Capitolo cinque

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《È inutile rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.》 -Harry Potter e la pietra filosofale

Niall si preparò in tempo, anzi anche in anticipo, e confermai ancora una volta quanto potessi essere lenta a truccarmi e vestirmi. Niente da fare, nemmeno il pensiero che non dovevo andare alla festa per mettermi in mostra, ma per portare a termine una missione, mi privava del bisogno di sentirmi bella. E' qualcosa di comune per tutte le ragazze, immagino, e, solo dopo le avventure che voi dovete ancora leggere, l'avrei superato un pochino. Succede quando hai capito che c'è qualcosa di più, che nessuno si innamorerà davvero di te solo perché sei bella fuori. Ma è meglio che quel momento arrivi il più tardi possibile, perché quando accade vuol dire che sei cresciuto, e non si torna più indietro. Credo che ogni cosa abbia il suo tempo, che bisogni lasciare che la natura faccia il suo corso, senza forzare nessuno a niente perché alcune cose non te le riprendi più indietro.

Per questo quella sera avevo bisogno di sistemare i dissidi con Lauren.

Non potevo perdere Kevin.

Non l'avrei più avuto indietro.

E, mentre finivo meccanicamente di picchiettare cipria con la spugnetta sul mio viso chiaro e lentigginoso, pensavo a tutto quello che sarebbe successo di lì a poche ore. Dovevo trovare Lauren senza farmi vedere dall'altra Tiffany e dovevo fare in modo che neanche Niall la incontrasse, per evitare imbarazzanti conversazioni che mi avrebbero portata solo a un gran casino. Sospirai, ammirando il risultato del make up allo specchio. Non era male, avevo dato luce agli zigomi, ma le mie orecchie a sventola se ne stavano sempre lì, svettanti come un monumento nel mezzo di una piazza. Sbuffai, spostando i capelli sul davanti per coprirle, anche se sapevo benissimo che un minimo colpo di vento avrebbe rovinato tutto. Misi le mani sui fianchi, aspettando il coraggio di uscire.

Anche se fossi riuscita in tutte le fasi sopra elencate, la cosa più difficile sarebbe stata convincere in qualche modo Lauren a lasciar perdere Kevin, impresa piuttosto ardua, visto il caratteraccio di quella ragazza. E non avevo un piano, neanche un minimo, assurdo, insulso piano. Mi premetti le dita sulle meningi, costringendomi a pensare a qualcosa, qualsiasi cosa che avesse aumentato la percentuale delle mie possibilità di non finire in un gran casino o di non far finire in un gran casino la Me del passato, ma fui interrotta da alcuni colpi sulla porta. Sobbalzai, come succede sempre quando sei così concentrata da dimenticarti del mondo attorno a te, che però è ancora lì e ti aspetta.

''Tiffany?'' sentii la voce di Niall, leggermente dispersa al di là della superficie liscia e scura della porta di legno.

''Ehm... arrivo!''

''Okay, ti aspetto, mi sto stufando qui in piedi.''

Afferrai la borsetta in cui avevo accuratamente infilato cellulare, lucidalabbra di scorta, golfino (dell'ex fidanzata di Niall) e fazzoletti di carta, e guardai per l'ultima volta allo specchio la ragazza magra ed insicura con gli occhi pieni di ansia che ricambiava i miei sguardi. Sorrisi e ci provò anche lei, ma non funzionò a conferirle un'aria più sicura o in qualche modo a farla sembrare pronta ad affrontare qualsiasi cosa la aspettasse fuori di lì.

Devo purtroppo ammettere che, non appena i miei occhi si posarono su Niall, spalancai involontariamente la bocca. 

Era molto carino. Sembrava un'altra persona, o forse non l'avevo mai osservato davvero bene, visto che fino a quel momento l'avevo solo sfruttato. Mi vergognai di me stessa. Che cosa mi stava succedendo? Non ero quel tipo di persona che per i suoi obbiettivi utilizzava a piacere l'aiuto degli altri, soprattutto di chi era così disponibile. Quindi, un po' perché volevo valorizzare il ragazzo di fronte a me, come per chiedergli perdono per usarlo un'altra volta, e un po' perché tanto se ne era accorto ormai che lo stavo fissando, mi concessi di guardarlo per un altro po'.

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