Scendendo le scale notai subito i miei due borsoni da viaggio già riposti davanti la porta d'ingresso, non riuscivo ancora a crederci, dovevo passare due mesi a fare attività all'aperto e peggio di tutto fare nuove amicizie, un senso di nausea si impossessò di me.
Senza farmi vedere da mia madre mi avvicinai ad una delle borse e nascosi un sacchetto di erba che avevo comprato la sera prima da uno dei miei amici, quella era l'unica cosa che mi aiutava ad affrontare quello schifo.Mia madre era pronta, mi aspettava seduta composta al tavolo della cucina, io non avevo nemmeno fatto colazione, non avevo intenzione di partire prima di qualche ora.
Feci finta di non aver visto mia madre e andai a prepararmi una tazza di cereali, mi sentivo una condannata a morte.-Tesoro!buongiorno! Dai fai colazione io intanto metto i borsoni in macchina! Allora...eccitata per questa nuova avventura?-
Alzai la testa e guardai mia madre con uno sguardo torvo, non riuscivo a credere che stava facendo come se tutto fosse okay.
-Si, bene, io allora vado a prendere...si...- mia mamma corse velocemente verso la porta d'ingresso alquanto imbarazzata.
Rimasi li a guardare i cereali galleggiare nel latte per non so quanto tempo, uno squillo del telefono mi svegliò da quello stato di trans.
Il nome di Jack illuminava lo schermo, un messaggio.
"Buona fortuna Marns, mi mancherà la mia compagna di fumo!"Risi leggendo quelle parole, quindi sarei mancata a Jack, ovvio che sarei mancata a lui, ero la sua migliore cliente. Scossi la testa e non risposi nemmeno al messaggio, mi faceva male pensare che non l'avrei rivisto per mesi.
Il viaggio era abbastanza lungo quindi mi misi comoda, la musica nelle cuffie rimbombava nelle mie orecchie, il finestrino era tutto abbassato e faceva volare i miei capelli, per un attimo non pensai nemmeno alla destinazione di quel viaggio, me lo stavo decisamente godendo.
Notai mia madre sorridere appena, non era cattiva, lo sapevo, voleva fare il meglio per me, ma preferirei che la smettesse di controllare la mia vita. Ad un certo punto mi fece segno di tirare via le cuffie, forse eravamo arrivati.
-Ti va di parlare un po' Marnie?"
-Mmh okay mamma...ma siamo quasi arrivati?-
Dissi cercando di capire dove fossimo.
-Si, quasi, mancherà qualche chilometro...Marns...volevo dirti solo che ti voglio bene...e mi mancherai...- piangeva, mia mamma piangeva. Non l'avevo mai vista piangere, era una donna con le palle, almeno questo è quello che diceva sempre papà.
Mi avvicinai a lei, le toccai una spalla e le diedi un piccolo bacio sulla guancia. Infondo è pur sempre mia mamma.
Lei annuii appena e con la sua mano libera prese la mia.
-Non volevo lasciarti li arrabbiata con me, fidati ti divertirai!-
Io mollai la presa e alzai gli occhi al cielo.
-Certo mamma, come no...-
-Ma si! Fidati! E poi sai è pieno di ragazzi belli della tua età!- ammiccò sorridendo, io volevo sprofondare, diventai tutta rossa, non volevo parlare di ragazzi con mia mamma.
-Uh Eccoci! Guarda ci sono già i segnali da seguire!-
Notai sul lato della strada un cartello di legno con su scritto "CAMP PUCKA" è una freccia rossa disegnata con la vernice. Incominciai ad essere curiosa, mentre tiravamo dritto per la superstrada notai di fronte a me il mare, era bellissimo, le onde erano enormi e si infrangevano sulla spiaggia, chissà se si poteva passare qualche giornata al mare, mi sarebbe decisamente piaciuto.
Continuavo a fissare il mare quando mia madre curvò in una strada piena di ciottoli, ecco che notai un grosso arco in legno che passava sopra di noi, c'era un enorme scritta Camp Pucka scritto con vernice viola. Decisamente fatto a mano da qualcuno non di certo abile nell'arte.
Parcheggiammo vicino ad altre macchine e la cosa che notai subito fu la quantità enorme di ragazzi che si trovavano in gruppo davanti a tre ragazzi vestiti uguali con una divisa color senape. Mi ricordavano gli scout ma decisamente più sfigati.
Scesi dalla macchina e andai subito a prendere i miei borsoni, spero solo che non controllano le borse.
Misi le borse sulle spalle ed ero pronta a salutare mia mamma, l'abbracciai forte e lei mi diede un bacio sulla guancia.
-Divertiti tesoro! Ti voglio bene!-
Annui debolmente e la salutai mentre la vedevo allontanarsi con la macchina, volevo davvero essere con lei in quel momento.Mi avvicinai al gruppo di ragazze e ragazzi pieni di borsoni, anche loro devono essere appena arrivati come me. Rimasi in fondo al gruppo, riuscii a malapena a intravedere la ragazza con quella divisa in senape che sorrideva a tutti e salutava, evidentemente stava aspettando che ci fossero tutti.
Dopo qualche minuto sotto il sole scottante finalmente la ragazza parlò.
-Bene direi che ci siamo tutti! Benvenuti a Camp Pucka! Voi siete tutti i nuovi partecipanti e devo dire che sono davvero molto felice! Nuove reclute vuol dire maggiore divertimento!- Era decisamente enfatica, urlava e saltellava ogni tanto. Già la odiavo.
-Io sono Julie, e sarò il capo delle ragazze della capanna Lupo grigio. Ci divideremo in gruppi i ragazzi andranno con Doug- Indicò un ragazzo alto e moro con una cartellina in mano che salutò con la mano. -E le ragazze andranno con me e con Leslie- si girò a guardare una ragazza bassa con capelli rossi fuoco, anche lei aveva una cartellina.
-Avete capito tutto? Bene, bene. Tutti i ragazzi ora seguite Doug che vi chiamerà uno a uno per dividervi. Ehm bene! Adesso io vi chiamerò uno a uno e se non siete con me sarete con Leslie.-
Oddio, fantastico spero solo di non essere con lei, sembra quasi un generale, qui non ci si dovrebbe divertire? E dovrei dividere un capanno con altre ragazze? Mi stavo sentendo male.
- Jenkins Laura, Simpson Lydia, Robinson Mya...- le ragazze uno a uno si avvicinavano a Julie la caposquadra. Avevano più o meno la mia età, magari qualcuna era più grande.
-Thompson Marnie.- appena sentii il mio nome sobbalzai, fantastico ero con Julie il generale con il sorriso, presi i miei borsoni e mi avcinai alle ragazze che erano state chiamate insieme a me. Notai subito la differenza che c'era tra noi. Io sembravo uscita da una clinica di riabilitazione. Avevo gli occhiali da sole, capelli spettinati e una lunga maglietta bianca che arrivava fino appena giusto sulle cosce. Anche le altre mi guardavano e probabilmente avevano lo stesso mio pensiero.
-Okay ragazze! Se non siete state chiamate avvicinatevi a Leslie lei vi condurrà al vostro dormitorio così potete sistemarvi. Voi seguitemi.-
Eravamo in dieci, dieci in una stanza, come potevo sopravvivere a tutto questo?
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Smoke with me, Stay with me, Love me. //Dylan O'Brian
FanfictionMarnie Thompson 16 anni, vive con i suoi genitori in un paesino della California, vive la vita alla giornata senza un vero amico, ma quando i suoi genitori la obbligano a passare due mesi a un campo vicino al mare la sua vita carierà per sempre. In...