Capitolo tredici

59 3 4
                                    

''Nell'alone della luce dei lampioni, sollevando il bavero contro il freddo e l'umidità, quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon che attraversò la notte... e toccò il suono del silenzio.''  -The Sound Of Silence 

Ormai avevo ben presente la sensazione: sentire che tutto, per un attimo, si ferma. E non sembra proprio voler ricominciare a muoversi. E' quasi incredibile pensare che in quei momenti la Terra stia girando ancora. Aspetti che torni a muoversi, ma non puoi fare niente per dargli una spinta. 

Teoricamente io non avrei nemmeno dovuto esistere in quel mondo, non avrei dovuto essere su quella spiaggia, quindi l'unica cosa che potevo fare era quello che i veri abitanti di quella dimensione si sarebbero aspettati da me: niente. 

Il mare scrosciò contro la riva e io tremai, sembrava che anche il venticello freddo mi scrosciasse contro, come per dirmi qualcosa. C'era aria di pioggia, ma non cadeva, era ferma anche lei, da qualche parte incastrata tra le nuvole. Niall si avvicinò tempestivamente a me e mi strinse forte. 

Tranquillizzata dalla nostra conversazione appena conclusa, mi accoccolai tra le sue braccia mi misi ad ascoltare le voci sempre più vicine. Mi sentii protetta dall'idea che potevo fidarmi davvero e sentii che era quello di cui avevo bisogno da due giorni, o forse ancora da quando Kevin era morto, o forse ancora da prima, dal periodo di scontri che avevamo affrontato. 

Per un attimo stare fermi a far niente pareva rassicurante, come essere gli spettatori di un film. Solo che sullo schermo c'ero io e non mi sarei mai davvero abituata a vedermi con i miei occhi. Gli attori ci si abituavano mai a guardarsi e, soprattutto, a non giudicarsi continuamente? 

Smisi di pensare e, in silenzio, cominciai ad  ascoltare. Forse era quello il primo passo per capire tutto, Kevin, la situazione, e anche me stessa. 

''Dai, Tiffany, ti è sempre piaciuto il mare. Non capisco cosa tu abbia stasera.''

La Tiffany del passato mugugnò qualcosa senza senso, una specie di lamentela che mi risuonò antipatica all'orecchio. Non mi era mai piaciuto riascoltare la mia voce neanche nei vocali di Whatsapp, figuriamoci sentirla live. 

''Ehi, che c'è?'' sussurrò piano Kevin avvicinandosi alla me del passato. La cinse con le braccia da dietro, avvolgendo la sua schiena. Mi ricordavo ancora la sensazione, mi ricordavo tutto e, non potei non notare come le cose fossero cambiate. In quel momento Niall mi stava abbracciando mentre io guardavo da lontano il mio ragazzo e, senza motivo serbavo una strana gelosia in petto. E scoprii per la prima volta che si può essere gelosi di un ricordo. 

Una lacrima prese posto silenziosa sulla mia guancia e Niall non se ne accorse, forse perché si asciugò subito all'aria fredda. 

''Niente.'' affermò improvvisamente la Tiffany del passato ricambiando l'abbraccio di Kevin e voltandosi per scoccargli un bacio sulle labbra. 

Ma non era vero, dentro di me non era niente, era tutto. Non avevo detto la verità, abbagliata dalla magia degli abbracci di Kevin o forse spaventata dalla paura di poter rovinare tutto. Avevo fatto finta che andasse tutto bene e in quel momento soltanto capii quanto ero cambiata in quel piccolo periodo di tempo che mi aveva fatta crescere: avevo imparato a non stare zitta, forse perchè era il silenzio il vero problema che aveva portato Kevin a morire. Non ci eravamo parlati abbastanza e nel silenzio si nascondono un sacco di cose. E' il posto ideale dove nascondersi, comodo e inosservato. Ma prima o poi tutto salta fuori. 

''Secondo te pioverà?'' chiese Kevin.

No risposi dentro di me. Non aveva piovuto quella sera mentre eravamo fuori, anche se un po' ci avevo sperato. Mi piaceva la pioggia, da inglese DOC, e mi piaceva l'odore che rimaneva dopo. Sapeva di tranquillità e il mondo bagnato si asciugava di tutte le persone, che correvano a casa fradice e restava solo mio, o nostro in quel caso. Non era triste, come dicevano tanti. Cosa c'era di triste nell'avere qualcosa tutto per te? Nel camminare per le strade bagnate ed essere immersi nei mille suoni delle goccioline che rimbalzavano sui tetti, delle foglie mosse dal vento che tintinnavano sbattendosi contro e dei piedi inzuppati nelle pozzanghere? Da bambini tutti amano la pioggia. Infilare gli scarponi per uscire a bagnarsi è la cosa più bella, perché da grandi questo dovrebbe cambiare? Il mondo è sempre lo stesso, ma siamo noi che lo vediamo con occhi diversi. Per questo io non volevo crescere. Ma alla fine di tutta questa storia, lo vedrete, ho imparato che maturare non vuol dire crescere, ma vuol dire essere abbastanza consapevoli da poter decidere quando crescere e quando rimanere bambini. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 30, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

"If only..."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora