che gli aveva fatto il professore di Pozioni?

"Sai..." attirò l'attenzione il corvino "Non ti ho mai ringraziato per quello che stai facendo per me..."
"Ah..." si innervosì Draco "Non fa niente."
"No, davvero... Non faccio altro che darti fastidio e farti arrabbiare..." Harry sbuffò, giocando con il sugo "Sono uno stupido."
"Oh, ma quello lo so" ridacchiò il biondo "Non c'è bisogno che me lo dici."

Harry si imbronciò e Draco non perse tempo per ridere ancora, sospirando poi.
"Te lo dovevo, tu mi hai salvato la vita."
"Sei cambiato molto dalla guerra."

Draco sbuffò, anche il corvino ora si metteva a dirgli quella frase?
Ma si erano messi tutti d'accordo per farglielo notare?
Un complotto.

"Non sei il primo che me lo dice."
"Forse perché è vero?"
Draco fece spallucce, abbassando lo sguardo per poi tornare a guardare Harry negli occhi.

"Ed a te... Piace questo nuovo me?"
Le guance del corvino arrossirono improvvisamente e Draco vide Harry saltare come colpito dalla domanda.
"Cioè, sembro più... Insomma..."
"Si, cioè... Mi piace... Mi... piaci..."

Il cuore del biondo cominciò a battere all'impazzata e sentì il viso andargli in fiamme.
Il corvino abbassò il viso e continuò a mangiare, ignorando completamente l'altro.
Draco poteva vederlo in imbarazzo e lo ritenne talmente tenero da morire di tenerezza.

Ma poi si mise l'anima in pace.
Harry non intendeva quel che lui sperava, sicuramente.
E ciò lo faceva stare davvero male.

Quello che però lo preoccupava davvero, era la cena di Natale.
Dopo quella sera, Harry non sarebbe stato più lo stesso di prima.

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