Corse a perdifiato fuori dall'edificio sotto lo sguardo di studenti e docenti.
Arrivò fino ad un parco e si rifugiò in uno scivolo per bambini, stupito del fatto che ci entrasse.
Scoppiò in un pianto silenzioso ma pieno di sofferenza.
Cosa avrebbe detto a Namjoon? Cosa sarebbe successo se fosse tornato a scuola anche il giorno dopo?
Perchè le persone lo trattavano come se non fosse umano?
Iniziò a scalciare, in preda alla rabbia e alla confusione.
Alla fine prese il suo zaino e l'aprì, c'era una piccola action figure di Peach, aveva deciso che se la sarebbe portata con sè affinchè essa non gli avrebbe portato fortuna.
<<Game Over.. Vero Peach?>> sussurrò singhiozzando.
<<Quante vite mi sono rimaste per continuare a giocare?>> domandò e poi rimase in silenzio, come se volesse che quella statuetta gli rispondesse.
<<Sei silenziosa oggi>> sussurrò con rabbia per poi rimetterla nello zaino.
Si alzò facendo attenzione a non sbattere la testa e decise di dirigersi a casa sua.
Ne aveva avuto abbastanza di quella giornata.
Le lacrime continuavano a rigargli il volto e il vento gelito continuava ad abbattersi sul suo volto.
In poco tempo arrivò nell'edificio in cui abitava, prese le chiavi ed aprì la porta, poi iniziò a salire le scale in modo rumoroso.
Arrivò di fronte alla porta della sua abitazione ed entrò.
Tolse Peach dallo zaino e lanciò lo zaino via, poi corse in stanza ancora arrabbiato.
Posò Peach nella sua collezione, lontana da Mario.
<<Oggi mi hai fatto arrabbiare, quindi per punizione non gli starai vicino.>> disse secco e subito dopo si lanciò sul letto.
Aveva le guancie e gli occhi rossi, forse per la rabbia e la tristezza.
<<Perchè non mi apprezza nessuno?>> sussurrò mentre le lacrime gli scorrevano sul viso, poi accese la console e ricominciò a giocare.
Forse quello lo avrebbe distratto.