Sensi di colpa

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"Tu hai fatto cosa?!?"chiese Shane,stupito.Non conosceva quella Mona ed aveva sempre avuto delle forti difficoltà a fidarsi delle persone,specialmente senza averle mai viste in faccia.

"Calmati,andrà tutto bene.Mona è una persona a posto,per lo meno adesso.Ha molti più debiti con me di quanti tu possa immaginare..."affermò Spencer.L'uomo annuì:era necessario fidarsi,almeno per questa volta.Eppure ogni fottuta notte non riusciva a dormire,tormentato com'era dall'immagine di lui che uccideva Yvonne.Non sapeva come avesse potuto perdere così tanto il controllo,togliendo la vita all'unica persona che aveva mai davvero amato.La gelosia e la  voglia di vendetta possono fare cose terribili.Probabilmente era impazzito e doveva essere internato in un manicomio,sì era di sicuro così.Era un mostro,un autentico mostro.Doveva pagare per la sua terribile azione , era giusto così.La paura della prigione era l'unica cosa che lo bloccava ancora dal costituirsi.

Stava guidando per andare a fare un po' di spesa,quando vide una figura in mezzo alla strada.Era incappucciata,un rivolo di sangue macchiava la sua maglia.Shane si fermò di botto,evitando di andare fuori strada e di sbattere contro un albero.Fu quando vide quel volto che rabbrividì:Yvonne.La sua espressione era di rabbia,i suoi occhi iniettati di sangue erano un autentico spavento.Il tempo di battere le ciglia e già la ragazza era scomparsa.Era un'allucinazione,lei era morta.Lo sapeva bene.Fece inversione,andando in direzione della stazione di polizia.Nemmeno davanti alla porta riuscì a trovare il coraggio di entrare.Prese la sua pistola e se la puntò alla testa.Era finita,la sua vita non poteva andare avanti in quel modo.Nei dintorni rimbombò quell'unico sparo che fu in grado di ucciderlo,macchiando i vetri ed i gradini della centrale.Quando Toby arrivò,allarmato,insieme agli altri agenti era già troppo tardi.

C'è chi dice che il suicidio sia  da egoisti,ma secondo me ci vuole coraggio a porre fine a tutto.E Shane non aveva più ragioni di continuare a vivere,soprattutto perché la sua esistenza era scandita da dolore,solitudine e sensi di colpa.

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