Capitolo 4

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Per pura codardia evito Zayn in ogni modo… ci siamo praticamente scambiati di ruolo.

Sono consapevole di quanto appaio ridicola… ma non posso farne a meno. Per ora preferisco lasciare che sia il panico ad impadronirsi di me… se servirà decidere qualcosa ci penserò poi. Insomma… sono qua da un mese e l’unica cosa che ho ottenuto è un bacio dalla persona che pensavo mi odiasse. Ho anche trascurato la nonna e anche se lei non se ne è lamentata non la trovo una cosa giusta… e ci sono cose che vorrei sapere.

Entro nella sua camera dopo aver bussato e mi immobilizzo mentre guardo i lunghissimi capelli color argento che sta intrecciando. Lei sorride al mio riflesso dello specchio.

“Tutto bene cara?”

Annuisco, continuando ad osservare l’abile lavoro delle dita che spostano e aggiungono ciocche, creando una traccia perfetta.

“Ti piacerebbe se ti insegnassi a farla?”

Sorrido con calore e prendo posto sulla poltroncina della toeletta dove era seduta lei che ora inizia a spazzolarmi i capelli con cura e delicatezza, rilassandomi immediatamente.

“Tuo padre ti ha mai parlano di me? Nel corso degli anni magari…”

“Pochissimo… e comunque solo di te. Perché?”

Il suo viso sembra ancora più vecchio nel riflesso dello specchio e rimane in silenzio fino a quando non ha finito di intrecciare i miei capelli. Poi sospira e si lascia cadere su un’altra poltrona.

“Quindi non ti ha mai detto nulla di mia figlia.”

Cosa…? Figlia?

“La madre… di Niall. Beh, in fondo lo capisco. Sono passati moltissimi anni e non avrà ritenuto importante creare dolore dove non serviva.”

La nonna ha fatto portare del the da William il maggiordomo. Nessuna delle due però lo tocca.

“Per quanto io ami tuo padre ho sempre voluto una femmina… e quando la mia piccolina è arrivata in questa casa… eravamo felici. Anche se adottata la consideravo mia. Sai… hai il suo nome.

Tuo padre la amava così tanto…”

Una strana sensazione si fa strada nel mio stomaco ma devo ignorarla per non perdere le parole della nonna.

“Morì appena quindici anni fa per un bruttissimo incidente… prima che iniziò ad incrinarsi il rapporto fra tuo padre e sua moglie riuscì anche a vederti. Ora che ti ho davanti a me, con il suo ricordo in mente… Dio mio quando somigli alla mia Ivy-Mairé.”

Si rifugia dietro un fazzoletto per soffocare il singhiozzo e le ci vuole del tempo per calmarsi.

Mi domanda se preferisco cambiare discorso ma rispondo di no. Voglio sapere.

“Cosa vuoi che ti dica… ormai Niall vive con me da sempre. Ha sofferto molto per la morte della madre. Credo che in te veda lei e la famiglia che ha perso troppo presto.”

I brividi che percorrono la mia spina dorsale sono incontrollabili, tanto che devo distogliere lo sguardo dal viso della nonna. Perché ogni frase mi sembra sbagliata? Come se ci fosse qualcosa di più oscuro sotto?

“Perché mio padre non me ne ha mai parlato? Se l’amava così tanto avrebbe dovuto comportarsi diversamente. E perché tenermi lontana da voi?”

La frase con cui risponde lei è inquietante e ciò conferma i miei sospetti. 

“Ogni famiglia ha delle ombre Ivy-Mairé. E tuo padre non è da meno, credimi.”

Osservo Niall che tenta di risolvere i problemi di geometria al mio posto e non riesco a togliermi dalla testa la conversazione fatta con la nonna. Si accorge di essere osservato e mi sorride.

“Tutto ok?”

Annuisco anche se poco convinta e lui mi tira il tappo della penna in fronte.

“Parla Ivy.”

“Ecco… ieri ho parlato con la nonna. E mi ha raccontato qualcosa su tua madre…”

Sentendo pronunciare le ultime parole si irrigidisce per poi alzarsi velocemente.

“Scusa… ho detto qualcosa di sbagliato forse?”

Fa un vago cenno con la mano e cerca di sorridere.

“Assolutamente no! E’ solo che non sono pronto a parlare di mamma con te… scusa.”

Mi bacia sulla fronte e se ne va di corsa. Lascio andare l’aria che non mi ero accorta di trattenere e sprofondo con la testa nel cuscino, chiudendo gli occhi. Passa del tempo e quando sento la porta aprirsi immagino sia Niall quindi sorrido e faccio finta di dormire.

Capisco invece che qualcosa non va quando della labbra si posano sulle mie e istintivamente spingo via la persona, aprendo gli occhi di scatto. Zayn?!

“Che diavolo ci fai nella mia stanza tu?!”

La mia è un’accusa e il suo sorriso si trasforma in un’espressione corrucciata.

“Visto che tua nonna non sembra vedermi di buon occhio passo dalla finestra di Niall… non si è mai accorta della scala visto che è nascosta.”

Faccio un cenno scocciato, indicando la stanza.

“E’ evidente che hai sbagliato camera allora, Niall non è qui.”

“Lo so, dovrebbe essere al fastfood con gli altri.”

Spalanco la bocca non riuscendo però a dire qualcosa. Quando lui fa per avvicinarsi salto dall’altra parte del letto, brandendo una scarpa.

“Dimmi cosa diavolo ci fai qui o mi metto ad urlare.”

Lentamente e con attenzione gira il letto per avvicinarsi a me, io vorrei scappare ma lui è più veloce e prima che riesca a saltare nuovamente il letto mi ritrovo schiacciata contro la parete.

“No… lasciami!”

“Perché? Perché dovrei lasciarti andare? Tu non la sai cosa vuol dire svegliarsi tutte le mattine con te nella testa o con la speranza di incontrarti da qualche parte, di poterti parlare… e di non vedere quella faccia scocciata, non se rivolta a me! Tu davvero non lo sai.”

E senza che io possa formulare una frase per replicare lui mi bacia. Non violentemente ma nemmeno come nell’aula di scienze. E’… è questa la passione?

Questa intensità che riesce ad ipnotizzarmi? O sono solo i suoi occhi ancora più scuri per la notte a non farmi pensare e reagire in modo razionale? Il suo tocco è così dolce… alla fine lo ricambio, avvolgendo le braccia attorno al suo collo, stringendogli leggermente i capelli.

Mi ritrovo a baciare questo ragazzo come se fosse ossigeno, come se stessi affogando e fossi disperata perché questa sembra essere l’unica salvezza o l’unica consolazione.

Alla fine lui appoggia la fronte contro la mia, fissandomi con un misto di paura e preoccupazione.

“Cosa mi stai facendo, ragazzina?”

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