1 - Vacation plans

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Cause Santa Cruz,
you're not that far
Oh Santa Cruz no,
you're not that far


Di Luke Hemmings si potevano dire molte cose, belle o brutte, come il fatto che fosse davvero un grande amico – e che riuscisse sempre a dimostrarlo – oppure il fatto che, a distanza di anni, fosse sempre il solito ragazzino inopportuno solo molto più alto (il che era decisamente inquietante) e con la barba a ricoprirgli il mento e le guance. Ma di certo, di Luke Hemmings non si poteva dire che fosse del tutto sano di mente - rettifico, non si poteva dire che fosse completamente sano di mente.

Me n'ero reso conto soltanto quella sera quando, di ritorno dal lavoro, ero passato al suo appartamento e l'avevo trovato concentrato davanti al pc. Inizialmente avevo pensato stesse parlando con Michael, che si trovava negli Stati Uniti per lavoro, e gli avevo chiesto di salutarmelo. Ma poi lui aveva scosso la testa, e girato il computer verso di me affinché vedessi cosa stesse tramando. E Dio, avrei voluto che non l'avesse fatto.

«Santa Cruz, Luke? Sul serio?», mi ritrovai a chiedere incredulo mentre fissavo lo schermo del portatile, facendo annuire contento il mio migliore amico.

«Michael ha pensato di organizzare una vacanza lì, insomma, sai com'è fatto - sempre attaccato al passato e ai ricordi», rispose, sorridendo contento alla menzione del suo ragazzo, «E... niente, ho pensato che magari a te ed Ashton avrebbe fatto piacere unirvi a noi».

Scossi la testa. «Tu sei completamente impazzito», mi lamentai, sedendomi di fronte a lui, «Luke, non puoi portarci a Santa Cruz. Hai idea di cosa quel luogo significhi per me?».

Luke sospirò. «Calum, sono passati dieci anni. Non credi sia arrivato il momento di voltare pagina?».

Non potevo negare che Luke avesse ragione da vendere. Erano passati davvero dieci anni da quel giorno nefasto in cui avevo iniziato a giocare con il fuoco, e otto da quello in cui avevo mandato a puttane tutto spingendo Ashton fuori – almeno per così dire, visto che abbiamo avuto la pazza idea di restare amici – dalla mia vita, rifugiandomi dietro a scuse assurde pur di non arrendermi a quel sentimento che tanto avevo disprezzato e che mi aveva completamente annientato, quell'amore che avevo provato per Ashton e che avrei continuato a provare, nella mia miserabile vita, soltanto per lui.

Sì, era così, dopo Ashton io non ero stato in grado di amare nessuno. Mi ero imposto di dimenticarlo con ogni mezzo possibile ed avevo sempre fallito, finendo sempre per stare peggio al ricordo indelebile del mio primo, vero, unico amore. D'altronde, come avrei potuto dimenticare Ashton Irwin? Sembrava un'impresa al pari delle dodici fatiche di Ercole. E forse lo era sul serio. Era una missione persa in partenza, cercare di cancellare il ricordo indelebile del suo amore, che seppur fosse stato breve mi aveva segnato l'esistenza nel profondo, sconvolgendomi, distruggendomi completamente. Ero crollato come un castello di carte al primo soffio di vento.

D'altra parte, Ashton ci aveva messo poco a metterci una pietra sopra. Già dal giorno successivo al nostro ultimo bacio si comportava come se niente fosse successo, come se la notte a Santa Cruz non fosse mai esistita, cancellata con enorme facilità. E si era trovato anche qualcun altro a cui dare il suo amore, qualcuno migliore di me, che non l'avrebbe dato per scontato e buttato via; lui e Thaisse facevano coppia fissa da ormai due anni, e l'ultima volta che avevo sentito Ashton, lui stava organizzando una proposta di matrimonio per lei. L'uomo che amavo si sarebbe sposato a breve, ed io avrei dovuto assistere a tutto con un sorriso cucito a sangue sulle labbra, ricacciando le lacrime, cercando di ignorare quel dolore che ormai provavo soltanto a pensare a lui.

