Revival

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Revival
Rinascita
Cap.12



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Più di una mera rivincita,questa è una vera e propria rinascita.


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"Nott, vieni subito qui!"

"Draco, ti ho già detto che ho un paziente alle nove, non posso, facciamo questo pomeriggio!"
Il biondo avrebbe tanto voluto prendere Theodore e tirargli qualche pugno in modalità alla babbana.
Insomma, aveva bisogno di lui!

"No, Theodore, assolutamente no!
Oggi ho da fare."
"Allora devi aspettare che mi libero con questo paziente e-"
"E cosa faccio io, intanto? Ci gioco a scacchi?"
Dal camino arrivò uno sbuffo disperato, segno che Nott stava quasi per esplodere.

"Draco, ascoltami.
Lo sapevamo entrambi che prima o poi sarebbe successo, no?"
"Si ma..."
"Probabilmente, il suo blocco, eri tu.
Ne stavo giusto parlando ieri con la Granger."

Lui era il blocco di Harry Potter?
Tutto quello che bastava per farlo tornare lucido era fare del sesso con lui?
Draco non poteva crederci. Cioè, credeva al fatto che lui poteva essere il suo blocco, in quanto entrambi erano ossessionati da loro stessi, ma addirittura quello...

"Draco, dammi un'ora.
Lascia il camino aperto per le dieci e mezza, undici.
Ti raggiungo in camera di Potter."
Il biondo annuì e chiuse la chiamata.

Harry era tornato in sé.
Cioè, questo è quello che pensava Draco, in verità.
Da quello che aveva capito, il corvino ricordava perfettamente chi era lui e chi fosse il biondo.
Ricordava una buona parte dei suoi amici – tra cui, purtroppo, la pel di carota – e molte altre sciocchezzuole.

Avrebbe dovuto parlare con lui e spiegargli tutto quello che era successo.
Se era fortunato, probabilmente, Harry si ricordava anche questo fantomatico uomo col serpente.
Se gli diceva chi era, il gioco era fatto. Draco avrebbe parlato con lo Weasley e quello avrebbe cercato questo tizio e subito dopo incastrato, prima di fare dell'altro male ad Harry.

Si diresse verso la stanza del corvino, sospirando e sbuffando.
Priscilla gli si avvicinò con in mano un vassoio di leccornie e lo fissò con rammarico, capendo cosa il padrone stesse pensando.
Immaginò che non fosse facile per lui.

"Potter?" Draco spinse la porta della camera, facendo entrare Priscilla con il vassoio.
Harry si girò verso di loro, fissandoli e scostandosi di lato sul letto, permettendo all'elfa di poggiare sulle lenzuola la colazione.
"Ora mi chiami per cognome?"

Draco sospirò, fissando Priscilla sorridere al corvino e riempirgli una tazza di cioccolata, porgendogli intanto un cornetto al cioccolato.
Doveva chiedergli e spiegargli molte cose, sperando che Harry non lo allontanasse troppo.

"Hai ancora gli elfi come domestici?"
"Loro hanno deciso di lavorare per me di spontanea volontà. Possono andarsene quando vogliono."
Harry sembrò scettico alla spiegazione, ma non replicò.

"Devo chiederti di bere la cioccolata, Potter."
"Perché?"
Draco si avvicinò al letto, massaggiandosi il collo, fissando con sguardo preoccupato l'elfa.
"Signore, sono sicura che Harry Potter l'ascolterà."
Il corvino squadrò prima il biondo e poi l'esserina, posando il cornetto.

"Potter, devo chiederti alcune cose. Posso sedermi?"
Harry lo fissò per un po' e poi annuì, sistemandosi meglio sul piumone.
Draco si sedette e sospirò, cercando di non avventarsi troppo. Non poteva farlo arrabbiare o chiudere in sé stesso, sarebbe significato la perdita di tutto.

"Cosa ricordi?"
"Cioè?"
"L'ultima cosa che ti viene in mente prima... Di esserti svegliato qui."
Harry sembrò rimuginarci sopra. Allungò la mano sulla tazza, ritirandola subito dopo. Draco gli aveva detto di bere la cioccolata e lui non sapeva perché. Che c'era di strano dentro?

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