"Cara mamma,
non sono mai stata brava a dirti determinate cose in faccia, quindi userò il dono più prezioso che mi hai regalato,il saper scrivere. Inizio con il dirti con una parola che non ti dico mai, grazie. E' banale come cosa vero? E pensare, che è la prima parola che mi hai insegnato a dire. Oggi, durante una delle nostre litigate, hai detto una cosa che mi ha fatto riflettere molto e mi ha dato la spinta giusta per capire che quello che stavo facendo non era giusto."Ho paura di te" hai sussurrato, come se avessi paura che io ti sentissi. Hai paura che faccio qualcosa che non dovrei fare. Hai paura che mi faccia del male da sola. Dici, che sono una persona fredda, che non sono più quella che hai fatto crescere nella tua pancia, per te sono un'altra persona nel corpo di tua figlia. Una persona esterna, potrebbe pensare che sia una cosa detto in positivo, ma tu, intendi in peggio, vero? Vorresti sapere cosa mi passa per la testa. Vorresti sapere perché continuo a dire che sto bene, se invece non è così. Vorresti vedermi felice, sorridere continuamente, come una bimba. Tu vorresti di più, ma io non ho niente da darti. Mi ha fatto star male vederti così, eppure, l'unica cosa che sono riuscita a fare, davanti a due occhi spenti, è stato prendere la giacca e uscire. Ho un comportamento da stronza. Cos'è questo rumore? Sono davanti alla porta e sento i tuoi singhiozzi che provengono dalla camera da letto. Cosa dovrei fare? Venire li ed abbracciarti? No, ma va, prendere e urlare un "Ciao, a dopo" è più facile. Ho fatto tutto il tragitto, fino al parco, a fissare il vuoto e a pensare alle tue parole. Non so se leggerai mai questa lettera, ma, ti prego, non darti la colpa di tutto ciò è solo colpa mia, ho creato un muro con tutti e l'ho creato anche tra me e te. Ogni giorno, torno a casa e mi ritrovo davanti a una persona con il volto scavato, gli occhi stanchi e spenti, le occhiaie blu e la carnagione olivastra. "Ogni volta che litighiamo, io mi sotterro perché non capisco dove ho sbagliato con te, quando io dico nero, tu urli bianco, quando ti faccio notare una cosa, vai subito sulle difensive. Perché è così difficile volerti bene? Perché tu non vuoi bene a nessuno? Che problemi hai? MI FAI PAURA. Io ho paura che da un giorno o l'altro, questa conversazione non esisterà più. E quella che non ci sarà non sarò io. Ma sarai tu" mi hai urlato in faccia. Ti voglio bene Mamma, posso dire solo questo."
Scoppio a piangere.
"Hei Hanna, tutto bene?" chiede Suran vedendomi seduta a terra piangendo.
"Sisi, mi manca solo la mia mamma" dico con un fil di voce mentre mi asciugo le lacrime.
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Hanna
Mystery / ThrillerIl libro parla di Hanna, una ragazza di 19 anni che si ritrova in punto in bianco orfana e rinchiusa in carcere per accuse che lei non ritene vere. Riuscirà Hanna a recuperare i cocci della sua vita e ad uscirne più forte che mai? Sopratutto, trov...