<<Il giorno accadrà comunque, sia che tu ti alzi oppure no.>> -John Ciardi
Quando le cose succedono troppo in fretta non riusciamo a collegare il cervello ai muscoli e di conseguenza non siamo capaci di controllare le nostre azioni come vorremmo, e poi ce ne pentiamo, quando ormai è troppo tardi.
Mi sarei pentita di essere completamente immobile di fronte al fratello del mio fidanzato che stava per baciarmi, mi sarei pentita perché avrei avuto il tempo e il carattere per spingerlo via e superare i suoi impulsi con il pizzico di ragione che mi era ancora rimasto dopo tutte le pazzie che avevo visto nelle ultime ventiquattrore. Mi sarei pentita di certo di essere rimasta ferma come una cozza su uno scoglio, ma non ce ne fu il bisogno perché a quella cozza venne data una spintarella con una mano. Una mano forte, possente, callosa.
Niall.
Mi ritrovai sbilanciata e solo in quell'istante mi resi conto di quanto mi sentivo debole e non solo fisicamente. Non avevo ancora metabolizzato la storia di Lauren, e per questo nuovo colpo il mio sistema immunitario non era proprio preparato. In realtà non collegavo nemmeno i puntini nella mia testa... c'era solo una sensazione nel profondo del petto, una di quelle sensazioni a metà tra dolore e malessere che non sappiamo definire né far passare. C'è e basta e ci rode da dentro mentre il mondo attorno prende piano piano i colori di quel qualcosa che ci fa male e riusciamo a vedere sempre più chiaramente il punteruolo che ci ferisce, ma non ci rendiamo più conto del foglio sul quale il punteruolo si infilza. E allora, tornando al discorso iniziale, non sappiamo reagire a quello che ci accade attorno, che per noi diventa solo un grande foglio bianco che si colora di dolore.
Nella mia testa passavano immagini di tutte le volte che Greg era arrossito di fianco a me, a tal punto da farmi credere che le sue guance fossero di natura rosate, e tutte le volte che, quando io e Kevin ci baciavamo, lui si inventava qualche impegno per squagliarsela, e di tutte le volte che a cena Greg non si presentava. E poi il cuore perse qualche battito in petto quando ricordai come Greg non parlasse mai prima e dopo le partite di rugby. Quella che io classificavo come ansia era invece delusione personale, amarezza e mancanza di attenzioni.
E lui se le era tenute dentro per tutto quel tempo.
Almeno per due anni.
Aveva tenuto dentro tutto quel dolore e forse... anche quel sentimento di cui aveva parlato? Il pensiero mi faceva, mi resi conto, più male di tutto il resto forse semplicemente perchè di tutti i problemi di Greg quello era l'unico di cui avevo colpa. Per quante persone ero stata un problema? Tremai e per un attimo il cielo riprese colore per darmi la possibilità di visualizzare l'esilarante scena di fronte a me. Le labbra di Greg sfiorarono quelle di Niall prima che lui lo spingesse via con un grugnito.
''Questa proprio devo aggiungerla alla lista delle esperienze in Inghilterra da raccontare ai miei. E posso scommettere che saranno improvvisamente felici che non abbia la fidanzatina.'' commentò Niall, con tono che mi sembrò tranquillo, o più che tranquillo ovattato, dentro la mia testa.
Dovevo uscire da quell'imbottitura di polistirolo, ma non ci riuscivo. Continuavano a vorticarmi in testa immagini... parole, sorrisi, momenti, e sembrava tutto così dannatamente falso.
Ancora una volta l'unica immagine che vedevo fissa e salda di fronte a me era Niall. Mi accovacciai, abbracciando le mie stesse gambe alla ricerca di protezione mentre seguivo la scena che avevo davanti come se fosse un film drammatico, perché nei film è più facile dare giudizi e trovare soluzioni a cui i personaggi coinvolti non penserebbero mai.
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"If only..."
RomanceTiffany ha diciasette anni e crede nell'amore vero. Ci crede nonostante il destino le riservi qualcosa di terribile: la perdita del suo fidanzato in un misterioso incidente d'auto. Tiffany, tra il dolore e il rimorso esprime un desiderio, l'unico de...