Capitolo 6

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Ormai è arrivato il momento di partire.
Domani alle 10:50 ho il volo per l'Inghilterra e devo preparare la valigia.
<Nella valigia metto: felpe, maglioni, intimo, ciabatte, accappatoio e asciugamano, macchina fotografica, jeans ecc..> dissi tra me e me mentre preparavo la valigia.
13 febbraio sono le 7:00 e sono già in macchina diretta a Malpensa terminal 2, da cui prenderò il volo per Luton.
<Perfetto il volo è in ritardo di un'ora> dissi urlando verso Andrea.
<Come in ritardo?> rispose sempre urlando.
Aspettammo per un'ora e finalmente aprirono gli sportelli, carta d'identità e d'imbarco e si cammina verso l'aereo.
<Eccolo l'Easyjet che ci aspetta> canticchiai.
Il volo durò due ore e io ero vicina a un tipo di nome Luca e a una che, non ero sicura fosse una ragazza, di nome Roberta; sembrò interminabile questo viaggio, finché non sentimmo il pilota sganciare il carrello e atterrare.
Prendemmo le valigie e andammo al pullman, dopo aver mangiato un sandwich con avocado, insalata e pollo, pagato 3,50£.
Il pullman ci portò diretti a Oxford dove abbiamo avuto la giornata libera per lo shopping. Sono entrata da Starbucks's e ho assaggiato per la prima volta il Caramel coffee.
<Andiamo da Primark ragazzi?> urlò Eleonora entusiasta.
<Va bene> rispondemmo tutti insieme.
Era davvero grande lì a Oxford aveva 4 piani, avevi l'imbarazzo della scelta, alla fine ho preso solo 2 maglioni e delle lucine per camera mia.
La giornata fini abbastanza presto, quando arrivai pensai che sarebbe stato difficile pagare con le sterline, parlare in inglese, visto che non sono così brava a parlare, però è stato divertente quel giorno.
Il pullman ci portò in un piazzale dove arrivarono le famiglie a prenderci.
Noi avevamo la famiglia Williams, arrivò una signora: magra, alta e vestita molto sportiva; era Alex la nostra "mamma inglese", ci portò alla macchina dove trovammo la figlia Lucy di 7 anni che iniziò a parlare, facendoci domande.
La casa: grande, è una villetta indipendente con un giardino davanti grande e spazioso e un garage dove vi stavano due macchine. Entrati ci trovammo il bambino più piccolo Samuel, di 5 anni, che giocava con una sua cuginetta e il padre Philip, che all'inizio non ci ispirava.
<Harli questo mi sembra uno stupratore, ho paura!> mi bisbigliò Eleonora mentre Alex ci faceva vedere la casa.
A destra ci trovammo una porta vetrata che dava alla sala enorme, con due divani, il televisore con Netflix inserito, le casse che suonavano SHAPE OF YOU di Ed Sheeran, un piano forte sull'angolo e un tavolino. C'era una meravigliosa finestra che dava sul giardino all'ingresso e dall'altra parte una porta vetro scorrevole che portava in una stanzetta, dove i bambini giocavano. Tornando alla porta d'ingresso a sinistra c'era la sala da pranzo con tavolo e sedie, curiosità: loro non usano ne le tovaglie ne i tovaglioli. Davanti alla sala da pranzo c'era una deliziosa cucina con una finestra enorme che dava sul giardino posteriore, dove si poteva vedere una porta da calcio, una serra e un tappeto elastico. Nel piano superiore c'erano tre stanze da letto e un bagno. La nostra camera era al piano terra di fianco alla stanza da giochi dei bambini. Appena entravi c'era un corridoio, a sinistra una porta dove c'era la nostra camera, con due letti singoli, una cassettiera e un comodino. Percorrendo il corridoio ci siamo trovate il bagno, piccolo per i miei gusti ma c'era l'essenziale: una doccia, il water, il lavandino e uno specchio-armadietto. Era davvero una bella casa, accogliente e grande. Io e Eleonora ci trovammo subito benissimo con i genitori e con i bambini. Quella giornata era stata l'inizio di un bellissimo viaggio.

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