RICOMINCIA L'INCUBO

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Oggi stesso (dato che già la mezzanotte è passata) ricomincerà l'incubo, rispetto molto mia madre ma vivere nel suo paese è un vero incubo, sto per passare da una che pensa di poter conquistare il mondo ad una che non capisce il senso per cui è nata.Ah comunque il mio nome è Bella, ho 14 anni e per ora vivo da mio padre a Milano e tra 4 ore 48 minuti e 29 secondi comincerà l'incubo perché dovrò svegliarmi, prendere il treno e andare in un piccolo paesino di Sicilia per vivere con mia madre, ripeto adoro mia madre ma odio più di ogni altra cosa stare in quel piccolo e orrendo paesino, qui mi sento una regina perché in effetti vengo trattata così, sento appunto di poter conquistare il mondo, da mia madre non mi calcola nessuno, non mi piacciono le persone e la scuola è brutta, vecchia e...vabè pazienza, non posso farci niente.
03:23
Finalmente riesco ad addormentarmi
05:45
DRIIIIIIIIN DRIIIIIIIIN
Apro gli occhi sbadigliando e per cominciare bene la giornata (come sempre) girandomi sul letto cado e per poco sbatto la testa nel comodino ma vabè ormai ci sono abituata. Ho già preparato tutto stanotte: valigia vestiti, libri e tutto, perciò adesso mi preparo per andare.
06:03
Dopo essermi vestita scendo sotto e trovo le solite buonissime 2 fette biscottate con la nutella e mezzo bicchiere di latte e mio padre che mi aspetta già in macchina per andare, perciò poso la valigia un attimo e mangio in tutta fretta. Prendo le valigie e chiudo la porta lentamente come se stessi salutando casa, arrivo davanti alla macchina, sistemo le valigie nel sedile posteriore e salgo sul sedile davanti per andare con mio padre alla stazione.
06:42
Entriamo nella stazione e non so perché ho l'impressione di essere seguita ma continuo a camminare facendo finta di niente e pensando a ciò che mi aspettava, sto diventando depressa.
06:57
Saluto mio padre buttando le mie braccia sulle sue spalle e appoggiando la testa sulla sua spalla destra, che cosa bella, per la prima volta stava anche piangendo. Avrei dovuto concentrarmi su mio padre ma lo sguardo mi cade su uno strano ragazzo dalla pelle un pò scura ma non troppo, occhi azzurri, castano con il ciuffo biondo e con un bel fisichetto, tipico principe azzurro di tutte le ragazze e si dai, è carino, comunque mi sta un pò rompendo perché non fa altro che fissarmi e quando lo guardo tipo per dirgli smettila di guardare gira subito lo sguardo nel suo cellulare, bah non lo capisco.
Sento il rumore del treno ed è quello che mi fa pensare alla cosa importante, cioè che tra meno di un minuto sarei salita su quel maledetto treno lasciando mio padre, perciò non penso più ad altro che a mio padre ma anche a tutto ciò che purtroppo avrei dovuto subire, ma comunque saluto subito come si deve mio padre:
Io: mi mancherai tanto papà
Papà: tesoro anche tu a me, tanto non puoi capire quanto, ci rivedremo prima o poi non temere.
Io: si, sta tranquillo,ricorda sempre che ti voglio bene.
Papà: non potrei mai dimenticare e adesso va non vorrei che tu perda il treno.
Io: si si sta tranquillo vado, ciao papà dico, triste e con le lacrime agli occhi.
Salgo sul treno e mi siedo sul terzo sedile sulla destra, quello accanto al finestrino e GUARDACASO chi incontro...

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