4 Capitolo

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Oggi è il grande giorno, mi alzo dal letto più agitata del solito, metto vicino le uniche due cose che mi hanno autorizzato a portare qua dentro, una collana con un ciondolo a forma di cuore e un libro,  mia madre mi l'ha regalato qualche giorno prima della sua morte. 

"La forza delle donne", questo libro, mi ha aiutato molto a sopravvivere qua dentro, mi dava l'appoggio e la sicurezza di cui avevo bisogno quando sentivo la mancanza dei miei.

"Hanna, bambina mia, sono così contenta che te ne andrai" dice Jenny entrando con dei vestiti comuni, senza righe, sembravano un miraggio.

"Grazie Jenny, grazie per tutto" l'abbraccio fortissimo, ho quasi paura di stritolarla, ho le lacrime agli occhi e mi accorgo che anche lei sta per piangere.

"Dai Hanna, basta che non voglio piangere" dice lei dandomi dei piccoli pizzicotti, annuisco, e ridendo, inizio a indossare i miei amati vestiti.

Indosso dei pantaloni neri stretti,che mettono in risalto la mia fisicità, una camicetta di seta con il colletto decorato da perline, la giacca di pelle e gli stivaletti con il tacco.

I capelli gli lascio sciolti, ormai sono un ammasso di capelli senza forma, "Devo andare anche dal parrucchiere uno di questi giorni" penso tra me e me ridendo, infine, metto un riga di matita sugli occhi, giusto per accentuare ancora di più il verde.

"E' ora" annuncia Jenny elettrizzata, le do la mano e andiamo insieme dal giudice, il cuore mi batte a mille, arrivate, il giudice inizia il suo discorso.

"Hanna White, lei è rimasta rinchiusa per 3 anni, per le seguenti accuse: omicidio dei suoi genitori e spaccio di stupefacenti. Per buona condotta e per aver riconosciuto, in lei, un disturbo psicologico, abbiamo deciso di scagionarla" annuncia battendo il piccolo martello di legno sul tavolo, " ma, visto che lei riscontra tali problemi psicologici e non possiamo lasciarla sola, dovrà scegliere tra due opzioni, o ritorna a vivere con suo zio Mark o le verrà affidato un tutore,  dalla corte qua presente, che dovrà stare con lei 24 ore su 24. A lei la scelta."

Appena sento quel nome, mi viene la pelle d'oca, "lo zio Mark", il mio cuore si ferma, non è possibile, è un incubo.

"Signor giudice, accetto di esser seguita fuori da qua da.." mi fermo, l'occhio cade sul sorriso da pervertito di mio zio, gli occhi neri mi osservano come se mi volesse mangiare e, inoltre, continua a passarsi la mano tra i capelli, ormai bianchi, pensando di essere sexy "un tutore scelto da voi, non voglio avere neanche vedere quel viscido." dico indicando mio zio "Secondo lei signor giudice, chi è stato a mandarmi qui dentro? Lui, esatto, proprio lui!" 

"Ha visto signor giudice? Le avevo detto che è pazza da legare!" esordisce lo zio Mark, con voce da vittima.

"Signori basta! La corte ha deciso. Signorina White, fuori dal carcere troverà il suo tutore che le spiegherà tutto quanto, buona fortuna!" conclude il giudice.

Mi alzo e vado verso l'entrata del carcere per riprendere tutti i miei oggetti personali "Hanna, hanno lasciato questo per te" dice il portinaio. "Grazie" sorrido.

Apro il piccolo foglietto e leggo" Bambina mia, sono così felice! Non sono riuscita a salutarti, quindi, ti lascio qui sotto il mio indirizzo, passa a trovarmi. Baci Jenny  ( Alamo Squere n° 123)"

Ripiego il foglietto e lo metto in tasca, mi avvio all'uscita, è come un sogno, respiro l'aria pulita a pieni polmoni "Sembra di essere in un sogno" penso tra me e me, prendo una sigaretta e l'accendo, "Benvenuta Hanna, benvenuta nella tua nuova vita" sussurro felice.

HannaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora