"Hai voglia di raccontarmi il perché di queste lacrime?"mi chiede Suran asciugandomele con il pollice, "Si, ma non ho voglia di farlo qui dentro, ti va se andiamo a mangiare qualcosa?" dico con un tenero sorriso.
Annuisce e mi aiuta ad alzarmi da per terra, poso la lettera sulla scrivania e chiudo la porta della mia stanza. Mi giro e vedo la porta dei miei genitori accostata, rimango impietrita, mi piacerebbe aprirla, ma credo di non essere ancora pronta per affrontare tutto ciò.
"Hanna andiamo?" Suran mi riporta alla realtà, " Arrivo" dico facendo un cenno con la mano.
Chiudo la porta di casa e ci incamminiamo verso il piccolo bar, a pochi isolati da casa mia. E' un posto un pò antico, all'interno è colorato con colori caldi e grossi mobili di legno, ci sediamo in un tavolo vicino alla grande finestra. "Cosa prendi Hanna?" mi chiede guardandomi da dietro il menù, ha due occhi davvero belli, "prendo la pizza tu?" chiedo "Idem" dice posando il menù sul tavolo. Ordiniamo e Suran inizia a parlarmi con tono dolce "Allora, vuoi raccontarmi qualcosa? Non voglio metterti pressa, quindi, raccontami pure quello che ti senti" mi sposta una ciocca di capelli rossi dietro all'orecchio e io quasi mi sciolgo.
"Io e i miei eravamo molto felici, quasi come la famiglia della mulino bianco, tutto andò bene fino ai miei 13 anni, da li papà e mamma iniziarono a non andare più d'accordo, litigavano spesso, sopratutto a causa della mancanza dei soldi. Tra i 14 e i 15 anni, iniziai ad entrare nei giri sbagliati del quartiere,tra alcool e droga avevo l'imbarazzo della scelta, decisi allora d' iniziare a spacciare per un mio amico, lo facevo per metter dentro alla borsa di mia madre e al portafoglio di mio padre quello che guadagnavo. Ogni soldo andava a loro, lo facevo per farli smettere di litigare, per farsì che ritornassimo la famiglia di prima" spiego a Suran mentre gioco con le maniche della felpa.
"E la lettera che hai trovato prima? Perché non l'hai data a tua madre?" mi chiede, "Semplice, è una questione d'orgoglio, non sai quanto mi pento di non avergli detto che sarebbe andato tutto bene, che potevamo trovare una soluzione a tutti i nostri problemi, ma sopratutto, mi pento di non avergli detto quanto le volevo bene" dico queste ultima parole singhiozzando, mi manca davvero tanto mia madre.
Suran mi prese le mani e le strinse forte "Stai tranquilla Hanna, lei è vicino a te e sa perfettamente quanto bene gli vuoi"
Rispondo con un debole sorriso.
"Ecco la vostra pizza, buon appetito" dice la cameriera porgendoci le pizze.
"Continueremo poi il discorso, ora mangiamo, su!" dice Suran con un sorriso mozzafiato. Mi trasmette tranquillità, quella che mi è mancata negli ultimi anni, chissà se è il tipo adatto a ricostruire tutto il percorso e scoprire chi realmente ha ucciso i miei genitori.
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Hanna
Mystery / ThrillerIl libro parla di Hanna, una ragazza di 19 anni che si ritrova in punto in bianco orfana e rinchiusa in carcere per accuse che lei non ritene vere. Riuscirà Hanna a recuperare i cocci della sua vita e ad uscirne più forte che mai? Sopratutto, trov...