«Luke, ci ho provato, okay? Ci ho provato. Non ci sono riuscito», sbottai, dando finalmente una risposta a Luke che era rimasto a guardarmi speranzoso, «Tu sei mai riuscito a dimenticare Michael dopo che l'hai lasciato? No. Perché tu lo amavi troppo per dimenticarlo. Ed è esattamente la stessa cosa con me. Io amo Ashton più della mia stessa vita, cosa ti fa pensare che sarei in grado di dimenticarlo? E oltretutto si deve anche sposare!».

Luke sospirò. «Calum, c'è qualcosa che-».

«No», interruppi Luke arcigno, «Io non voglio sapere niente. Con voi a Santa Cruz non ci vengo, specialmente se viene anche Ashton con la sua futura moglie. D'accordo?», borbottai, sedendomi di fronte al mio migliore amico. L'espressione che aveva in viso era leggermente colpevole, il che mi insospettì. Oltretutto non aveva cercato di convincermi ulteriormente – cosa che Luke non faceva mai in nessun caso. Ciò voleva dire solo una cosa, e cioè che stava progettando qualcosa alle mie spalle.

«Cosa stai tramando, stronzo?», decisi di chiedere, dopo qualche istante di silenzio in cui Luke non fece altro che guardare attorno a lui.

Luke mi guardò confuso. «Che? Non essere così scortese, dai. Ho capito, non vuoi venire. Non c'è bisogno che ti arrabbi così», disse, tornando a guardarsi intorno con espressione sempre più colpevole.

«Luke, dimmi la verità».

«Non c'è nessuna verità da dirti!».

«E vuoi che me la beva? Andiamo, lo sai che per me sei come un libro aperto. Dimmi cosa ti passa per la testa e facciamola finita qui».

«E va bene – però devi promettermi che non ti arrabbierai con me», si arrese infine, sospirando rammaricato, «Beh, devi sapere che... Michael ha già prenotato tutto da almeno un mese, me l'ha detto solo due settimane fa e... ha prenotato anche un biglietto aereo e una stanza in albergo per te», confessò, facendo definitivamente andare su tutte le furie. Insomma, non poteva di certo aspettarsi che reagissi bene, no?

«LUKE!», strillai scattando sulla sedia, già sentendo i miei occhi riempirsi di lacrime che tanto avevo faticato a trattenere, «Ti rendi conto dei casini in cui mi hai cacciato?!».

«È stato Michael! Non prendertela con me!», cercò di difendersi il biondo, guardandomi spaventato, «Dai, non arrabbiarti».

«Come posso?! Tu sai benissimo quanto la situazione con Ashton sia tragica e tu e quell'altra testa bacata del tuo fidanzato che fate? Prenotate una vacanza per me in un posto in cui non voglio andare e con una persona di cui il solo pensiero mi fa stare male, oltretutto senza dirmelo! Come puoi aspettarti che non mi arrabbi? Credimi, se non fossi il mio migliore amico adesso ti ucciderei!».

«Ma non lo farai, perché mi vuoi bene. E anche perché alla fine di questa vacanza sai che mi ringrazierai, lo sai».

Mi accasciai sulla sedia, sospirando sconfitto. «Certo, quando sarò tre metri sotto terra ti ringrazierò eccome, perseguitandoti nei tuoi peggiori incubi».

«Suvvia, non essere così pessimista. Ci divertiremo».

***

[A/N] THEY'RE BACK! E io non potrei esserne più che che felice ahahah

Buon pomeriggio, sfortunati malcapitati, e benvenuti (o bentornati?) nel quarto ed ultimo capitolo – giuro, questo è sul serio l'ultimo – della serie di Wrapped Around Your Finger! Confesso che sono davvero emozionata all'idea di postare, e ho anche paura che tutto questo non sia all'altezza di ciò che vi aspettate, ma sorvoliamo ahaha

Quindi, la storia è iniziata da un capitolo e Luke già fa danni come il suo solito ahahah – poraccio, Calum lo bestemmierà per una storia intera. Chissà, però forse il biondino ha ragione, potrebbe ringraziarlo alla fine... who knows? Neanche io (lol).

Non so ancora la storia di quanti capitoli sarà, ma ho già la trama in testa e so più o meno come andrà la storia, adesso devo solo capire in quanti capitoli distribuirla ahaha. Cercherò di aggiornare ogni martedì, ma probabilmente non sarò mai molto puntuale quindi... al prossimo aggiornamento! ♥

Santa Cruz || Cashton (Too Close sequel)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora